Superbonus e Sismabonus: per renderlo efficace deve essere credibile

Le proposte dell'Associazione ISI, Ingegneria Sismica Italiana, per migliorare la normativa che incentiva gli interventi di riduzione del rischio sismico

di Gianluca Oreto - 30/03/2021

Sin dalla loro inserimento nelle prime bozze del Decreto Rilancio, le detrazioni fiscali del 110% hanno avuto un grosso (enorme) problema di "comunicazione". Non sto parlando degli aspetti legati alla normativa, che come sappiamo non è esente da errori o dubbi (ma quale norma lo è?). Mi riferisco, in particolare, la modo in cui il Governo e il Parlamento hanno proposto questo nuovo strumento fiscale.

Il superbonus e il "tutto gratis"

Non si è puntato sulla potenza di una norma straordinaria per la riqualificazione energetica e strutturale del patrimonio immobiliare italiano. Ciò su cui si è fatto leva è sempre stato il "tutto gratis", concetto ribadito anche sul portale informativo messo a punto dal Governo in cui si parla di "possibilità di effettuare i lavori a costo zero per tutti i cittadini".

Dal primo momento in cui si è definito il quadro normativo di riferimento con la pubblicazione degli ultimi provvedimenti attuativi e dopo che tecnici, imprese e istituti di credito hanno cominciato a proporre prodotti e servizi dedicati, la domanda è sempre stata la stessa "come faccio a fare tutto gratis?".

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Superbonus e consapevolezza

In quest'ultimo periodo si è tornati a parlare di superbonus. Soprattutto per quel che riguarda la sua possibile proroga alla luce delle risorse messe in campo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra le varie proposte arrivate, merita molta attenzione quella avanzata dall'Associazione ISI, Ingegneria Sismica Italiana.

Una proposta che focalizza la sua attenzione sul Sismabonus, ovvero la misura per la riqualificazione strutturale. Una proposta che piace sin dalla sua formulazione iniziale perché prima ancora di parlare degli aspetti tecnici legati alla normativa, centra forse una delle più grandi problematiche: la credibilità della misura fiscale.

Quando si parla dei vantaggi della normativa, l'ing. Andrea Barocci, Presidente di ISI, afferma subito "È innegabile che il bonus sia un beneficio per i proprietari d’immobili, ma lo è anche per lo Stato; questo va detto con forza e in maniera positiva.

In un comunicato pubblicato sul suo sito informativo, ISI sottolinea come dal 1968 a oggi, l’Italia abbia speso "tra i 150 e i 200 miliardi di euro per far fronte al disastro causato dai terremoti; l’85% di questa spesa è servito per la ricostruzione, quindi per sopperire all’inadeguatezza degli edifici".

La conoscenza del quadro sismico del territorio, unita alla consapevolezza di una patrimonio edilizio costruito per circa il 75% in assenza di criteri antisismici, impone una seria riflessione sulla necessità di "mettere a bilancio la voce di spesa legata al rischio sismico"

Come sottolinea ISI "incentivare gli interventi di efficientamento strutturale significa investire sulla riduzione di quel capitolo di spesa. E se ci guadagna lo Stato allora ci guadagniamo tutti, perché dal 1968 a oggi per far fronte agli enormi esborsi legati ai terremoti sono state inserite le accise sui carburanti e queste sono pagate da ogni cittadino indistintamente dalla zona simica o dall’edificio in cui ha scelto di vivere".

Il Sismabonus, il miglioramento strutturale il sistema premiante

In riferimento all'assenza di un sistema premiante contenuto nel Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio), ISI afferma "Occorre avere il coraggio di rendere obbligatoria almeno la classificazione iniziale, per qualsiasi tipo d’intervento che si prevede di fare; solo così potrà crescere la cultura del rischio. Di recente è stato detto che questo comporterebbe un intralcio all’effettivo sviluppo della misura fiscale, appellandosi al fatto che la normativa stessa non lo richiede per interventi minimi".

"Aver tolto con il Dl 34/2020 l’obbligo al miglioramento di classe -afferma ISI - è una sconfitta nei confronti della riduzione del rischio sismico. Un provvedimento credibile e sostenibile deve andare verso la premialità e spiegare bene perché un cittadino possa avere un contributo diverso da un altro. Non è scandaloso pensare a percentuali differenziate sia per zone sismiche, sia per efficacia degli interventi. È invece scandaloso che un’abitazione degli anni ’90 in zona 3 abbia la stessa percentuale di detrazione e massimale di spesa di una in zona 1 costruita negli anni '40".

Il Sismabonus e l'assicurazione professionale

In riferimento all'obbligo di assicurazione professionale secondo ISI "aver inserito l’obbligo di assicurazione dedicata per i professionisti è controproducente nei confronti dei tecnici, che rimangono gli unici soggetti costretti ad assumersi compiti o responsabilità, peraltro spesso su questioni che non competono loro, in un intreccio tra normativa tecnica e fiscale che ha troppe zone grigie e che ancora non vede volontà di dialogo tra diverse competenze".

8 anni di controllo dell'Agenzia delle Entrate

"In una visione lungimirante, che vada oltre gli otto anni di controllo dell’Agenzia delle Entrate - continua ISI - occorre essere coraggiosi ed estendere questa responsabilità al proprietario dell’immobile, il quale deve fare l’assicurazione sul proprio edificio; solo questo potrà veramente tutelare lo Stato, per tutto quello che abbiamo già visto prima, nei confronti del danno erariale".

Il fascicolo del fabbricato

Proposta anche la previsione di un documento che attesti il livello di sicurezza del fabbricato, così come fatto per le prestazioni energetica. "Un’ulteriore proposta di miglioramento è legata al fatto che da anni siamo obbligati a conoscere, all’atto di una compravendita, il livello di efficientamento energetico del nostro edificio. Considerando quanto scritto sopra, sarebbe assolutamente legittimo richiedere la classificazione sismica del bene in vendita, e inserire tra i diritti del compratore quello di sapere il livello di sicurezza di cosa intende acquistare".

A questo proposito, l’Ing. Andrea Barocci aggiunge: “Questo farebbe nascere comportamenti virtuosi legati alla conoscenza del singolo cittadino, alla facilità per le assicurazioni nel valutare il bene, alle politiche statali di riduzione del rischio con la creazione nel tempo di una mappa nazionale”. Lo scoglio iniziale della classificazione nei condomini potrebbe essere superato mediante incentivazione fiscale o detrazioni.

Il superbonus e il "tutto gratis"

Tornando all'aspetto legato alla "consapevolezza" ISI afferma "abbiamo visto chiaramente negli ultimi mesi che la percezione di un incentivo strettamente legato al concetto di “gratuità”, per quanto interessante, può risultare dannosa e a lungo andare controproducente se parliamo in termini di riduzione del rischio".

"La strada corretta - conclude ISI - deve necessariamente partire da politiche che incentivino la consapevolezza, e che di conseguenza diventino credibili ed implementabili in modo sostenibile, altrimenti dopo lo sprint iniziale il rischio è di trovarsi senza più energie".

E su questo non si può che essere d'accordo al 100% (anche al 110% per i più spiritosi!).

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