Struttura di Progettazione dell'Agenzia del Demanio: trovata l'intesa

Le reazioni di Fondazione Inarcassa e OICE all'intesa tra l'Agenzia del Demanio e Investitalia per la progettazione interna alla P.A.

di Redazione tecnica - 13/01/2021

Quello della progettazione interna alla pubblica amministrazione è uno dei temi con più corsi e ricorsi storici che hanno messo a confronto (e spesso battagliare) ideologie e posizioni diverse.

Progettazione: interna o esterna?

Da una parte il libero mercato fatto di competenza, aggiornamenti e continui confronti e dall'altra la pubblica amministrazione che negli anni ha subito un forte ridimensionamento nelle risorse economiche ma soprattutto umane. Il dibattito è sempre stato trincerato su due posizioni antitetiche: chi attribuisce alla pubblica amministrazione un compito di programmazione e controllo e chi, invece, ritiene che affidare la fase progettuale internamente possa ridurre tempi e costi.

L'accordo tra l'Agenzia del Demanio e Investitalia

Non poteva, dunque, passare inosservata l'intesa raggiunta tra l'Agenzia del Demanio e Investitalia per la valorizzazione delle aree dismesse dello Stato o in stato di abbandono, favorendo forme di paternariato pubblico-privato. Intesa per la quale sono stati messi a disposizione da Investitalia 20 milioni di euro per finanziare progetti esecutivi che consentano la veloce esecuzione di interventi e avere in tempi brevi misure prontamente cantierabili.

L’accordo firmato dal Direttore dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica e agli investimenti, Sen. Mario Turco, renderà efficace il coordinamento tra Investitalia e la Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici, assegnata all’Agenzia del Demanio con DPCM del 15 aprile 2019, quale soggetto facilitatore per l’attivazione degli investimenti. Si partirà con un progetto pilota dedicato al riuso e alla rigenerazione di aree e immobili pubblici dismessi, nonché di infrastrutture in disuso, su cui attivare iniziative di valorizzazione territoriale, economica e sociale, che sarà finanziato da Investitalia, per un importo complessivo massimo di € 20.000.000. In generale l’obiettivo dell’intesa è quello di riqualificare e valorizzare il patrimonio pubblico attraverso forme di partenariato pubblico-privato, in grado di convogliare investimenti su asset di pregio storico, culturale e naturalistico, con vocazione turistica o sportiva. La collaborazione riguarderà anche il progetto sul Demanio Digitale, finalizzato ad utilizzare le tecnologie, i sistemi, le infrastrutture e le reti digitali per il mantenimento e la protezione di funzioni vitali e critiche dello Stato.

Con questa intesa avviamo concretamente operazioni di grande portata sul patrimonio immobiliare pubblico, con particolare riguardo ai temi dell’innovazione digitale e della sostenibilità, promuovendo ogni strumento efficace per l’attrazione di investimenti sul territorio - ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia del Demanio Antonio Agostini – Gli immobili pubblici, dello Stato e degli Enti territoriali, rappresentano infatti un valore sociale ed economico di fondamentale importanza, soprattutto nell’attuale fase di congiuntura critica determinata dalla pandemia, e possono contribuire al rilancio del nostro Paese”.

La reazione dell'OICE

Pronta è arrivata la reazione dell'OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane, aderente a Confindustria, che ha preso posizione affermando: "Il recente accordo siglato fra Investitalia e Agenzia del Demanio ci lascia molto perplessi perché è frutto di una scelta sbagliata, ideologica, quantomeno antistorica e che non poggia su dati di realtà. In Italia, checché se ne dica, non manca affatto la capacità di progettare, anzi! Le nostre società di progettazione sono assolutamente ricercate all'estero per la qualità tecnica che sanno esprimere. La capacità di progettare da parte di società e professionisti non è un problema; allora perché, ci chiediamo, bisogna continuare a perdere tempo, di tanto in tanto, con idee retrograde di predisposizione di ennesimi apparati pubblici di progettazione? Il problema del Paese è, invece, la difficoltà di programmare, gestire e controllare i processi esecutivi. Oggi, anche con le norme del decreto semplificazioni, una progettazione si può affidare rapidamente e in maniera assai snella. Semmai il problema è approvare i progetti in tempi potabili e farli realizzare secondo i cronoprogrammi e ai costi stimati. Questo deve essere il compito di una Struttura pubblica, non quello di rinunciare ad affidare progetti e di realizzarli al proprio interno".

Secondo l'associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane "alimentare strutture pubbliche di progettazione rappresenta una scelta semplicemente illogica e anacronistica in controtendenza rispetto a quanto avviene nei Paesi industrializzati e modernamente organizzati".

Facendo il confronto con l'estero, l'OICE afferma "all'estero, invece di generare nuovi mostri burocratici chiedono al mercato servizi di qualità elevata e sanno controllare e verificare le risposte del mercato, organizzato in maniera multidisciplinare e tecnologicamente avanzato come mai potrà essere una Struttura pubblica di progettazione. D'altronde la macchina della progettazione pubblica muove circa un miliardo di euro di progettazione all'anno; a cosa serve una struttura per attivare 20 milioni di progettazione? Una goccia nell'oceano".

Per questo motivo, la proposta dell'OICE è di cambiare rapidamente rotta e investire in risorse e personale non tanto per progettare quanto per programmare e controllare, compiti essenziali per uno Stato moderno: "Anche le difficoltà cui stiamo assistendo nella definizione del PNRR confermano che la capacità di programmare, selezionare gli interventi e comprenderne a fondo la strategicità e l'utilità, rappresenta il vero tallone d'Achille dell'Italia. Anche su questo basterebbe rifarsi all'esperienza del mondo privato che del project management fa una sua leva tecnica fondamentale. Noi siamo a competa disposizione del Governo e dell'Agenzia del Demanio per un confronto aperto e franco su questi temi, nell'interesse primario del nostro Paese che non può permettersi soprattutto in questi difficili periodi, anche un solo errore strategico".

La reazione di Fondazione Inarcassa

Analoga reazione è arrivata da Fondazione Inarcassa, fortemente critica verso l’intesa istituzionale dell’Agenzia del Demanio e della Struttura di Missione Investitalia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzata ad individuare, strutturare e implementare iniziative per la realizzazione di strategie di sviluppo territorio.

Secondo il Presidente Franco Fietta l'intesa raggiunta non è una buona notizia ed è indispensabile che “Lo stato si impegni a svolgere un ruolo puntuale e rigoroso di programmazione generale e controllo delle opere pubbliche più che pensare alla progettazione, attività che invece spetta a ben altri soggetti".

Secondo il Presidente Fietta “una struttura di progettazione non serve. Non si comprende come le autorità statali possano mostrarsi adeguatamente efficienti immettendo ulteriori risorse in altri ambiti, costruendo nuove megastrutture pubbliche, avendo già dimostrato in passato di non essere in grado di gestire adeguatamente programmazione e controllo, suo vero compito cui è chiamato quotidianamente e che svolge invece a ritmo ridotto e non sempre con sufficiente costrutto”.

Per questo motivo, Fondazione Inarcassa condanna ”l’ennesimo spreco di risorse economiche e utilizzo non razionale dei fondi pubblici”, soprattutto la Fondazione fa notare che in un periodo delicato anche da un punto di vista economico come quello che sta attraversando l’Italia a causa della pandemia “la creazione di organi frutto di reminiscenze stataliste fuori dal tempo non può promuovere la competitività, premiare il merito e rispettare i principi comunitari di trasparenza, parità di trattamento ed efficienza, di cui il Paese ha assoluto bisogno, ora più che mai”.

E si ritorna alle radici del problema, affermando che “allo Stato spetterebbero i compiti di programmazione e controllo dei tempi di attuazione dei progetti. Accettare la nascita di questa struttura significa accettare la legittimazione per lo Stato di competenze improprie e la sottovalutazione ed il depauperamento di risorse tecniche e professionali private che pure nel Paese esistono e che hanno dato prova di grandi capacità e competenza anche in quella riqualificazione delle aree dismesse del Paese e valorizzazione degli immobili pubblici sottoutilizzati che si vuole ora ascrivere alla nuova struttura”, chiude il Presidente Fietta.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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