Modifiche al Superbonus, ANCE: non si possono cambiare le regole in 15 giorni

Secondo la presidente Brancaccio a differenza di quanto auspicato dal Governo, a essere penalizzati sarebbero proprio i condomini meno abbienti

di Redazione tecnica - 15/11/2022

“Siamo consapevoli della necessità del Governo di tenere sotto controllo la spesa, ma cambiare le regole del Superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi”. 

Superbonus 110% e Decreto Aiuti quater: il commento di ANCE

Inizia così l’intervento di Federica Brancaccio, presidente ANCE, sulla revisione sul meccanismo del Superbonus 110% operata dal Governo con l’approvazione del Decreto Aiuti-quater.

Secondo quanto previsto all'art. 7 della bozza del provvedimento, saranno operate delle modfiche a carico dei soggetti beneficiari del superbonus:

  • edifici unifamiliari (art. 119, comma 9, lettera b) del Decreto Rilancio);
  • condomini ed edifici plurifamiliari fino a 4 u.i. e unico proprietario (art. 119, comma 9, lettera a) del Decreto Rilancio).

In particolare per gli edifici unifamiliari con SAL al 30% dei lavori al 30 settembre 2022, sarà possibile fruire della detrazione al 110% per le spese sostenute fino al 31 marzo 2022.

Non solo: per gli edifici unifamiliari è prevista una proroga dell'utilizzo delle agevolazioni fiscali dall’1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, ma con aliquota al 90% e a due condizioni:

  • l’edificio deve essere abitazione principale;
  • il contribuente deve avere un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro.

Nel caso di condomìni ed edifici plurifamiliari fino a 4 u.i. l’aliquota scende al 90% già per le spese sostenute dall’1 gennaio 2023, con la possibilità di mantenere il 110% solo a condizione di avere aperto una CILA entro il 25 novembre 2022.

Secondo Brancaccio le nuove norme non tutelerebbero proprio i condomini delle periferie e delle fasce meno abbienti – ovvero quelle che il nuovo esecutivo dichiara di volere proteggere e valorizzare con la rimodulazione delle detrazioni – che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e della necessità di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi.

La richiesta è quindi sempre di un confronto con il Governo, in modo serio e responsabile, “per evitare che a pagare siano i più deboli e le imprese regolari” continua la Presidente Ance.

La questione dei crediti bloccati

Sul problema della cessione dei crediti, se si apprezza l’attenzione del Governo e del Ministro Giancarlo Giorgetti, Brancaccio evidenzia comunque che si attende di capire quale soluzione sia allo studio "per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità e questo sì con un costo sociale ed economico insostenibile per la collettività”.

Pesano sicuramente le parole del ministro del MEF, che nel corso della conferenza stampa relativa all’approvazione del Decreto Aiuti-quater, ha anche messo in chiaro che la cessione rappresenta un’opzione e non un diritto, perché diversamente si sarebbe creata una vera e propria moneta.

Brancaccio spiega: “Se il credito di imposta non sarà monetizzabile, ancora una volta gli interventi potrà farli solo chi ha disponibilità economica e possibilità di compensare direttamente: dunque, solo i più abbienti”. Un problema già sottolineato anche dalle organizzazioni sindacali: “l’effetto combinato delle modifiche al superbonus e della mancata monetizzazione dei crediti fiscali acquisiti - conclude la presidente ANCE - genererà un aumento della disoccupazione ed effetti depressivi sul Pil, con ovvie ricadute anche sui conti dello Stato”.

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