Obbligo di BIM: il MIT su deroghe e limiti temporali
Il Supporto Giuridico del MIT chiarisce quando si applica la deroga all’obbligo di progettazione BIM prevista dall’art. 225-bis del Codice dei contratti pubblici: conta la data di programmazione, non il DOCFAP o la copertura finanziaria.
Conclusioni
Il nuovo intervento del MIT offre un chiarimento tanto puntuale quanto rilevante per i tecnici della pubblica amministrazione: la deroga all’obbligo di progettazione BIM si applica solo se il procedimento è già formalmente inserito nella programmazione alla data del 31 dicembre 2024. Tutti gli altri elementi, per quanto significativi sotto il profilo dell’avanzamento progettuale (come la copertura finanziaria o l’approvazione del DOCFAP), non bastano da soli a cristallizzare la disciplina previgente.
Dal punto di vista operativo, ciò impone un’attenta verifica cronologica degli atti di programmazione e, soprattutto, una maggiore sinergia tra gli uffici tecnici e quelli deputati alla programmazione. L’inserimento tempestivo degli interventi nel piano triennale diventa oggi più che mai una leva fondamentale per governare consapevolmente l’impatto delle nuove tecnologie obbligatorie, come il BIM, evitando effetti retroattivi o scelte progettuali forzate.
In altre parole, il MIT richiama le stazioni appaltanti a una programmazione lungimirante, che anticipi e accompagni l’evoluzione normativa, anziché subirla. Solo così sarà possibile garantire coerenza tra fabbisogni, risorse, strumenti progettuali e adempimenti tecnologici, a vantaggio della qualità dell’opera pubblica e della certezza dell’azione amministrativa.
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