Gare di ingegneria e architettura: a ottobre ancora dati negativi

Il report OICE: dati migliori di settembre, ma continua la tendenza al ricorso all'affidamento diretto. Ferme le grandi stazioni appaltanti

di Redazione tecnica - 11/11/2023

Continua anche a ottobre l’effetto “boomerang” del nuovo Codice Appalti, con una notevole diminuzione delle gare pubbliche di ingegneria e architettura, in favore degli affidamenti diretti.

Appalti pubblici: il report OICE sulle gare di ingegneria e architettura

La conferma arriva dal nuovo report dell’Osservatorio OICE/Informatel, a commento del quale il presidente Giorgio Lupoi ribadisce la necessità di apportare dei correttivi al d.Lgs n. 36/2023: “Stanno sparendo la domanda pubblica e la concorrenza a vantaggio degli affidamenti diretti; è urgente intervenire con modifiche al codice”.

Scendendo nel dettaglio, il totale del valore per servizi tecnici immessi nel mercato pubblico a ottobre, comprendendo i 128,1 milioni derivati dai bandi di architettura e ingegneria e i 43,1 milioni di servizi tecnici contenuti negli appalti integrati, è pari a 172,2 milioni.  I dati sono positivi rispetto a settembre, registrando un importo doppio del mese precedente quando con soli 85,6 milioni di euro si è toccato il minimo storico dal 1994.

Rispetto a ottobre 2022, guardando i bandi per soli servizi tecnici (senza appalti integrati), la diminuzione è del 76,1%. A pesare è certamente l’assenza di alcuni grandi committenti che non emettono bandi anche perché in attesa di chiarimenti sull’applicazione della legge sull’equo compenso.

Il problema del frazionamento artificioso degli appalti

Le gare per servizi tecnici pubblicate sulla Gazzetta europea (sopra la soglia UE di 215mila euro) sono solo 66, un dato che mostra evidentemente il ricorso al frazionamento artificioso dei bandi per rientrare nella fascia degli affidamenti diretti (fino a 140mila euro).

In particolare, proprio gli affidamenti sotto i 140mila euro - per i quali OICE tratta da questo mese anche gli open data di ANAC, classificandoli per i propri associati - sono stati 504: il 73,8% del totale dei bandi, per un valore di 21,7 milioni di euro, il 18% del totale; tra queste per la sola progettazione 187 affidamenti, il 76,6% del totale per 10,2 milioni di euro, il 18,1%.

Dalla data di entrata in vigore del nuovo Codice ad oggi sono stati 69 i bandi con richiesta di ribasso unico (sul compenso a base d’asta e sulle spese) e soltanto 15 quelle in cui si chiede il ribasso solo sulle spese e si lascia fisso il compenso (16 gare non citano le modalità di ribasso).

I requisiti tecnici

Per la richiesta dei requisiti tecnici in 50 gare le stazioni appaltanti fanno riferimento a 3 anni, in 19 gare di chiedono 5 anni e in 24 gare 10 anni. Solo 7 gare non riportano il dato di richiesta dei requisiti tecnici. Per i requisiti economico finanziari 51 gare fanno riferimento a 3 anni, 4 gare a 10 anni, 20 ai migliori 3 anni degli ultimi 5. 25 gare non riportano il dato di richiesta dei requisiti tecnici.

Sul punto Lupoi segnala come sia deleteria la scelta di chiedere requisiti su tre anni, rilevata nella metà delle gare; “Va comunque apprezzato che la restante metà dei bandi preveda – come da noi suggerito- 5 o 10 anni di requisiti. È un aspetto molto importante, quello dell’accesso al mercato, sul quale occorre intervenire al più presto per non penalizzare le strutture di minori dimensioni, ma ormai anche quelle di media dimensione, che non sono in grado di qualificarsi per le gare di maggiore importo”.

Il commento ai dati

In ogni caso il presidente non è particolarmente soddisfatto dei dati rilevati: “i primi 10 mesi dell’anno si chiudono senza che dal mercato arrivino segnali positivi, a pesare è sicuramente la stasi di alcune grandi stazioni appaltanti, quasi ferme da luglio ad oggi. La discesa è generalizzata e riguarda tutto il settore. Siamo sempre più preoccupati della frenata della domanda che è determinata anche dall’entrata in vigore del nuovo codice, oltre che dalle incertezze sull’applicazione della legge sull’equo compenso, e si caratterizza per il massiccio ricorso ai micro affidamenti che adesso, alla luce dei dati Anac che abbiamo iniziato ad acquisire da quando sono stati resi disponibili, rendono evidente come le stazioni appaltanti stiano frazionando molti affidamenti di importo maggiore”.

Secondo il presidente di OICE è necessario considerare la revisione del codice anche perché l’assenza di concorrenza, frutto anche della fretta di acquisire elaborati anche per interventi PNRR, difficilmente andrà di pari passo con livelli qualitativi adeguati. Del resto, "anche l’impatto della legge sull’equo compenso e la tesi per cui le gare andrebbero effettuate con compensi fissi e ribassi solo sulle spese rimane residuale e quindi le stazioni appaltanti sembra seguire le indicazioni del nostro bando-tipo che abbiamo sul nostro sito”.

Particolarmente negativo il dato delle gare di sola progettazione: il valore si attesta su 41 milioni di euro contro i 209 di ottobre 2022 (-80,4%); nonostante lo scorso mese di settembre sia stato il peggiore degli ultimi anni, il valore della progettazione di ottobre sale soltanto del 16%.

I dati complessivi sul 2023

Sempre per la sola progettazione i dieci mesi del 2023 si chiudono con 1.762 bandi per 1,148 miliardi; il confronto con i primi dieci mesi del 2022 vede il numero calare del 37,6% e il valore del 26,7%. Nell’ultimo quadrimestre, da luglio ad ottobre, per servizi di ingegneria e architettura il numero dei bandi arriva a 1.063, contro i 1.483 del quadrimestre precedente, da marzo a giugno, con un calo del 28,3%, mentre il valore si ferma a 587,8 milioni, contro i 2.078,4 milioni del precedente quadrimestre, con un calo del 71,7%.

Nei primi dieci mesi del 2023 il mercato dei servizi di ingegneria e architettura rimane in campo negativo nel confronto con i primi dieci del 2022 e restituisce un quadro ancora preoccupante: un calo del 23,9% nel numero dei bandi, passati da 4.468 nel 2022 a 3.402 nel 2023, e del 18,3% nel loro valore, da 3.812,5 milioni nel 2022 a 3.113,9 milioni nel 2023. Nei dieci mesi il valore totale messo in gara per servizi tecnici, sommando il valore dei bandi di architettura e ingegneria e il valore dei servizi tecnici compresi nei bandi per appalti integrati, arriva a 4,105 miliardi, con un calo del 15,1% sul 2022.

Per tutti i servizi tecnici e apalti integrati per interventi a valere su risorse del PNRR, nei primi dieci mesi del 2023 si registra un calo sensibile in valore rispetto allo scorso anno: censite 2.569 gare, con 1,336 miliardi di servizi tecnici e 25,028 miliardi di lavori. Nei primi dieci mesi del 2022 le gare erano state 1.912, con 2,969 miliardi di servizi tecnici e 25,335 miliardi di lavori, il numero è salito del 34,4%, ma il valore dei servizi tecnici calato del 55,0%.

Infine, per i bandi per appalti integrati nel mese di ottobre 2023 le gare rilevate sono state 103, per un importo complessivo dei lavori di 1,722 miliardi di euro, con un importo dei servizi compresi stimato in 43,1 milioni di euro. Rispetto al mese di ottobre 2022, il numero è sceso del 29%, il valore dei lavori del 30%, quello dei servizi è sceso dell’81,7%. Dei 103 bandi 17 hanno riguardato i settori speciali, per 26,3 milioni di euro di servizi, e 86 i settori ordinari, per 16,8 milioni di euro di servizi. Nei primi dieci mesi del 2023 il valore aumenta sull’anno scorso anche se limitatamente per la progettazione esecutiva che comunque rappresenta circa un terzo del totale dei servizi tecnici: le gare rilevate sono state 1.667, +143,7% sul 2022, con un valore di 25.897,8 milioni di lavori (+50,7%) e 991,3 milioni di servizi (-3,1%).

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