Equo compenso, il DDL riprende l'iter in Senato

Fondazione Inarcassa: da parte degli ingegneri e architetti liberi professionisti pieno consenso all’approvazione del provvedimento

di Redazione tecnica - 14/05/2022

Con la seduta dell’11 maggio 2022, è ripreso in Commissione Giustizia al Senato l’iter del DDL sull’equo compenso. Dopo l'approvazione alla Camera dei deputati, il nuovo step è stato accolto con favore da Fondazione Inarcassa che, attraverso le parole del Presidente Franco Fietta, sottolinea il l'approvazione di ingegneri e architetti liberi professionisti, auspicando che il testo venga licenziato senza ulteriori modifiche in modo che si acceleri e i lavori si concludano prima della fine della legislatura.

DDL Equo Compenso: il parere di Fondazione Inarcassa

Secondo la Fondazione, con l’abrogazione dei minimi tariffari e la grave crisi economica degli ultimi anni, la condizione dei liberi professionisti ha subito un forte deterioramento, sofferto soprattutto dai giovani nei primi anni di attività professionale. Una situazione resa ancora più pesante dal fatto che nello stesso periodo, le banche, le assicurazioni, le imprese medio-grandi, la P.A. e le società a partecipazione pubblica hanno avuto dal decreto Bersani del 2006 e dal decreto Cresci Italia del 2012 indubbi benefici economici, a scapito dei lavoratori autonomi.

Fietta: equo compenso è necessario per proteggere i lavoratori autonomi

Spiega Fietta: “Le libere professioni hanno addirittura dovuto prendere atto che in questo Paese è legittimo affidare un appalto pubblico di servizi a titolo gratuito, in spregio al principio 6 del pilastro europeo dei diritti sociali e all’art. 36 della Costituzione che afferma il “diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”.

Il Presidente di Fondazione Inarcassa prosegue evidenziando che chi osteggia la disciplina dell’equo compenso non tiene in considerazione il disposto dell’art. 2233, co. 2 del codice civile che, con specifico riferimento al prestatore d’opera intellettuale introduce un criterio non mercantile di determinazione del compenso. “Se dimentichiamo questi principi di diritto fondamentali legittimiamo un mercato del lavoro senza regole in cui a prevalere è la legge del contraente più forte, in termini economici e mediatici”.

Sono tutte queste le ragioni sottostanti al sostegno fornito da Fondazione Inarcassa al disegno di legge in materia di equo compenso, ritenendo la misura un primo importante passo per frenare la perdita di competitività e di reddito di intere categorie professionali. Conclude Fietta: “Ai detrattori della misura ribadiamo che la norma è assolutamente coerente con il quadro normativo comunitario e nazionale e - con riferimento ai settori tecnici di nostro interesse - necessaria per garantire la qualità delle prestazioni e la sicurezza stessa dei cittadini”.

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