Bonus dipendenti con figli a carico: chiarimenti dal Fisco

In una recente Circolare, l'Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sul bonus fino a 3mila euro previsto dall'art. 40 del Decreto Lavoro

di Redazione tecnica - 24/08/2023

Può arrivare fino a 3mila euro il bonus per dipendenti con figli a carico in relazione all'esenzione dei fringe benefit previsti dall’articolo 51, comma 3, terzo periodo, del TUIR, (d.P.R. n. 917/1986). Così ha stabilito l’art. 40 del D.L. n. 48/2023 (c.d. “Decreto Lavoro”), convertito con legge n. 85/2023 e sul quale ora l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti con la Circolare del 1° agosto 2023, n. 23/E.

Bonus dipendenti con figli a carico: la circolare del Fisco

Si tratta di una deroga limitata al periodo d’imposta 2023, concedendo un nuovo limite massimo di esclusione dal reddito di lavoro dipendente e che, analogamente all’art. 12 del D.L. n. 115/2022 (Decreto Aiuti-bis), include tra i fringe benefit concessi ai lavoratori anche «le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale». Rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente anche i beni ceduti e i servizi prestati al coniuge del lavoratore o ai familiari indicati nell’articolo 12 del TUIR, nonché i beni e i servizi per i quali venga attribuito il diritto di ottenerli da terzi

Come specifica l'Agenzia delle Entrate nella Circolare, al ricorrere dei requisiti previsti dall’art. 40 del Decreto Lavoro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore, oltre che le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, pertanto, non concorrono, nel rispetto del limite 3mila euro, a formare il reddito di lavoro dipendente, né sono soggetti all’imposta sostitutiva prevista dalla legge di Bilancio 2016, anche nel caso in cui gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, dei premi di risultato e delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. La sostituzione dei premi di risultato e degli utili, potenzialmente assoggettabili a imposta sostitutiva, con beni e servizi o somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche può avvenire solo qualora i contratti aziendali o territoriali prevedano la sostituibilità con benefit.

Inoltre, al fine di evitare che si fruisca più volte di un beneficio in relazione alle stesse spese, le somme pagate per le utenze dal lavoratore dipendente nel 2023 che si riferiscono a consumi di competenza del 2022 che siano già state rimborsate o per le quali siano già state erogate le somme dal datore di lavoro non possono essere considerate ai fini della nuova agevolazione di cui all’articolo 40 del Decreto Lavoro.

Bonus fringe benefit: i beneficiari

L’agevolazione è riconosciuta in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi. Spetta anche quando il contribuente non possa beneficiare della detrazione per figli fiscalmente a carico di cui all’articolo 12 del TUIR poiché per gli stessi percepisce l’assegno unico e universale (AUU).

Qualora i genitori si accordino per attribuire l’intera detrazione per figli fiscalmente a carico a quello dei due che possiede il reddito complessivo di ammontare più elevato, ai sensi dell’articolo 12, comma 1, lettera c), del TUIR, la nuova agevolazione spetta a entrambi, in quanto il figlio è considerato fiscalmente a carico sia dell’uno sia dell’altro genitore. Questo perché l’art. 40 dispone, infatti, che, per beneficiare dell’esenzione, i figli debbano trovarsi nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR e non che il genitore fruisca della relativa detrazione.

Con riguardo alla restante platea di lavoratori dipendenti, continuerà ad applicarsi l’ordinario regime di esenzione con una soglia fino a euro 258,23 per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati e, non estende tale previsione ai rimborsi e alle somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas, per i quali resta applicabile il principio generale secondo cui qualunque somma percepita dal lavoratore in relazione al rapporto di lavoro costituisce reddito imponibile di lavoro dipendente.

Esenzione fringe benefit: come accedere al beneficio

Per accedere al beneficio, il lavoratore deve dichiarare al proprio datore di lavoro di averne diritto, indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Non essendo prevista una forma specifica per questa dichiarazione, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti. Naturalmente, se vengono meno i presupposti per l’agevolazione - per esempio nel caso in cui, nel corso dell’anno, un figlio non sia più fiscalmente a carico - il dipendente è tenuto a darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro. Quest’ultimo recupererà quindi il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi e, comunque, entro i termini per le operazioni di conguaglio.

Infine, l'Agenzia dell'Entrate ricorda che il regime dell’articolo 40 rappresenta un’agevolazione ulteriore, diversa e autonoma, rispetto al bonus carburante di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 marzo 2023, n. 23. Ne consegue che, al fine di fruire dell’esenzione da imposizione, i beni e i servizi erogati nel periodo d’imposta 2023 dal datore di lavoro a favore di ciascun lavoratore dipendente possono raggiunger:

  •  un valore di euro 200 per uno o più buoni benzina;
  • un valore di euro 3.000 per l’insieme degli altri beni e servizi (compresi eventuali ulteriori buoni benzina), nonché per le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

 

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