Modellazione, Rendering e Post produzione: le competenze richieste ai professionisti della progettazione

Quali sono i software di modellazione che un professionista del settore della progettazione dovrebbe conoscere?

di Gianluca Porrello - 22/04/2021

Mi sono spesso trovato a dover fare delle consulenze per orientare i miei colleghi o dei giovani studenti verso la scelta migliore nei confronti dei software di modellazione 2D e 3D, rendering e post produzione da approfondire per aumentare le proprie competenze professionali.

L'esperienza per chi parte da zero

In diverse occasioni come seminari, webinar, lezioni presso diverse facoltà ho avuto modo di affrontare questo tema e ho trovato utile condividere la mia esperienza per poter chiarire le idee a chi le aveva un po' confuse e per indirizzare verso la giusta direzione chi, da autodidatta, aveva iniziato per conto proprio a “smanettare” con i software più famosi ed utilizzati.

I software da conoscere

Quali sono i software di modellazione che un professionista del settore della progettazione dovrebbe conoscere?

Iniziamo col dire che avere una conoscenza approssimativa di tanti “pezzetti” di tanti software equivale spesso a non conoscerne bene neanche uno; mi capita sovente di sentire clienti che alla domanda: “come ha realizzato questo modello 3D?” rispondono: “beh, architetto, ho realizzato il 2D su AutoCAD, poi, siccome AutoCAD per il 3D non è performante, ho portato il file su Sketchup e ho provato a terminarlo li. Oppure “ho realizzato il 3D su Rhinoceros e poi l’ho portato su Revit perché è più potente”; si potrebbero fare ancora tanti altri esempi simili.

A mio avviso è sufficiente conosce un solo software di modellazione ma in modo serio, approfondito e professionale e non perdere tempo nel “passare” il file da un programma all’altro col rischio, spesso non celato, di perdere strada facendo informazioni e dover rifare tutto o quasi da capo.

AutoCAD, Sketchup e Rhinoceros

Nel panorama dei software CAD certamente i più conosciuti ed utilizzati sono AutoCAD, Sketchup e Rhinoceros; tutti e 3 con delle precise peculiarità. AutoCAD è un must da più di trent’anni per il disegno 2D, 3D e per la messa in tavola del progetto; nel corso degli anni ha avuto una evoluzione, specialmente sotto l’aspetto dell’interfaccia, ma sostanzialmente è sempre il “nostro caro vecchio” AutoCAD con i pregi e i difetti che tutti quanti conosciamo. Se dovessi consigliare ad uno studente di iniziare da uno di questi 3 software, senza esito consiglierei AutoCAD specialmente per il settore dell’architettura. Sketchup è perfetto per chi ha già una base di disegno al computer (anche con AutoCAD) e vuol fare un salto di qualità nell’esecuzione (già in 3D) del progetto al computer: è un software molto snello, versatile, semplice ma che al suo interno non ha nulla da invidiare ai software più complessi e in più è totalmente compatibile con gli altri programmi sia di modellazione che di rendering come ad esempio 3ds Max, Lumion, Twinmotion ed Enscape. Un aspetto molto interessante di Sketchup è la resa grafica molto accattivante che si riesce a dare al modello 3D pur non trattandosi di rendering foto realistico, ed è per questo che è il software più utilizzato nel settore dell’Interior Design. Per concludere, per chi vuol diventare un esperto modellatore di oggettistica nel settore del design o della gioielleria o per chi lavora nel campo della progettazione navale con il fine della prototipazione certamente Rhinoceros è il software da preferire rispetto agli altri 2 già nominati.

La nuova frontiera del BIM

Sempre restando nell’ambito dei software di modellazione ed escludendo i software CAD, la nuova frontiera, seppur già attuale da diversi anni, è rappresentata dai software di modellazione che utilizzano la tecnologia BIM, tra questi i più famosi sono sicuramente Revit ed Archicad e tra i due Revit, prodotto da Autodesk, è da considerare il più diffuso poiché appartenente alla software house che si è fatta promotrice per prima nel rendere fruibile a tutti questa tecnologia. In poche parole, con il termine BIM, si intende un “metodo di lavoro” tramite cui ogni elemento del progetto rappresenta un insieme di dati e questi possono essere richiamati, modificati e verificati in qualsiasi momento del ciclo di vita del progetto; in poche parole il progetto al computer diventa un “cantiere elettronico indagabile sempre”.

BIM e normativa UNI

Il metodo di lavoro in BIM è regolamentato in Italia dalla Norma UNI 11337, articolata in dieci parti rilasciate progressivamente già dal dicembre 2017. La norma UNI non è la sola a regolamentare il BIM: oggi è affiancata anche dalla normativa Europea ISO EN 19650, che recepisce, ed in parte unifica, e varie norme BIM dei vari paesi dell’UE. In sostanza la UNI e la ISO hanno contenuti sostanzialmente simili, ma in caso di determinati appalti la ISO ha prevalenza sulla UNI. La norma UNI detta i tempi per il progressivo “passaggio obbligato al BIM” nel nostro paese. L’obbligo riguarda certamente gli appalti pubblici e tutti gli attori da essi coinvolti: tecnici professionisti, Pubbliche Amministrazioni, Imprese, Manifatturiero.

Le competenze dei professionisti

Oltre a quelle legate alla modellazione, quali altre competenze dovrebbe avere un professionista?

Siamo circondati da immagini 3D, da ricostruzioni virtuali di ambienti più o meno grandi e il nostro occhio, anche quello del cliente meno esperto, si sta abituando a vedere, sotto forma di fotografie virtuali o video in animazione 3D, lo spazio che lo circonda. Per questo e necessario che il modello 3D realizzato “ad arte”, con uno dei software precedentemente citati, riesca a diventare una fotografia, anzi la fotografia “reale” del progetto che stiamo eseguendo al pc in modo tale da far capire in maniera inequivocabile qual è l’idea progettuale che stiamo proponendo. La risposta a tutto questo si chiama Rendering!

Anche in questo caso ci sono tanti software a nostra disposizione per raggiungere lo scopo che ci prefiggiamo ed è importante, a mio avviso, sottolineare come lo strumento del rendering non debba essere visto come “un servizio da fornire se il cliente lo paga” ma come uno strumento indispensabile di comunicazione che aiuti il progettista a farsi capire meglio (senza ricorrere ad elaborati troppo tecnici e spesso incomprensibili per chi non pratica il nostro mestiere) e il cliente ad emozionarsi nel vedere in anteprima come verrà realizzato il suo appartamento o alla cittadinanza come si trasformerà un quartiere della propria città.

I software di rendering

Tra i software più conosciuti ed utilizzati nel Mondo possiamo nominare 3ds Max e Cinema 4D. 3ds Max, grazie agli applicativi Corona Renderer e V-RAY, rappresenta “la storia del rendering”; è un software piuttosto complesso ed articolato e difficilmente comprensibile da autodidatta ed è ideale per chi è orientato verso il settore dei rendering d’interni. È compatibile al 100% con tutti i software Autodesk naturalmente, ma negli ultimi anni si è aperto anche a software prodotti da altre case produttrici.

Tra i software di rendering più “giovani” ed interessanti sicuramente si possono annoverare Lumion, Enscape, Twinmotion e Unreal Engine. Sono tutti software di nuova concezione che in tempo reale sono in grado di far vedere il risultato già finito con una qualità ed una velocità di calcolo tali che spesso ci spingono a preferirne l’utilizzo rispetto ai software più tradizionali. Questi software sono perfettamente compatibili con quelli di modellazione più utilizzati ed avendo delle prestazioni di pre visualizzazione del “lavoro finito” molto elevate richiedono una workstation con una scheda video che abbia una potenza di calcolo sicuramente superiore alla media; tra queste quelle consigliate sono le VGA della NVIDIA con tecnologia RTX e memoria Ram indipendente. Un aspetto molto interessante fornito da questi software è anche la possibilità di realizzare dei video rendering di animazione 3D e anche dei tour virtuali del progetto in modo tale da far “vivere” con realtà immersiva il progetto che si sta realizzando.

Dal rendering alla post produzione

Cosa serve ancora per completare il nostro bagaglio tecnico e la nostra conoscenza?

Alle competenze di modellazione e rendering devono certamente essere associate delle conoscenze di pre e post produzione. Il software “principe” ed il più utilizzato da sempre è certamente Photoshop. Con esso possiamo preparare ad arte tutto ciò che ci servirà per dare al nostro progetto un aspetto quanto più verosimile alla realtà (ci riferiamo ad esempio alla possibilità di realizzare, ancor prima di passare alla fase di rendering, le texture esatte che riproducano i materiali scelti e consigliati). Inoltre e al fine di limitare i tempi di calcolo che, specie se utilizziamo i software di rendering tradizionali, potrebbero essere non indifferenti, tramite un sapiente uso di Photoshop possiamo rifinire i dettagli dell’immagine finale direttamente in post produzione (migliorando ad esempio luminosità, contrasto, saturazione o aggiungendo filtri o inserendo sfondi e panorami).

Considerazioni finali

Per acquisire in modo professionale almeno una competenza di un software di modellazione, di rendering e di post produzione, serve certamente tempo e la strada dell’autodidatta, spesso, dopo una iniziale euforia nell’aver appreso di comandi base, può trasformarsi in frustrazione per l’impossibilità di riuscire a sviluppare più progetti senza intoppi e applicando un flusso di lavoro certo e replicabile sempre. Per questo motivo, a mio avviso, è consigliabile affidarsi a percorsi di formazione di qualità e comprovata esperienza che riescano a dare le linee guida necessarie per affrontare senza patemi o ansie (spesso bastano già quelle che ci trasmettono i clienti) ogni esperienza progettuale.

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