Terremoto: l'Emilia trema ancora, crolla la Torre di Novi

Non ce l'ha fatta, dopo aver resistito alle scosse che negli ultimi giorni hanno devastato le regioni del nord, la Torre di Novi è definitivamente crollata d...

04/06/2012
Non ce l'ha fatta, dopo aver resistito alle scosse che negli ultimi giorni hanno devastato le regioni del nord, la Torre di Novi è definitivamente crollata dopo l'ultima scossa di magnitudo 5.1 registrata alle 21.20 di ieri.

Quello che rimaneva della Settecentesca torre dell'orologio, divenuta quasi il simbolo di un Paese che nonostante la devastazione era pronto a rialzarsi, è definitivamente crollato dopo la scossa di magnitudo 5.1 registrata alle 21.20 del 3 giugno 2012 con epicentro tra i comuni Concordia, Novi di Modena e San Possidonio, ad una profondità di 9,2 km. Nella giornata di lutto nazionale proclamata dal Governo in ricordo delle vittime del sisma, la terra continua, dunque, a tremare e non da tregua alle popolazioni emiliane. Il Sindaco di Novi, Luisa Turci, ha però affermato "La nostra torre è crollata ma noi non crolliamo, siamo in piedi, ce la faremo perché abbiamo le forze per farcela".

Il Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, intervenendo ai microfoni di Radio Rai, ha sottolineato l'importanza di "salvaguardare le comunità colpite attraverso l'equilibrio tra gli interventi per le emergenze e la capacità del territorio di riappropriarsi dei propri spazi''. Gabrielli si è mostrato, inoltre, tranquillo in merito alle risorse stanziate ammettendo che "Nel biennio sono stati individuati 2,5 miliardi di euro".

Alla scossa di magnitudo 5.1 è seguito uno sciame sismico ancora in corso che non ha fortunatamente provocato morte o feriti, ma certamente ha acuito la disperazione e il panico dell'intera popolazione dei comuni dell'epicentro che da giorni ormai è accampata nelle tendopoli o in campi autogestiti e che nella notte di ieri è nuovamente scappata in strada.

Le scosse registrate dopo la mezzanotte di ieri sono più di 30 con picchi di magnitudo 3.9 (ore 8.55) e 3.4, entrambe nei pressi di Concordia e San Possidonio. Ad aggravare la situazione è la violenta pioggia di stamattina che ha colpito la zona del sisma.

Detenuti al lavoro per la ricostruzione
Far lavorare i detenuti non pericolosi delle zone dell'Emilia colpite dal terremoto. È questa l'idea del Ministro della Giustizia Paola Severino che, nel corso di una conferenza stampa all'interno del carcere di Bologna ha proposto di far lavorare i detenuti non pericolosi per gli interventi urgenti di ripristino e per velocizzare la ripresa. "È un'idea, devo parlare con il provveditore e il direttore, ma mi piacerebbe rendere utile la popolazione carceraria non pericolosa per i lavori di ripresa del territorio" ha detto il ministro specificando che "in un momento come questo del terremoto che impone interventi immediati e tempestivi si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria come protagonista di quella che può essere una ripresa esemplare".

Il Ministro Severino ha precisato che l'impiego dei carcerati non pericolosi "è un'occasione giusta e doppiamente utile: i detenuti si sentirebbero utili alla popolazione, ma dall'altro lato ciò insegnerebbe alla cittadinanza a pensare che un detenuto può essere utile e non un peso alla società".

La proposta dell'Anci: Adottare i Comuni colpiti dal sisma
Interessante la proposta dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia (ANCI) che prevede l'adozione a distanza dei comuni danneggiati dal sisma. "Come presidente dell'Anci - ha affermato Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell'Anci - ho proposto ai comuni italiani di adottare a distanza qualche comune tra quelli più danneggiati dal sisma. Ad esempio, il comune di Cavezzo, praticamente un comune bombardato, di 7.000 abitanti: dieci comuni del Varesotto hanno adottato il futuro municipio di Cavezzo" "C'e' bisogno di riportare la normalità di nuovo al centro - ha spiegato Delrio - C'è da ricostruire qualche asilo, scuola, municipio. Un comune di piccole dimensioni può essere adottato facilmente. C'è molta buona volontà da parte di tutti - ha aggiunto - abbiamo voglia di ripartire. Tra Reggio e Modena molte fabbriche sono ripartite, invece nelle zone più cruciali, tra Finale Emilia e Mirandola, i problemi sono più complessi perché garantire la sicurezza in quelle condizioni e in poco tempo è più complicato".

Intanto continua la raccolta fondi Anci per le popolazioni e le amministrazioni colpite. Per partecipare inviare il proprio contributo sul c/c denominato "Terremoto Emilia e Mantova"IBAN: IT20N0623003202000057138452. ...aggiornamenti in corso.
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