Bonus acqua potabile: via alle richieste

Aperto fino al 28 febbraio il canale per la comunicazione delle spese sostenute nel 2021

di Redazione tecnica - 03/02/2022

C’è tempo fino al 28 febbraio per richiedere il “Bonus acqua potabile”, il credito d’imposta del 50% riconosciuto per l’acquisto di sistemi che migliorano la qualità dell’acqua da bere, introdotto dalla Legge di Bilancio 2021.

Che cos’è il Bonus acqua potabile

Il bonus nasce con l’obiettivo di razionalizzare l’uso dell’acqua, migliorare la qualità di quella corrente e ridurre così il consumo di bottiglie di plastica.

In particolare, la legge n. 178/2020 ha previsto un credito d'imposta del 50% per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l'installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti.

Con la legge di Bilancio 2022 (legge n. 234/2021), l’agevolazione è stata prorogata, ammettendo al bonus anche le spese che verranno sostenute fino al 31 dicembre 2023.

Possono accedere al bonus acqua potabile le persone fisiche, i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.

A quanto ammonta il credito

Il credito d’imposta è pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 1.000 euro di spesa per ciascun immobile per le persone fisiche e di 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

Attenzione però: considerato che per il 2021 il tetto per la spesa complessiva è pari a 5 milioni di euro, l’Agenzia delle Entrate calcolerà la percentuale rapportando questo importo all’ammontare complessivo del credito d’imposta risultante da tutte le comunicazioni validamente presentate.

Come richiedere il bonus Acqua Potabile

Per richiedere l’agevolazione è necessario documentare le spese sostenute con fattura elettronica o documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Per i privati e in generale i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento va effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti.

Per le spese sostenute prima del 16 giugno 2021 (data di pubblicazione del Provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate che ha dettato criteri e modalità per accedere al bonus) sono fatti salvi i pagamenti in qualunque modo avvenuti ed è possibile integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.

L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo al quello di sostenimento del costo inviando l’apposito modello tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

In particolare, sono attualmente in corso le comunicazioni delle spese sostenute nel 2021. Entro 10 giorni dall’invio, nell’area riservata viene rilasciata la ricevuta di presa in carico o di scarto della comunicazione. Dopodiché, il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al suo completo utilizzo.

Per le spese sostenute nel corso del 2022, la comunicazione dovrà essere effettuata nel 2023.

© Riproduzione riservata