Riforma Codice dei contratti e DL Semplificazioni, OICE: 'I progettisti possono prepararsi a chiudere'

"Se queste sono le proposte del Governo del cambiamento per semplificare e per riformare il codice, possiamo tranquillamente dire che i progettisti possono p...

06/12/2018

"Se queste sono le proposte del Governo del cambiamento per semplificare e per riformare il codice, possiamo tranquillamente dire che i progettisti possono prepararsi a chiudere".

Sono queste le parole del Presidente OICE Gabriele Scicolone in riferimento alle proposte di modifica al D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) contenute nell'art. 17 della bozza del D.L. Semplificazioni che il Governo sta preparando (leggi articolo). Tra queste, in particolare, abbiamo segnalato le modifiche:

  • all'art. 23, comma 3-bis - che amplia le possibilità dell'appalto integrato (leggi articolo);
  • all'articolo 113, comma 2 - con la quale ritorna l'incentivo del 2% ai tecnici della p.a. per le attività di progettazione, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, di verifica preventiva della progettazione (leggi articolo).

"Più che di cambiamento si deve parlare di una sciagurata “restaurazione”. Non ci si rende conto - afferma il Presidente OICE - che, fra l'incentivo del 2% applicabile nuovamente alla progettazione e il ritorno all'appalto integrato, si stanno creando le condizioni per far tornare in uno stato di opacità un settore che vale il 7,5% del PIL, di cui una buona fetta è rappresentato dalle opere pubbliche. Addirittura leggere che si potranno fare opere senza il progetto esecutivo; siamo all’assurdo che per “semplificare” vogliamo non progettare; realizzare senza progettare compiutamente; sicuramente questo significherà: opacità della spesa, a tutto vantaggio di chi se ne vorrà e potrà avvantaggiare. Progetti nuovamente carenti, preda delle varianti, tutto il peggio di quanto avevamo già visto. Non si sarebbe potuto imboccare strada più sbagliata; duole dirlo".

"Siamo di fronte ad un combinato di errori più unico che raro - continua allarmato il Presidente Scicolone - non soltanto, con pervicacia, si mantiene nella legge di stabilità l'assurda, antistorica e inutile Centrale di Progettazione, ma addirittura si immagina che si possa semplificare il nostro settore ripristinando la prassi dell'incentivazione dei tecnici delle pubbliche amministrazioni che progettano quando ormai è evidente che non può essere questa la funzione da incentivare, ma quella di programmazione e controllo. E poi: da un lato si crea una Centrale per la progettazione, assumendo che gli enti locali non progettano, e poi si incentivano i tecnici a progettare? non sembra del tutto lineare, salvo che non sia una norma ad personam per i 300 tecnici della Centrale di progettazione".

"Permettere l'appalto integrato per tutte le manutenzioni - rileva Scicolone - avviando i lavori senza preventiva approvazione del progetto esecutivo, è un passo indietro pauroso, e fonte di possibili criticità sotto diversi punti di vista. Quanto si propone non avrà altro effetto che mettere in pericolo la terzietà del progettista, che lavora per e nell’interesse della stazione appaltante e vanificare il principio di separazione dei ruoli fra progettista e costruttore che rappresenta un elemento di assoluta trasparenza, a garanzia e nell’interesse di tutti gli operatori del settore e della qualità del progetto. Non è vero poi che con l’appalto integrato si evita il contenzioso perché l'impresa avrà tutto l'interesse ad inserire elementi per fare riserve che, poi, la stazione appaltante accetterà necessariamente per non ammettere che il progetto definitivo che ha predisposto, approvato e validato non andava bene. Anche sul fronte della presunta riduzione delle riserve l’esperienza di anni di applicazione dell’appalto integrato dimostra che le motivazioni per presentare riserve permangono, a cominciare dal livello del progetto posto a base di gara, per sua natura stessa meno definito e quindi passibile di recriminazione per mancanze o inesattezze".

"Siamo di fronte ad una paurosa inversione ad U - chiosa il Presidente OICE - in un settore che stava vedendo spiragli di miglioramento. Siamo costretti a rifare battaglie fatte oltre 5-6 anni fa. Veramente ci interroghiamo su quali siano le logiche o le competenze che stiano guidando scelte così manifestamente errate”.

Ringraziamo il Presidente OICE Gabriele Scicolone e lasciamo come sempre a voi ogni commento.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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