Effetto Decreto Cessioni: il blocco frena la riqualificazione energetica

L'allarme dalla filiera HVAC: ordini annullati e perdite ingenti. Senza sconto in fattura la transizione sostenibile è a rischio

di Redazione tecnica - 06/03/2023

Con il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura che travolge anche l’Ecobonus, il D.L. n. 11/2023 (c.d. "Decreto Cessioni") espone la filiera dell’impiantistica di riscaldamento, climatizzazione e trattamento dell’acqua a danni tanto inaspettati quanto ingenti. L’allarme arriva dalle associazioni di settore di Anima Confindustria, in particolare da Assotermica, Assoclima e Aqua Italia, che misurano l’impatto dello stop ai bonus con perdite di almeno il 30%.

Ecobonus e Decreto Cessioni: le conseguenze sulle aziende di settore

Spiegano le associazioni che il problema non riguarda soltanto i lavori non avviati, ma soprattutto quelli che rientrano nella fase “transitoria". Un aspetto già evidenziato anche da associazioni di altri settori, come quelle di infissi, sottolineando che lo stop alle agevolazioni va a coinvolgere anche gli ordini di merce non ancora consegnata o installata. L’impatto sulle imprese è stato immediato, con una frenata sugli ordinativi da parte dei clienti e un numero crescente di disdette degli acquisti. Una frenata che corrisponde a una perdita stimata del 30%.

Sulla questione, Alberto Montanini, presidente di Assotermica – Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici – ha evidenziato come il comparto dei produttori di caldaie sia uno dei segmenti di mercato più colpiti dal taglio all’Ecobonus, “misura su cui molte società che fanno efficientamento energetico avevano virato confidando nel mantenimento dello sconto in fattura”.Mentre nel 2022 sono stati installati 1,1 milioni di apparecchi, nel 2023 ci saranno circa 350.000 unità in meno, con un ritorno ai valori prepandemici. Purtroppo anche gli apparecchi ibridi saranno penalizzati”.

Sulla stessa linea le parole di Stefano Bellò, vicepresidente di Assoclima – Costruttori sistemi di climatizzazione. «Sulla base delle nostre previsioni, il settore delle pompe di calore subirà una riduzione di un terzo del giro d’affari. Trattandosi di interventi edilizi articolati, il mercato tornerà a concentrarsi su riqualificazioni profonde e nuove costruzioni, arrestando un processo virtuoso di decarbonizzazione degli edifici esistenti, che spesso necessita di iter lunghi o complessi, in particolare nei condomini».

E anche Fabrizio Leoni, presidente di Aqua Italia – Associazione costruttori trattamenti acque primarie – conferma che, sebbene il proprio comparto risenta meno dei tagli rispetto a settori più direttamente coinvolti, resta comunque sicura la previsione di una considerevole contrazione del fatturato per le imprese. “I bonus, resi accessibili dalle agevolazioni fiscali, hanno avuto un ruolo fondamentale nel rilancio dell’economia italiana e come motore del mercato, ma oltre al dato economico ricordiamo che l’obiettivo ultimo è l’efficienza energetica in ottica di transizione sostenibile, che ora rischia essere in pericolo».

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