Nuovo codice appalti: necessario il rinvio al 2024

La richiesta di Assistal in audizione alla Camera: gli operatori hanno bisogno di un quadro normativo chiaro e completo da applicare

di Redazione tecnica - 06/02/2023

La scadenza del 31 marzo 2023 si fa sempre più vicina e cresce il numero di richieste per un rinvio dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti. Un’esigenza sollevata da più parti e confermata anche da Assistal, nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.

Riforma del Codice dei Contratti: possibile un rinvio al 2024?

Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Associazione Angelo Carlini, per il quale è assolutamente necessario uno slittamento dell’entrata in vigore del nuovo Codice di almeno 12 mesi. “Gli operatori e le stazioni appaltanti hanno bisogno di avere come riferimento un quadro normativo compiuto e certo e le nuove norme previste dal codice, unitamente ai numerosi regolamenti ancora da definire, rischiano di generare confusione e di conseguenza un forte rallentamento delle gare, comprese quelle legate al PNRR, e della esecuzione dei contratti in corso”.

Tra le maggiori criticità rilevate da Assistal, la disciplina della revisione prezzi che a parere dell’Associazione andrebbe completamente rivista per quanto riguarda il comparto dei servizi, connotato da una molteplicità di attività e forniture molto diverse tra loro, che necessitano di indici che di volta in volta individuino i centri di costo maggiormente rilevanti.

Le criticità sulla revisione dei prezzi

In particolare, non sono condivisibili sia la previsione di percentuali di alea del 5% e dell’80% affinché scatti l’obbligo revisionale, sia la cadenza annuale della clausola revisionale. Perplessità anche per i possibili effetti negativi dell’applicazione del subappalto a cascata e per i criteri di aggiudicazione attraverso l’offerta economicamente più vantaggiosa.

Carlini evidenzia che la mancanza di indicazioni precise in ordine ad un tetto massimo relativo all’elemento prezzo, inciderà negativamente su tutti gli appalti, che tenderanno ad essere affidati esclusivamente sull’elemento costo, "facendo venir meno la garanzia della qualità dell’opera e dei servizi”.

“La nostra richiesta” – ha concluso Carlini – “è quella di posticipare l’introduzione del nuovo Codice a marzo 2024 per consentire di rivedere e migliorare alcuni istituti e, nello stesso tempo, di introdurre  norme specifiche per il comparto dei servizi, con l’obiettivo di rendere più efficace l’operato delle imprese e maggiormente elevato il servizio reso agli enti e ai cittadini”.

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