DEF 2024: verso l'approvazione del Documento di Economia e Finanza

Il Ministro dell'Economia e Finanze in audizione ha anticipato alcune novità. Dall'anno prossimo si utilizzerà il Piano Fiscale Strutturale

di Redazione tecnica - 05/04/2024

Verrà approvato la prossima settimana in Consiglio dei Ministri il Documento di Economia e Finanza (Def) con una conformazione differente, e che verrà dal prossimo anno sostituito dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio annuale, come previsto dalla normativa europea.

Documento di Economia e Finanza: maggiore controllo sulla spesa pubblica

Ne ha parlato il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti nel corso dell’audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato sul nuovo sistema di governance europea. Il ministro ha anche spiegato che considerato il peso del debito pubblico, sarà necessario, insistere sul controllo della spesa pubblica con nuovi strumenti di monitoraggio e di misurazione dell'efficacia delle politiche pubbliche finanziate. Inoltre sarà necessario superare, gli attuali sistemi dei crediti d'imposta e trovare altri strumenti più controllabili, come ad esempio i contributi.

Al 31 dicembre 2023, l'esposizione dello Stato si è attestata intorno ai 300 miliardi di euro, pari a circa il 14,4% del PIL, in calo rispetto al 15,9% del 2022 e ai picchi raggiunti durante il Covid, ma ancora lontana dal 4,9% del 2019.

In base all'indebitamento registrato dall'Italia lo scorso anno (7,2% del PIL, secondo le stime Istat), è quasi certo che la commissione europea raccomanderà al Consiglio di aprire una procedura di disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia, come della Francia e di altri 10 paesi.

Verso il Piano Fiscale Strutturale

Secondo le nuove regole, il DEF dall’anno prossimo verrà sostituito dal Piano fiscale-strutturale di medio termine, che dovrà essere presentato alle autorità europee entro il 30 aprile, con una cadenza allineata alla durata della legislatura nazionale. Nel periodo di vigenza del Piano, dovrà essere presentato un Rapporto di monitoraggio annuale, sottoposto allo stesso termine previsto per il Piano (30 aprile).

Per l’anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione del Piano entro il 20 settembre.

Il Documento di Economia e Finanza che verrà a breve presentato, ha sottolineato il Ministro, sarà quindi, l’ultimo sottoposto all’esame delle Commissioni, dal momento che la prima e la terza sezione – rispettivamente, Programma di Stabilità e Programma nazionale di riforma – saranno rispettivamente assorbiti dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio.

Si attendono indicazioni su come assorbire la seconda sezione e gli allegati al DEF.

Il debito pubblico

In riferimento ai dati sul debito pubblico, Giorgetti ha sottolineato la funzione di immissione di liquidità per il sistema imprenditoriale italiano che hanno svolto le garanzie disegnate durante la fase più acuta della crisi indotta dal Covid: “Un massiccio intervento da parte dello Stato, concepito in un contesto macroeconomico e geopolitico incerto e complesso, ha comportato un significativo impegno di risorse pubbliche stanziate a copertura delle potenziali escussioni. Si tratta di esborsi fisiologici, che ci attendiamo si manifesteranno nei prossimi anni ma le cui coperture risultano, ad oggi, adeguate”, fermo restando che “i vincoli della nuova governance europea richiedono un cambio di prospettiva che, dalla fase emergenziale, ci riporti progressivamente verso un percorso ordinario”.

Per questo va prestata sempre maggiore attenzione all’andamento della cassa, strettamente connesso a quello del debito e, nell'ambito della riforma della normativa di contabilità, alla realizzazione di un sistema di contabilità economico-patrimoniale unico per le pubbliche amministrazioni italiane. Tale sistema contabile, molto diffuso nei diversi ordinamenti, non solo dei paesi dell’Unione europea, è stato inserito anche fra le riforme abilitanti del PNRR.

Conclude il Ministro: “La complessità dell’evoluzione del contesto economico e le innegabili tensioni che vi si accompagnano, con evidenti ricadute anche sui dati di finanza pubblica, richiedono di ripensare le finalità dell’azione pubblica, di modo da individuare adeguati spazi da utilizzare soprattutto in favore dell’offerta e non più solo della domanda. Questo anche in considerazione del livello del debito pubblico che, per evidenti ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche e, oramai, l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa”.

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