Mercato immobiliare: le previsioni per il 2023

L’analisi di Nomisma nel terzo report 2022 guarda già alle tendenze per il prossimo anno. Numerosi i segnali di rallentamento della straordinaria crescita registrata nel settore nell'ultimo anno e mezzo

di Redazione tecnica - 28/11/2022

È stato pubblicato il terzo report 2022 Nomisma sull’andamento del mercato immobiliare italiano, che reca in sé alcune delle tendenze prevedibili per la chiusura dell’anno e per quello che sta arrivando.

Mercato immobiliare: il nuovo report Nomisma 

L’analisi precisa subito che il progressivo deterioramento dello scenario macroeconomico ha inevitabilmente indebolito il trend rialzista che da oltre un anno e mezzo caratterizza il mercato immobiliare italiano: l’impennata dei prezzi ha ridotto le capacità di spesa e investimento di famiglie e imprese, oltre che scatenato, dall’altra parte, una violenta risposta da parte della Banca Centrale Europea nel tentativo di spegnere la fiammata inflazionistica dovuta a fattori esterni.

E, in questo scenario, il clima di fiducia si è drasticamente ridimensionato: la conseguenza della contrazione del potere di acquisto non può che essere una riduzione della domanda immobiliare, accompagnata tra l’altro dalla chiusura del canale creditizio da parte del sistema bancario, preoccupato da una nuova ondata di insolvenze.

Gli scenari per il 2023

La conseguenza è che il mercato immobiliare diverrà meno accessibile rispetto a quanto non lo sia stato fino a qualche mese fa, anche a causa del rialzo dei valori di compravendita e locazione. Dopo lo straordinario exploit dell’ultimo anno e mezzo, si verificherà una riduzione dell’intensità della domanda. Si prevede quindi un’attenuazione della crescita, peraltro già in atto, ma senza rischi di ridimensionamenti imminenti.

Stessa tendenza si rileva per gli immobili di imprese di piccole dimensioni, segmento caratterizzato comunque ancora da un trend timidamente espansivo, innescato – spiega il report - dalla prospettiva di un ritorno dei fatturati sui livelli pre-Covid. Un recupero che adesso il raffreddamento congiunturale renderà più problematico.

Sul versante corporate, la ripresa è invece risultata vigorosa fino a tutto il terzo trimestre, alimentata dall’accresciuta attrattività dei settori alternativi (logistica e alberghiero), a cui si è aggiunto il ritorno di interesse per il segmento direzionale. Anche qui però il deterioramento del quadro macroeconomico ha improvvisamente raffreddato gli entusiasmi, spingendo gli investitori stranieri ad attendere i prossimi sviluppi.

La paura della recessione

Le preoccupazioni per una possibile recessione, associata a tassi di rendimento straordinariamente esigui per tutte le principali tipologie, rappresentano i presupposti alla base della prudenza che è improvvisamente tornata a imperversare sul mercato immobiliare italiano. Come spiega Nomisma, lo spread tra rendimenti e titoli di Stato, che in poco più di un anno ha lasciato sul terreno oltre 300 punti base, si è trasformato da fattore trainante della risalita a campanello d’allarme di un possibile riprezzamento.

Di conseguenza, anche se dal punto di vista prettamente numerico non ci sono certezze assolute, per il settore immobiliare si prospetta la fine di una fase in cui si sono raggiunti livelli straordinari.

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