Non lo vogliamo super, che sia solo un anno normale

Il messaggio di fine anno del direttore Ing. Gianluca Oreto

di Gianluca Oreto - 31/12/2022

Si chiude un anno molto impegnativo, complesso e certamente strano per il comparto delle costruzioni, sul quale hanno inciso profondamente i continui cambi normativi sul Superbonus e sul meccanismo di cessione del credito.

Dopo un 2020 denso di difficoltà, prudenza e diffidenza, il 2021 dell'edilizia è esploso grazie alle misure fiscali previste per la riqualificazione energetica e strutturale, ma soprattutto grazie alla cessione del credito di cui all'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che ha consentito democraticamente l'utilizzo delle principali detrazioni fiscali anche a chi era privo di capienza fiscale o della liquidità necessaria per avviare il cantiere.

Il 2022, invece, si è aperto con le dichiarazioni del Governo Draghi che hanno portato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto-Legge 27 gennaio 2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) convertito con modificazioni dalla Legge 28 marzo 2022, n. 25, con le prime e significative modifiche al meccanismo della cessione dei crediti fiscali. Da qui in poi è stato un lento e inesorabile declino fino ai nostri giorni.

In 12 mesi il superbonus e il meccanismo di cessione hanno ricevuto, o forse è meglio scrivere "subìto", 12 provvedimenti di modifica (praticamente uno al mese) con un unico risultato: bloccare i principali cessionari che nel primo biennio erano stati protagonisti dello sviluppo dell'economia (primi fra tutti Banche, Poste e CDP).

Da super, il bonus 110% si è trasformato in una trappola per professionisti, imprese e contribuenti. I primi due hanno sostanzialmente lavorato gratis, applicando lo sconto in fattura ma non riuscendo a monetizzare i crediti indiretti acquisiti. Molti contribuenti, invece, hanno impegnato i risparmi di una vita o acceso finanziamenti, confidando nel meccanismo di cessione.

Tutti sono rimasti con il classico cerino in mano e la speranza mai sopita che il Governo di turno potesse trovare una soluzione valida che al momento non è ancora arrivata. Speriamo che il 2023 possa portare qualcosa di buono.

Ma il 2022 è anche l'anno in cui ha cominciato a prendere vita la riforma delle norme che regolano i contratti pubblici. Dopo la legge delega di giugno, a dicembre il Governo ha approvato lo schema di riforma del Codice dei contratti pubblici che vedrà la luce entro marzo 2023 dopo essere passato dalla Conferenza Stato-Regioni e le Commissioni parlamentari. Ad aprile 2023, dunque, si dovrebbe chiudere la pessima esperienza del D. Lgs. n. 50/2016, una norma che non è riuscita a riformare davvero il comparto dei lavori pubblici, soprattutto perché mai completamente attuata.

La speranza è che la voglia di semplificazione e accelerazione venga accompagnata anche dalla volontà di non disperdere l'esperienza maturata in questi anni, soprattutto in relazione all'importanza della fase progettuale, che sembra voglia essere sacrificata sull'altare dell'appalto integrato.

Ma il 2023 potrebbe anche essere l'anno della riforma del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) che, dopo un ventennio di applicazione, centinaia di correzioni e decine di migliaia di interventi della giustizia di ogni ordine e grado, risulta ormai anacronistico soprattutto per la sua voglia di utilizzare il microscopio su un argomento dove l'unità di misura è il centimetro.

Difficilmente credo che l'attuale Governo interverrà sui bonus edilizi. Dalle recenti dichiarazioni e dopo una prima lettura della Legge di Bilancio 2023, risulta chiaro l'intento di agire su altri fronti e non sembra ci siano i presupposti per la tanto desiderata Legge quadro sulle detrazioni fiscali in edilizia che possa fare ordine su un argomento eccessivamente frammentato in norme completamente disarticolate e disomogenee.

La speranza, però, è che il 2023 possa tornare ad essere un anno "normale", senza amare sorprese per imprese professionisti e contribuenti, durante cui di straordinario possa esserci soltanto la risoluzione definitiva di una questione che ha assunto oggi contorni drammatici. Buon inizio a tutti.

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