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Istat e Indici prezzi al consumo febbraio 2022: + 0,9% rispetto al mese precedente e +5,7 su base annua

di Redazione tecnica - 24/03/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Febbraio 2022 ha registrato un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (dal 3,7% del mese precedente); confermando la stima preliminare.

A febbraio, per l’ottavo mese consecutivo, l’inflazione accelera, raggiungendo un livello (+5,7%) che non si registrava da novembre 1995. Sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati a spingere in alto la crescita, seguendo la fiammata di gennaio degli energetici regolamentati (insieme, le due componenti spiegano due terzi della variazione tendenziale dell’indice NIC). Intanto, le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai Beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”. L’inflazione della componente di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) sale, portandosi a +1,7%.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio 2022 ed il 14 Marzo 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +2,086258%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua      

Nel mese di febbraio 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,1%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (stabili a +94,6%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%.

Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +7,0% a +8,6%), mentre rimangono stabili quelli dei servizi (a +1,8%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -5,2 punti percentuali di gennaio a -6,8).

Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2% di gennaio a +4,1%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3% a +5,3%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+8,3%) e in misura minore a quelli dei Beni alimentari non lavorati (+1,7%), dei Beni durevoli (+0,8%) e degli Alimentari lavorati (+0,4%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +4,3% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,0% su base mensile e del 5,6% su base annua.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona raddoppiano la loro crescita da +1,2% a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +3,7% a +4,0%.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +4,200% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +4,575%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+3,7%), Trasporti (+2,0%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,0%), Comunicazioni (+0,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Altri beni e servizi (+0,1%), Abbigliameno e calzature (+0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,2%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+27,4%), Traporti (+9,0%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+4,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+4,0%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+3,0%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,3%), Abbigliameno e calzature (+0,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,7%), Altri beni e servizi (+0,6%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,2%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,5%), Istruzione (-0,6%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Catania (+7,4%), Messina e Palermo (+6,9% per entrambe), Bolzano (+6,8%), Trieste (+6,7%), Padova (+6,6%), Genova (+6,5%), Trento (6,3%), Bari, Perugia e Verona (+6,2% per tutte e tre), Aosta e Bologna (+6,0% per entrambe), Roma (+5,9%), Firenze e Reggio Calabria (+5,8% per entrambe), Catanzaro e Napoli (+5,7% per entrambe), Cagliari e Campobasso (+5,6% per entrambe), Brescia e Parma (+5,5% per entrambe), Livorno, Potenza e Venezia (+5,4% per tute e tre), Ravenna (+5,3%), Ancona e Rimini (+5,2% per entrambe), Milano (+5,1%), Modena (+5,0%), Torino (+4,9%), Reggio Emilia e (+4,8%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 Aprile 2022

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