Regione Siciliana: Crocetta vuole adottare il nuovo Codice degli Appalti

“In Sicilia deve essere adottata la legislazione nazionale. Occorre smetterla con l'idea che le norme sull'aggiudicazione degli appalti vengano fatte dalle a...

15/03/2016

In Sicilia deve essere adottata la legislazione nazionale. Occorre smetterla con l'idea che le norme sull'aggiudicazione degli appalti vengano fatte dalle associazioni di categoria, perché negli ultimi dieci anni si è sempre fatto così, le categorie proponevano norme e dopo due anni che le avevano proposte ne chiedevano la modifica”.

E’ questa la dichiarazione del Governatore della Regione Siciliana Rosario Crocetta in riferimento alla situazione creatasi in Sicilia a causa della delibera del  con cui il Consiglio dei Ministri nella seduta n. 80 del 10 settembre 2015 ha deciso per l'impugnativa della Legge della Regione Sicilia n. 14 del 10/07/2015 recante "Modifiche all'articolo 19 della legge regionale 12 luglio 2011, n. 12".

Con la legge in argomento vengono modificati sino al 31 luglio 2016 i criteri di aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi o forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria nel caso in cui il criterio di aggiudicazione sia quello del prezzo più basso con la possibilità per la stazione appaltante di prevedere nel bando la possibilità di applicare il criterio dell’esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore ad una certa soglia di anomalia, calcolata sulla base della media aritmetica dei ribassi percentuali di tutte le offerte presentate. Ma, tra qualche giorno, non appena il nuovo codice dei contratti diventerà legge dello Stato il criterio del massimo ribasso sarà ammesso soltanto per lavori sino ad 1.000.000 di euro mentre l’esclusione automatica delle offerte anomale sarà cancellata del tutto ed i criteri utilizzabili per le offerte anormalmente basse saranno soltanto quelli contenuti nell’articolo 97 del nuovo codice dei contratti.

In ogni caso, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale, la nuova legge regionale avrebbe potuto essere applicata sino al 31 luglio 2016 e non oltre anche se la Giunta Regionale, con delibera 282 del 18 novembre del 2015 che non è mai stata approvata dall’Assemblea Regionale, ha approvato alcune modifiche alla citata legge regionale n. 14/2015 che, in verità, a mio avviso, non cambiano la sostanza. Nelle more, quindi, della sentenza della Corte Costituzionale, la norma contestata è in vigore fino al 31 luglio prossimo, termine di applicazione fissato dal decreto-legge 30/12/2015, n. 210 (cosiddetto Milleproroghe) convertito dalla legge 25 febbraio 2016, n. 21 che ha prolungato il termine di cui al comma 20-bis dell’articolo 253 del codice dei contratti (D.Lgs.n. 163/2006) precedentemente fissato al 31 dicembre 2015.

Mentre la velocità degli appalti pubblici in Sicilia è ai minimi storici, la legge sugli appalti è oggetto di scontro tra il Governatore Rosario Crocetta, e l'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) regionale. Il Governatore che afferma: "Sul blocco della legge sugli appalti del luglio 2015 non mi fermo affatto. Le gare in corso non possono essere affidate con una norma sulla quale grava il sospetto di essere gradita a imprenditori vicini a Matteo Messina Denaro. Dobbiamo bloccare quella legge e nella prima seduta utile va detto con chiarezza che quella norma non si applica più. In Sicilia deve essere adottata la legislazione nazionale ". Dall'altra proprio i costruttori di opinione diametralmente opposta: "La legge regionale in vigore non favorisce la mafia, ma la contrasta" ed il presidente dell’Ance Santo Cutrone prova a fare un po’ di chiarezza affermando che “l’articolo 97 del nuovo Codice degli appalti appena approvato, riguardo al metodo di determinazione delle offerte anormalmente basse, riprende il criterio previsto dalla legge regionale 14 del luglio 2015 attualmente in vigore in Sicilia e che sin dalla sua applicazione ha azzerato l’eccesso di ribassi anomali in tutte le gare celebrate nell’Isola da metà luglio 2015 in poi. Affermare, dunque, che la legge regionale sugli appalti in vigore ‘favorisce la mafia e va per questo abrogata’ equivarrebbe a sostenere che favorisce la mafia anche il nuovo Codice degli appalti voluto dal premier Matteo Renzi e dal presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone”.

Ma come ho avuto modo di affermare precedentemente la lettura puntuale dell’articolo 97 del nuovo codice dei contratti azzera la possibilità di esclusione automatica delle offerte anomale a differenza della legge regionale n. 14 in cui è prevista l’esclusione automatica delle offerte anomale.

Tra l’altro la Regione siciliana, in attesa della sentenza della Corte costituzionale e successivamente alla pubblicazione del decreto-legge n. 210/2015, nella Circolare del Dipartimento regionale tecnico prot. n. 38006 dell’1 marzo 2016 ha precisato che in Sicilia trovano ancora applicazione le disposizioni di cui ai commi 6, 6 bis, 6 ter e 6 quater dell’articolo 19 della legge regionale n. 12/2011 nel testo introdotto dall’articolo 1 della legge regionale n. 14/2015.

A cura di Arch. Paolo Oreto

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