Riqualificazione delle periferie: entro il 31 gennaio 2016 il DPCM con il bando

Dovrà essere predisposto entro il 31 gennaio 2016 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definirà le modalità e le procedure per la success...

di Danilo Maniscalco - 29/01/2016

Dovrà essere predisposto entro il 31 gennaio 2016 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che definirà le modalità e le procedure per la successiva presentazione dei progetti di riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.

È quanto previsto dai commi 974-977 della Legge di Stabilità per il 2016  che ha stanziato 500 milioni di euro per l'anno 2016 per programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e delle strutture edilizie esistenti, rivolti all'accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana, al potenziamento delle prestazioni urbane anche con riferimento alla mobilità sostenibile, allo sviluppo di pratiche, come quelle del terzo settore e del servizio civile, per l'inclusione sociale e per la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano, anche con riferimento all'adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati.

Per la predisposizione del programma, gli Enti interessati avranno tempo fino all'1 marzo 2016 per trasmettere i progetti, secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato, entro il 31 gennaio 2016, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza unificata.

Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC

Siamo soddisfatti che finalmente il Governo cominci a comprendere che le politiche di rigenerazione urbana sostenibile legate alle azioni per porre fine al consumo di suolo, che gli architetti italiani sollecitano da tempo, non si limitino ad essere interventi di tutela ambientale finalizzati a migliore la qualità e la bellezza dell’habitat, ma possono anche rappresentare strumenti per favorire, in termini economici, la ripresa. Così come rigenerare gli edifici da un punto di vista energetico non è solo un obbligo comunitario, ma significa, invece, porre in atto una politica economica intelligente, che aumenta il PIL, contiene i consumi energetici, senza bisogno di grandi investimenti pubblici”.

Questo il commento del presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Leopoldo Freyrie, intervenendo all’incontro, che si è tenuto al Senato, “Gli alberi nel cielo e lo sviluppo delle città. Dialogo con Stefano Boeri”.

Ci auguriamo - ha continuato Freyrie - che si colga l’opportunità del bando per la riqualificazione delle periferie, che sarà pubblicato a giorni, per avviare un’agenda urbana efficace e compiere scelte innovative delle quali hanno bisogno le nostre città e i cittadini italiani. Per farlo serve che si valorizzino i progetti di qualità, vengano superati i complicati e farraginosi meccanismi burocratici per dare vita ad un grande progetto d’investimento di idee sulle città, prevedendo coraggiosi strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana”.

Come architetti - continua il Presidente degli Architetti Italiani - siamo responsabili nei confronti della comunità dei cittadini, perché l’architettura e l’urbanistica sono pubbliche per definizione, ed è per noi imprescindibile mantenere sempre vivo il dialogo con coloro che abitano case e città. Lo siamo anche verso l’ambiente e la storia e questo vuol dire esserlo verso il futuro. Responsabilità delle istituzioni è, invece, quella di rimettere al centro della strategia del nostro Paese la politica per le città e di scrivere regole e norme adatte ad attuarla”.

La riduzione del consumo del suolo, il riuso delle città, la bellezza e la sicurezza degli edifici, la tutela attiva dei paesaggi - termina Freyrie - hanno bisogno di regole chiare, finalizzate a un progetto nazionale condiviso, grazie al quale sarà possibile tornare a pensare e a fare in grande”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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