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Istat e Indici prezzi al consumo agosto 2021: + 0,4% rispetto al mese precedente

di Redazione tecnica - 17/09/2021

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Agosto 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di agosto 2021 ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e del 2,0% su base annua (dall’1,9% del mese precedente); la stima preliminare era +2,1%.

La lieve accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%) e in particolare di quelli della componente non regolamentata (da +11,2% a +12,8%), mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a registrare una crescita molto ampia (e in lieve accelerazione da +34,2% a +34,4%). Contribuiscono a questa dinamica, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari non lavorati (che invertono la tendenza da -0,2% a +0,8%), mentre i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti amplificano di poco la loro flessione (da -0,2% a -0,4%).

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Agosto 2021 ed il 14 Settembre 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +2,759531%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,4% su base mensile e del 2,0% su base annua      

Nel mese di agosto, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e del 2,0% su base annua (da +1,9% del mese precedente); la stima preliminare era +2,1%.

La lieve accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%) e in particolare di quelli della componente non regolamentata (da +11,2% a +12,8%), mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a registrare una crescita molto ampia (e in lieve accelerazione da +34,2% a +34,4%). Contribuiscono a questa dinamica, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari non lavorati (che invertono la tendenza da -0,2% a +0,8%), mentre i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti amplificano di poco la loro flessione (da -0,2% a -0,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente da +0,4% di luglio a +0,5%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto da una parte a fattori stagionali che influenzano la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%) e dall’altra ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,7%) e degli Alimentari non lavorati (+0,4%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +0,9% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano a crescere (+0,6% dalla variazione tendenziale nulla di luglio); quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +2,0% a +2,4%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 2,5% su base annua (da +1,0% di luglio); la stima preliminare era +2,6%. La marcata accelerazione dell’IPCA si deve al confronto con lo scorso anno, quando i saldi estivi (di cui il NIC non tiene conto) iniziarono ad agosto nella maggior parte delle regioni; infatti i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano un calo congiunturale (-5,3%) molto meno ampio di quello di agosto 2020 (-18,6%), determinando così, per questa divisione di spesa, un’inversione di tendenza da -12,1% di luglio a +2,4% su base annua e una più marcata accelerazione dell’indice generale, rispetto a quella osservata nel NIC.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime nel mese di agosto e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 18, 19 e 20.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1,575% e l'indice biennale al +1,125%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di agosto 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+1,6%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,7%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,5%), Comunicazioni (+0,4%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione, Altri beni e servizi.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Abbigliameno e calzature (-0,1%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di agosto 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+9,6%), Traporti (+5,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (+1,1%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,8%), Altri beni e servizi (+0,7%), Abbigliameno e calzature (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,2%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,7%), Comunicazione (-1,2%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Catania (+2,8%), Bari e Reggio Emilia (+2,7% per entrambe), Genova e Trieste (+2,6% per entrambe), Bolzano (+2,5%), Padova, Parma, Potenza eTrento (+2,4% per tutte e quattro), Bologna, Campobasso, Messina e Palermo (+2,3% per tutte e quattro), Catanzaro (+2,2%), Cagliari, Modena, Napoli e Reggio Calabria (+2,1% per tutte e quattro), Firenze, Livorno e Venezia (+2,0 per tutte e tre), Perugia e Ravenna (+1,9% per entrambe), Aosta, Roma e Verona (+1,8% per tutte e tre), Milano (+1,7%), Brescia e Torino (+1,6% per entrambe), Ancona, (+1,2%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 Ottobre 2021

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