Albo degli Ingegneri: rendere iscrizione obbligatoria

Il commento del Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini ai dati sulle iscrizioni all’INAD, frutto degli obblighi di legge imposti dagli Ordini

di Redazione tecnica - 09/11/2023

Sono soprattutto professionisti iscritti agli Ordini professionali ad alimentare la banca dati degli indirizzi digitali degli italiani (INAD), l’elenco online delle PEC attivo dalla scorsa estate.

Perrini (CNI): iscrizione all'Albo diventi obbligo di legge

Su 2,5 milioni di indirizzi Pec sin qui registrati, infatti, ben 2,3 milioni provengono dal sistema ordinistico e la la copertura di Ordini e collegi professionali è del 95% con 1.760 enti. Si tratta di percentuali possibili grazie al fatto che l’attivazione di un domicilio digitale per i professionisti appartenenti agli Ordini è un obbligo di legge.

“I dati riportati dalla stampa – ha osservato Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegnerimettono in evidenza che l'obbligo di riportare la Pec negli elenchi pubblici è di fatto assolto quasi esclusivamente dagli iscritti agli Ordini. Si tratta di una conseguenza del fatto che esiste un obbligo di legge e anche perché, facendo fede ai propri compiti istituzionali, gli Ordini esercitano un controllo di tipo deontologico su tutti i propri iscritti".

Secondo Perrini non si può dire la stessa cosa per tutte quelle professioni che non sono soggette ad un controllo pari a quello ordinistico. Il riferimento è “ai professionisti senza ordine, ma soprattutto a coloro che svolgono attività nel privato o nella P.A. senza essere obbligati ad iscriversi all’Albo". Ed evidenzia un numero davvero impressionante: su un milione di laureati in ingegneria in Italia, solo un quarto esercita la libera professione e, dunque, è obbligato ad entrare nel sistema ordinistico.

Per questo motivo il Consiglio Nazionale sta chiedendo di rendere obbligatoria l’iscrizione all’Albo per tutti gli ingegneri che svolgono la professione, indipendentemente se siano liberi professionisti o dipendenti, che siano inquadrati nella P.A. o nel settore privato. “La società, infatti, ha bisogno del ruolo degli Ordini, in quanto i soli capaci di garantire il rispetto della qualità delle prestazioni, con l'aggiornamento continuo imposto agli iscritti, e della legalità, grazie al controllo deontologico sugli obblighi normativi. Questa è l’unica via per garantire appieno il rispetto e la tutela dei cittadini”, conclude Perrini.

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