Appalti pubblici e inerzia della PA: interviene ANAC

Da oltre 20 anni il progetto di riqualificazione del Policlinico Umberto I di Roma è al palo. Una situazione in generale contrasto con i principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione

di Redazione tecnica - 19/09/2023

Un esempio lampante di inerzia della Pubblica Amministrazione in pieno contrasto con i principi di buon andamento, tempestività ed efficacia dell’azione amministrativa.

Appalti pubblici e inerzia della PA: la delibera ANAC

Non potrebbe definirsi altrimenti la questione del mancato avvio, a tutt’oggi, dei lavori di riqualificazione degli edifici del Policlinico Umberto I di Roma, la cui vicenda inizia nel lontano 2000 e che ad oggi, nonostante siano già costati circa 241 milioni di euro tra studi di fattibilità e progettazione, non sono andati oltre l’aggiudicazione di una gara per la progettazione.

Non solo: talmente tanto è il tempo passato, che i fondi a disposizione non basteranno, ma saranno sufficienti solo per 17 edifici su 41, dando priorità agli interventi a cui sono stati assegnati fondi PNRR.

In sintesi, queste le criticità riscontrate da ANAC e segnalate nella delibera del 6 settembre 2023, n. 396:

  • generali ritardi di progettazione ed attuazione degli interventi finanziati, per altro  già evidenziati a gennaio 2021 dalla Corte dei Conti. DAll'istituzione del Programma straordinario fino ad oggi, sono stati presentati ben cinque diversi progetti, con variazioni probabilmente frutto di scelte politiche che di ponderate valutazioni delle concrete esigenze sanitarie della capitale;
  • insufficienza del personale tecnico necessario per seguire le complesse procedure inerenti il progetto di rivalutazione, per il quale ad oggi sono stati acquisiti solamente tre ingegneri dirigenti – peraltro investiti anche della realizzazione degli interventi del PNRR connotati da carattere di urgenza -ed un consulente esterno;
  • specifici ritardi di attivazione delle procedure di appalto;
  • insufficienza dei finanziamenti;
  • ulteriori lavori finanziati con fondi del PNRR.

Fondi insufficienti a causa dei ritardi accumulati

Spiega l’Autorità che è un fatto da tempo noto che i fondi che sarebbero dovuti servire per la complessiva ristrutturazione del nosocomio, a causa del ventennale ritardo accumulato nell’iter progettuale e approvativo delle opere, non sono oggi forse neppure sufficienti per completare la fase 2 del programma, di certo non sufficienti per la fase 3.

Di conseguenza, in assenza di una rivalutazione complessiva del cosiddetto masterplan, si profila il concreto rischio di finanziare progettazioni per lavori che non potranno essere realizzati per carenza di fondi, ovvero che – come già avvenuto nel passato – risulteranno obsolete e non fruibili se e allorquando saranno disponibili i finanziamenti.

Ritardi gravi, che hanno anche costretto l’azienda ospedaliera, in assenza di ristrutturazione, a sostenere, per la parte pubblica, pesanti costi di locazione di spazi esterni. Si tratta di almeno 2 milioni l’anno, che si sarebbero potuti risparmiare e che esprimono un contrasto con i canoni di economicità ed efficienza che dovrebbero sempre informare l’agire delle amministrazioni.

E, ulteriore beffa, nulla è mutato negli ultimi tre anni, considerato che non risulta ancora avviato alcun intervento esecutivo.

Inefficienza nel coordinamento tra Amministrazioni

Secondo ANAC le maggiori difficoltà incontrate fino ad oggi solo in parte paiono ascrivibili a problematiche di natura tecnica; piuttosto sembra che in questi anni i numerosi studi, le varie modifiche, le integrazioni progettuali, si siano succedute in carenza di una logica progettuale unitaria che ha portato ad indecisioni e mutamenti di percorso che hanno causato i gravi ritardi che oggi si registrano. Di particolare rilievo, da questo punto di vista, i tempi per l’acquisizione dei pareri di legge. “Pur comprendendo la complessità degli aspetti tecnici sui quali sono chiamati ad esprimersi gli Enti e gli uffici a vario titolo coinvolti nel processo approvativo del progetto, non può non rilevarsi la eccessiva lentezza con la quale tali pareri vengono resi”.

E in proposito l’Autorità riprende quanto già detto dal Consiglio di Stato: “è invero considerazione di base che l’azione amministrativa, quando è ripartita tra varie competenze, specie in ragione dell’autonomia locale, necessita di applicazione effettiva dell’immanente principio fondamentale della leale cooperazione, che esige – a compensazione della ripartizione di competenze – che le amministrazioni implicate collaborino realmente nella salvaguardia dell’esercizio reciproco delle funzioni, acquisendo così una congrua e completa conoscenza dei fatti e la possibilità di una considerazione adeguata e proporzionata degli interessi coinvolti nelle rispettive competenze, vagliando se gli assunti presi a base sono corretti o possono essere corretti e modificati pur senza venire meno alla cura dell’interesse pubblico di loro attribuzione: ferma restando poi per ciascuna la autonoma e definitiva valutazione (specie se tecnica: la comparazione non trasforma infatti la valutazione tecnica in un giudizio di discrezionalità amministrativa” (Cons. Stato, VI, 5 marzo 2014, n. 1059).

Conclude ANAC evidenziando l’inerzia delle Amministrazioni coinvolte nell’intervento di riqualificazione del Policlinico Umberto I, “il cui operato appare in generale contrasto con i principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione come enunciati all’art. 97 della Costituzione, in conseguenza evidenziandosi altresì il mancato rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza fra l’altro enunciati all’art. 30 del d.lgs 50/2016”.

La delibera dell'Autorità

Di conseguenza, si raccomanda alla Stazione Appaltante il rispetto dei tempi previsti dal cronoprogramma degli interventi finanziati con fondi PNRR; inoltre l'Autorità Anticorruzione ha invitato l’azienda ospedaliera e la Regione Lazio a presentare, entro 120 giorni, una prima proposta di risoluzione delle problematiche, con particolare riferimento all’ottimale utilizzo dei fondi residui e ai primi interventi da porre in essere per il rispetto del cronoprogramma, presentato a suo tempo dall’Amministrazione ospedaliera. Infine, la delibera è stata segnalata anche al Ministero della Salute.

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