Equo compenso: compensi dei professionisti a rischio distorsioni

Secondo ProfessionItaliane è necessario arrivare ad una legge unica nazionale sull'equo compenso per evitare distorsioni nei compensi dei professionisti

di Redazione tecnica - 24/06/2021

Le norme sull'equo compenso per i professionisti nel nostro Paese originano con il Decreto-Legge 16 ottobre 2017, n. 148 che con l'art. 19-quaterdecies ha previsto l'introduzione dell'art. 13-bis nella legge 31 dicembre 2012, n. 247, in materia di equo compenso per le prestazioni professionali degli avvocati.

L'equo compenso

Una norma che ha fornito una definizione di equo compenso agganciato alla proporzionalità tra quantità e qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale, e conforme ai parametri determinati con Decreto del Ministro della giustizia, su proposta del Consiglio Nazionale Forense.

Una norma che ha portato alla definizione di molte leggi regionali sull'equo compenso per l'acquisizione da parte delle pubblica amministrazioni di servizi professionali ma che nel concreto è risultata inapplicabile perché eccessivamente priva di concretezza (si vedano i numerosi interventi della giurispridenza).

ProfessionItaliane sull'equo compenso

Proprio per questo motivo, ProfessionItaliane, l’associazione che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali che aderiscono a CUP e RPT, ha sottoposto alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati una serie di proposte in materia, rilevando che allo stato attuale esiste il rischio concreto che la fase di ripresa economica prevista per i prossimi anni esponga i liberi professionisti a distorsioni sui loro compensi.

Secondo l'associazione dei professionisti italiani "È necessario aggiornare e completare le norme sull’equo compenso introdotte ormai nel 2017". Proprio per questo ProfessionItalianeChe ha accolto con favore la ripresa dell’esame delle relative proposte legislative "in ciascuna di esse ci sono spunti determinanti al fine di giungere ad una ridefinizione della normativa sull’equo compenso per i liberi professionisti, resa necessaria dalla grave crisi pandemica che ha colpito tutti e che ha creato una divaricazione evidente tra le garanzie del lavoro dipendente ed i rischi della libera professione".

ProfessionItaliane, che lo scorso 9 giugno ha sottoposto alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati una serie di proposte in materia, auspica di arrivare in tempi rapidi all’unificazione delle proposte di legge in esame per concentrare la discussione parlamentare su un unico testo base.

In questo senso, l’Associazione ha sottoposto alla Commissione una ipotesi di articolato condiviso per la redazione di un testo organico da esaminare. Nel testo, tra le altre cose, si definisce come equo il compenso pattuito, ai sensi dell’art. 9 comma 4 del D.L. 24 gennaio 2012 n. 1, quando questo risulta proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, e conforme ai parametri stabiliti con apposito decreto dal Ministro competente. I parametri indicati si applicano quando, all’atto dell’incarico o successivamente, il compenso dovuto non è stato determinato in forma scritta, in caso di liquidazione giudiziale dei compensi e nei casi in cui la prestazione professionale è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale. Il testo prevede anche un passaggio fondamentale dedicato alle Pubbliche Amministrazioni. Queste, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, devono garantire sempre il rispetto del principio dell'equo compenso, in relazione alle prestazioni rese dai professionisti in seguito all’adozione ufficiale del provvedimento. Dunque, alle Pubbliche Amministrazioni deve essere  vietato l’affidamento gratuito di prestazioni professionali.

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