Dallo Sblocca Cantieri al blocco delle attività? proroga per i laboratori

Nuova proroga termini rilascio autorizzazioni laboratori per prove e controlli ex circolare n. 633/stc/2019

di Redazione tecnica - 15/07/2021

Il tema della sicurezza delle costruzioni esistenti rappresenta una priorità per la nazione. In questo ambito, già a partire dal 2018, le norme tecniche sulle costruzioni, hanno cominciato a porre maggiore attenzione sui soggetti autorizzati al controllo dei materiali. Episodi tragici come quelli occorsi a Genova e i vari eventi sismici passati hanno sollecitato e posto all'attenzione anche dell'opinione pubblica l'urgenza di interventi in questi settori, evidenziando la necessità di qualificare personale e addetti competenti ad operare sulla conoscenza, tramite prove e indagini, del costruito esistente.

La circolare 633/2019

Il più recente ed avanzato tentativo, non solo a livello nazionale ma anche europeo, di disciplinare questo ambito è sintetizzato dal percorso normativo che ha portato alla nascita della circolare 633/2019, per la creazione (che sembrava imminente) di specifici laboratori autorizzati a operare su costruzioni esistenti e ad effettuare prove in situ. Sono trascorsi due anni, l'iter istruttorio di molte richieste pendenti al CSLP è terminato, ma il Ministero ha bloccato tutto con una proroga dei termini di rilascio rimandati di almeno a fine 2021. Eppure, molti soggetti privati e società hanno già investito ingenti capitali, materiali e di impegno, per seguire le indicazioni della circolare e costituire strutture organizzative conformi a tali dettami, che rappresentano il punto più avanzato ad oggi nella regolamentazione dei soggetti competenti nelle indagini e prove sul costruito.

Se è vero che è sempre più urgente una specifica competenza e un'azione incisiva sulle strutture esistenti - si pensi al tema della certificazione dei risultati ottenuti dalle prove in ambito Sismabonus, di sicurezza di ponti, strade, infrastrutture,  scuole, ospedali e ancora, del vastissimo patrimonio esistente e datato in Italia, la proroga indicata dal Ministero appare veramente immotivata, oltretutto se giustificata con i ritardi possibili dovuti all'emergenza Covid, situazione che nella sua straordinarietà non appare possa comunque incidere su un percorso autorizzativo come quello richiesto.

Dobbiamo quindi pensare che rischiamo di fare passare ancora molti mesi o anni prima che una riforma epocale ma importantissima come quella della nascita dei laboratori per le prove in situ, veda realmente la luce? Sul tema si sono espresse con decisioni e richieste di chiarimenti varie associazioni operanti nel settore, che vedono vanificati gli sforzi di molti associati, i quali durante il vero lockdown (primavera 2020) si erano già mossi e con investimenti ingenti, al fine di giungere pronti alla data di rilascio delle autorizzazioni previste per i primi giorni di luglio di quest'anno.

Proroga data rilascio autorizzazioni laboratori per prove e controlli su strutture esistenti: le reazioni

Il nuovo decreto del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici del 2 luglio scorso ha infatti prorogato al 31 dicembre 2021 la data di rilascio delle prime autorizzazioni a operare come “Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti” di cui all’art. 59, comma 2, del D.P.R. n. 380/2001, ai sensi della Circolare 03 dicembre 2019 n. 633/STC.

Tale slittamento ha portato le associazioni ALGI (“Associazione Laboratori Geotecnici Italiani”), ALIG (“Associazione Italiana Laboratori di Ingegneria e Geotecnica”), ALPI (“Associazione Laboratori di Prova e Organismi di Certificazione e Ispezione”), CODIS (“Associazione per il Controllo, la Diagnostica e la Sicurezza delle Strutture Infrastrutture e dei Beni Culturali”) e MASTER (Associazione “Materials and Structures, Testing and Research”) a inviare una comunicazione al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro IMS Giovannini e al presidente del CSLLPP per chiedere chiarimenti su questo nuovo e immotivato rinvio.

Effettivamente si tratta di una decisione difficilmente comprensibile, considerando che a conti fatti saranno passati ben 30 mesi dalla legge n. 55/2019, che ha convertito in legge il cd. Decreto “Sbloccacantieri” provvedimento ritenuto urgente per il Paese che ha recato alcune importanti modifiche al DPR 380/01 – Testo Unico dell’Edilizia, tra cui:

  • l'inserimento di prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti (articolo 59, comma 2, lettera c-bis);
  • la definizione del termine di 60 giorni per il CSLLPP per adottare specifici provvedimenti finalizzati all'attuazione del suddetto articolo.

Ritardi su ritardi già allora, quando i 60 giorni sono diventati quasi il triplo, considerando che la Circolare 633/STC, finalizzata a regolamentare la nuova forma di Laboratorio Autorizzato per il controllo del costruito esistente è stata emanata soltanto il 3 dicembre 2019, fissando l’inizio delle attività di istruttoria a cura del CSLLPP al 3 giugno 2020 e quindi ben 6 mesi dopo (o un anno dopo l'entrata in vigore della L. n. 55/2019, volendola guardare da un altro punto di vista). L'emergenza sanitaria ha poi dato il suo contributo, facendo slittare la proroga addirittura a un anno dopo e fissando la nuova data al 30 giugno 2021, oggi per l'ennesima volta portata avanti.

Perché l'attività dei laboratori va iniziata: la comunicazione congiunta delle associazioni di settore

Tante le ragioni addotte dalle associazioni per non ritardare ulteriormente l'inizio elle attività. In particolare, la comunicazione ha evidenziato che:

  • l'attività dei laboratori è stata definita come servizio di “pubblica utilità”,  “indispensabile” per il controllo e monitoraggio in esercizio delle costruzioni civili e delle infrastrutture strategiche (scuole, ospedali, caserme, ponti, viadotti, cavalcavia, passerelle, gallerie, ecc.).
  • la straordinaria crisi epidemiologica da COVID-19 e le inevitabili drammatiche ripercussioni economiche hanno colpito anche il settore delle costruzioni e delle professioni tecniche, già da tempo sofferente e duramente messo alla prova in questo lungo periodo di forzato arresto delle attività, compresi i soggetti che hanno già provveduto a richiedere l’autorizzazione (laboratori, società di ingegneria, società di servizi, società operanti nel settore della diagnostica, ecc.);
  • la sistematica attività di controllo e diagnosi strutturale assume carattere di urgenza e indifferibilità a causa di un patrimonio infrastrutturale nazionale estremamente vulnerabile;
  • il notevole impegno in termini di controllo e di certificazione che sarà richiesto dai progetti nel settore delle infrastrutture strategiche previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR);
  • la necessità di un preliminare e indispensabile ricorso a prove e controlli previsto sulle costruzioni esistenti per dare piena attuazione al “Sisma Bonus”.

Appare evidente come il tema della sicurezza delle infrastutture e strutture non può più essere rimandato: rimandarlo significherebbe accettare di rimandare la conoscenza del costruito e l'adeguata sicurezza delle costruzioni esistenti, oltre che di negare la necessità, sempre più impellente, di avere sul campo tecnici specializzati alla certificazione dalla correttezza delle indagini e delle prove utilizzate per gli interventi.

La comunicazione ha anche sottolineato come .lo smart working avrebbe potuto accelerare lo sblocco dei lavori perché:

  • la fase istruttoria delle pratiche e delle relative visite ispettive potevano essere tranquillamente eseguite dal 3 giugno 2020 al 30 giugno 2021 anche mediante forme di lavoro “agile” con l’uso delle tecnologie dell’informazione o in modalità a distanza;
  • sempre in modalità lavoro agile, il personale del CSLLPP ha avviato decine di istruttorie inerenti all’Autorizzazione ex Circolare 633, e ha continuato a svolgere le istruttorie ed a rilasciare le Autorizzazioni per le altre forme previgenti di Laboratorio Autorizzato (ex Circolari 7617 e 7618).

Un'attesa costosa: gli investimenti già sostenuti dagli addetti ai lavori

Sono passati quasi 3 anni dal crollo del ponte Morandi e oltre due dalla Legge n. 55 del 14 giugno 2019. Quella che i laboratori e gli addetti ai lavori si trovano oggi a subire è un'impasse immotivata, nell'attesa di una importante riforma del settore dei controlli sulle costruzioni esistenti.

Tra l'altro, nonostante la drammatica crisi in atto e con l'obiettivo di programmarsi per tempo e dare immediato avvio alla “nuova” attività, le associazioni coinvolte, che annoverano tra i loro iscritti oltre 1.000 soci - tra i quali almeno 80 laboratori/società di ingegneria, eccellenze nel settore della diagnostica strutturale -  hanno già investito diverse risorse e sostenuto le spese relative a:

  • approvvigionamento della dotazione strumentale prevista dalla Circolare 633/STC;
  • approvvigionamento del personale e dei locali idonei ai test;
  • consulenza per la predisposizione della documentazione prescritta e aggiornamento del SGQ.

Tutti costi finora sostenuti considerando con fiducia che questa attività potrebbe contribuire in modo incisivo a un primo rilancio del settore post pandemia.

La specializzazione tecnica richiesta dalla Circolare 633/STC

Vale la pena ricordare il Parere del Gruppo di Lavoro del Consiglio Nazionale Ingegneri in tema di attività diagnostiche su costruzioni esistenti (S. Calzolari, G. Cardinale, M. Mariani, D. Perrini, R.Solustri) in merito alla potenziale limitazione dell'azione di soggetti competenti ed esperti in indagini non distruttive a vantaggio di soggetti imprenditoriali.

L'attuale normativa di legge infatti non impedisce agli iscritti all'ordine di svolgere attività diagnostiche su strutture già esistenti finalizzate alla redazione di rapporti di prova da utilizzare per le proprie necessità tecnico professionali; diversamente, se tali soggetti volessero operare nell'esecuzione di indagini distruttive e relative certificazioni eseguite da loro stessi nel rispetto delle NTC 2018 e dell'art. 59 DPR 380/01, dovrebbero uniformarsi alle procedure fissate dalla Circolare STC 633/2018.

Proprio per questo motivo, la normativa può rappresentare invece un'opportunità importante, sia di lavoro che di specializzazione nell'ambito proprio dell'ingegneria.

© Riproduzione riservata