Ordini Professionali: 4 deleghe in aiuto alle Professioni

La legge per la tutela del lavoro autonomo, in corso di approvazione parlamentare, contiene quattro deleghe in discussione al Parlamento, tre in particolare,...

08/06/2017

La legge per la tutela del lavoro autonomo, in corso di approvazione parlamentare, contiene quattro deleghe in discussione al Parlamento, tre in particolare, interessano il futuro dei professionisti iscritti agli Albi (leggi articolo).

Per rilanciare il settore della libera professione, gli Ordini, approfittando della legge sul lavoro autonomo, stanno portando avanti una discussione sulle istanze mirate a risollevare la crisi che avvolge il settore. Le deleghe, una volta approvate, porteranno in dote un cambiamento radicale nel modo di lavorare all’interno degli Studi Professionali. L’obiettivo strategico degli Ordini, al momento, è quello di delineare quelle azioni di welfare attivi che possono aiutare i professionisti a districarsi nel mondo de mercato del lavoro e della competizione tra gli iscritti.

Le 4 deleghe

Le 4 deleghe in discussione riguardano:

  • le funzioni sussidiarie dello Stato da affidare agli iscritti a un Ordine;
  • la possibilità delle Casse Professionali di gestire i fondi riguardanti maternità
  • la gestione della previdenza sanitaria e pensionistica per gli iscritti agli Ordini con Gestione separata;
  • la semplificazione delle misure di prevenzione e sicurezza per gli studi professionali.

Ma i nodi da sciogliere nel passaggio dalla figura di professionista autonomo a quella di professionista con “Delega Pubblica” di Stato sono tanti. Temi del passaggio di competenza Stato-Ordini non nuovi, visto che già in passato Stato e Ordini hanno collaborato in altri campi, come quello della sanatoria edilizia e della sicurezza nei cantieri.

L’articolo 5: il “pubblico” dato in Concessione

Secondo il proponente legislativo, affidare «atti pubblici» alle categorie professionali organizzate in Ordini Professionali, mira a «semplificare l’attività delle amministrazioni pubbliche e di ridurre i tempi dì produzione». Entro l’anno prossimo, dunque, il Governo dovrebbe avere pronta la “lista” delle attività amministrative da esternalizzare agli studi professionali.

Conflitto d’interesse

Tra i punti in discussione, il rapporto fiduciario con il cliente. Il legislatore, a riguardo, raccomanda al Governo di sciogliere il nodo sulle circostanze che possano determinare condizioni di «conflitto di interesse» nell’esercizio delle funzioni pubbliche del Libero Professionista. Questione ereditata dalle norme sul rispetto della privacy e sulla riservatezza dei dati personali nella gestione degli atti pubblici «rimessi al professionista».

Esclusione dagli Appalti

Intanto, sono stati cancellati alcuni atti e funzioni pubbliche da trasferire ai professionisti come i contenziosi giudiziari, innescati dalla semplificazioni in materia di certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche come l’istituzione del “fascicolo del fabbricato”; l’asseverazione contributiva.

Il pressing degli Ordini sui parlamentari

L’Elenco degli atti da delegare direttamente ai professionisti è già argomento di pressing da alcuni Ordini sui parlamentari e sugli uffici ministeriali. L’auspicio dei rappresentanti delle categorie professionali è che il confronto Stato-Ordini avvenga nella massima trasparenza, tenendo conto anche della crisi di vari settori professionali.

L’articolo 6: i sostegni al professionista

La legge precede anche alcune misure “protezionistiche” per il lavoratore autonomo in difficoltà. La Legge, prevede anche la possibilità che enti privati possano intervenire in forma associative a sostegno degli iscritti; come quelli colpiti da gravi malattie o per ragioni indipendenti dalla loro volontà, vittime di sensibili cali del reddito professionale. Patto sociale che potrebbe venire da alleanze fra Casse attraverso pacchetti innovativi comuni di aiuto. In ogni caso, misure previdenziali finanziate da "apposita contribuzione" a carico degli iscritti alle Casse.

l’iter

I decreti legislativi dovranno essere adottati a un anno dall’entrata in vigore della legge, sottoposti al parere delle commissioni parlamentari e discussi  anche attraverso la conferenza Stato-Regioni.

Oneri e parcelle sul cliente

E per finire, ma non ultimo, la devolution degli atti pubblici agli Ordini non sarà compensata da manovre finanziarie dello Stato, la legge, infatti, lo esclude. Saranno sull’utente, dunque sul cliente, le spese per le prestazioni in “Extra Moenia” dell’accordo Stato-Ordini. Con un possibile corto circuito nel flusso finanziario derivante tra i diritti di parcella, e gli accordi concessionari tra Ordini e Stato.

A cura di Salvo Sbacchis

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