Piano Anticorruzione: le indicazioni di ANAC sono raccomandazioni, non obblighi

Le misure indicate rappresentano un atto di indirizzo per tutte le PA per l'adozione dei piani triennali, ma sono elenco esemplificativo e non tassativo

di Redazione tecnica - 02/02/2024

La delibera ANAC relativa all’adozione del PNA (Delibera del 22 novembre 2017, n. 1208) rappresenta un atto di indirizzo per tutte le pubbliche amministrazioni per l’adozione del piano anticorruzione, senza che le sue misure costituiscano un obbligo.

Adozione PNA: le indicazioni ANAC non costituiscono obbligo

Lo ha specificato il Consiglio di Stato con la sentenza del 31 agosto 2023, n. 8100 recentemente riproposta dalla Giustizia Amministrativa come punto di riferimento per definire i margini di operatività e discrezionalità a carico delle amministrazioni, nella fattispecie, delle istituzioni universitarie, per la formulazione del proprio regolamento.

Si tratta di indicazioni che Palazzo Spada ha fornito a seguito del ricorso presentato dalla partecipante a una procedura di selezione in ambito universitario e che ha lamentato alcune irregolarità, quali le continue proroghe del concorso e la violazione del piano triennale di anticorruzione in relazione alla composizione e alla procedura di nomina della Commissione giudicatrice.

Già il TAR aveva respinto il ricorso, ritenendo non vincolanti le raccomandazioni ANAC, il cui contenuto essenziale era peraltro stato recepito dall’Ateneo.

Consiglio di Stato: il PNA è atto di indirizzo non vincolante

Nel valutare la questione, il Consiglio ha ricordato che la delibera del 22 novembre 2017, n. 1208, in relazione alle “Istituzioni universitarie”, afferma che “Il presente Piano” ha “natura di atto di indirizzo (non vincolante)”, secondo quanto precisato dall’art. 1, comma 2-bis, della l. n. 190/2012.

La delibera raccomanda alle Università di prevedere nei propri regolamenti le misure in discorso, con il corollario che, in mancanza del recepimento delle misure, le stesse non possono trovare diretta applicazione solo perché sono elencate da ANAC.

Questo anche perché le Università devono poter godere di margini di autonomia nell'organizzazione dell'attività amministrativa: infatti, la libertà nella didattica e nella ricerca, garantita alle Università, è strettamente influenzata dalle risorse umane, finanziarie e strumentali di cui dispone l'ateneo, e tali risorse vengono appunto assicurate attraverso molteplici attività di carattere strettamente amministrativo.

PNA e onere di motivazione

Con riguardo, poi, al profilo dell’onere di motivazione, occorre precisare che quest’obbligo deve ritenersi operante in relazione al Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e non in ordine ad un regolamento per il quale l’art. 13 L. n. 241/1990 esclude qualsivoglia dovere per l’Amministrazione di motivare le ragioni delle determinazioni assunte.

Ed invero, la delibera ANAC n. 1208 del 22 novembre 2017, di approvazione del PNA 2017, costituisce, in forza di quanto stabilito all'art. 1, comma 2 bis, della L. 190/2012, "atto di indirizzo" per tutte le amministrazioni pubbliche indicate all'art. 1, comma 2, del D. L.vo 165/2001, e quindi anche per le istituzioni universitarie, "ai fini dell'adozione dei propri piani triennali anticorruzione".

Le misure in esso contenute sono indicate come "suggerite e non imposte", ragione per cui "Rimane pertanto nella piena responsabilità delle amministrazioni individuare e declinare queste ed altre misure nel modo che più si attagli allo specifico contesto organizzativo, per prevenire i rischi corruttivi come identificati nel processo di analisi e gestione del rischio necessari per l'elaborazione dei PTPC". Le varie misure indicate sono proposte come un elenco esemplificativo, e non tassativo, di "possibili" soluzioni alle problematiche rilevate ed analizzate dall'ANAC nel PNA, la cui adozione viene "raccomandata"

A dovere dunque, essere motivato, conclude il Consiglio, in ragione della deroga alle misure raccomandate dall’A.N.AC. non è il regolamento di ateneo, ma il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

 

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