Donazioni immobiliari: i dati del Notariato su uno strumento stabile di pianificazione familiare
Il report del 2024 conferma una crescita delle donazioni, atto pubblico da utilizzare per tutte le liberalità e spesso espressione delle volontà successorie
Le donazioni tornano a crescere. Dopo il lieve rallentamento del 2023, nel 2024 le donazioni di beni immobili e diritti reali immobiliari hanno registrato un incremento del +6,8%, raggiungendo quota 217.749 atti stipulati, un dato che si avvicina ai numeri record del 2021 (221.642) e che conferma la centralità di questo strumento giuridico per la gestione intergenerazionale del patrimonio familiare.
Donazioni immobiliari: i dati del Notariato sul 2024
La conferma arriva dal Consiglio Nazionale del Notariato, che ha pubblicato i Dati Statistici Notarili per il 2024: a differenza di altri trasferimenti patrimoniali, le donazioni devono obbligatoriamente essere stipulate per atto pubblico notarile, salvo che si tratti di donazioni di modico valore.Anche per le liberalità diverse dagli immobili (beni mobili o denaro), il passaggio patrimoniale è formalizzato con atto pubblico, rendendo il notaio soggetto centrale per tutte le donazioni.
I dati, suddivisi per tipologia, area geografica, genere ed età di donanti e donatari, offrono uno spaccato preciso sull’evoluzione di uno strumento che, dal punto di vista giuridico, è spesso inteso come anticipazione della successione, finalizzato a evitare contenziosi e ottimizzare la distribuzione del patrimonio in vita.
Andamento e tipologie delle donazioni immobiliari
Nel 2024 sono state effettuate 217.749 donazioni immobiliari, in forte crescita rispetto al 2023 (203.888) e al 2022 (212.992). La ripresa è stata continua, con una sostanziale stabilità tra il primo e il secondo semestre dell’anno (+0,50%).
Analizzando le tipologie:
- 56,45% delle donazioni ha riguardato fabbricati residenziali o produttivi (capannoni, negozi, ecc.);
- 16,64% la nuda proprietà di fabbricati (dato stabile rispetto al 2023);
- 13,25% i terreni agricoli, in lieve flessione (13,72% nel 2023).
Questi dati confermano come la donazione di beni immobili sia oggi utilizzata non solo per esigenze successorie, ma anche come strumento di riequilibrio familiare, pianificazione patrimoniale o protezione di persone fragili.
Le dinamiche territoriali: Sud e Isole in testa
La distribuzione geografica riflette una consolidata tendenza: il 48,82% delle donazioni immobiliari avviene nel Sud e nelle Isole, con una concentrazione particolarmente alta in alcune regioni meridionali. Il Centro registra una crescita (14,67% delle donazioni), mentre le Isole si attestano al 12,75%.
Questa polarizzazione potrebbe riflettere sia un maggior utilizzo del modello familiare allargato e della trasmissione in vita del patrimonio, sia l’incidenza storica di immobili non produttivi o con minore mercato.
Età di donanti e donatari: il trasferimento intergenerazionale è maturo
La fascia di età prevalente dei donanti resta quella oltre i 56 anni, in coerenza con la funzione successoria della donazione. Al contrario, i donatari si concentrano tra i 18 e i 55 anni, con la fascia 46-55 anni al primo posto per incidenza percentuale (26,11% del totale).
In generale, la donazione immobiliare avviene quando i rapporti familiari si sono stabilizzati: genitori e figli maturano consapevolmente l’atto, valutando esigenze reciproche, obiettivi patrimoniali e volontà successorie.
Un dato significativo è quello relativo alle donazioni dell’usufrutto, spesso effettuate in favore di soggetti molto anziani: il 16,47% dei donatari di usufrutto ha infatti tra i 76 e i 99 anni, segno che questa tipologia di atto è utilizzata anche per esigenze di cura, assistenza o tutela.
Infine, contrariamente ad altri atti patrimoniali, le donazioni non seguono logiche stagionali: la loro distribuzione è omogenea nei dodici mesi, segno che la decisione di donare nasce da una pianificazione consapevole più che da fattori esterni o temporanei.
Documenti Allegati
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