Piano d'azione per il radon 2023-2032: in Gazzetta il DPCM

Pubblicato il decreto di adozione del Piano nazionale d’azione per la riduzione dei rischi di lungo termine attribuibili all’esposizione al radon

di Redazione tecnica - 23/02/2024

Con il DPCM 11 gennaio 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 febbario 2024, n. 43, S.O. n. 10, è stato adottato il Piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032, per la riduzione dei rischi di lungo termine attribuibili all’esposizione al radon.

Riduzione dai rischi di esposizione al radon: in Gazzetta il Piano d'azione

Il PNAR descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon, gas nobile radioattivo naturale. Invisibile, inodore, incolore e insapore, è un prodotto intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali da costruzione e che è tra le cause di tumori polmonari.

 Data la multidisciplinarietà propria del fenomeno, gli obiettivi del Piano prevedono la realizzazione di Azioni in ambiti molto diversi: dalla classificazione delle aree territoriali in cui si ritiene prioritario intervenire, alla disponibilità di servizi di dosimetria radon riconosciuti idonei e di esperti di interventi di risanamento adeguatamente formati, di indicazioni sugli interventi di risanamento e per la progettazione di nuovi edifici dotati di sistemi di prevenzione dell’ingresso di radon, alla sensibilizzazione dei proprietari delle abitazioni e alla possibilità di introdurre forme di incentivo economico, ecc.

Sulla base dei dati disponibili, ottenuti nella prima indagine condotta nelle abitazioni alla fine degli anni ’80 e riportati nel PNR del 2002, si stima che le abitazioni con una concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3 siano il 4% delle abitazioni italiane, circa 800.000 abitazioni, quelle con concentrazione di radon superiori a 400 Bq/m3 siano l’1% e cioè circa 200.000, mentre la stima per i luoghi di lavoro che superano i 300 Bq/m3 è pari a circa 200.000 [15,18].

Gli assi strategici

Il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici:

  • Asse 1 – Misurare;
  • Asse 2 – Intervenire;
  • Asse 3 – Coinvolgere.

Ognuno di essi ha un obiettivo che si raggiunge attraverso l’attuazione delle Azioni previste, ciascuna con indicatori in grado di definirne lo stato e a cui sono associati i tempi di realizzazione.

Asse 1

L’Asse 1 definisce e raccoglie le azioni dedicate a fornire indicazioni sulle indagini, sui protocolli di misurazione e sulla gestione dei dati di concentrazione di radon indoor, sui livelli prestazionali e le modalità operative e gestionali dei servizi di dosimetria, sulla individuazione delle aree prioritarie, sui luoghi di lavoro e sulle attività lavorative a maggior rischio di esposizione. Lo scopo principale è individuare le aree prioritarie attraverso la caratterizzazione omogenea dell’intero territorio nazionale e individuare le attività lavorative, i luoghi di lavoro e gli edifici esposti a maggior rischio.

Asse 2

L’Asse 2 raggruppa le azioni per ridurre il rischio di esposizione al radon e promuove i sistemi di prevenzione e riduzione negli edifici esistenti e nei nuovi edifici con indicazioni sulla loro progettazione, individua i materiali da costruzione che potrebbero esalare radon, fornisce indicazioni per la qualificazione degli esperti di risanamento.

Asse 3

Il terzo Asse strategico è dedicato alla comunicazione. Le azioni previste promuovono la diffusione della conoscenza del fenomeno radon attraverso strategie comunicative efficaci e mirate che prevedono lo sviluppo di piani di formazione rivolti ai lavoratori e ai professionisti della pubblica amministrazione (PA), la realizzazione di progetti didattici rivolti agli studenti, la possibilità di utilizzare forme partecipative da parte del cittadino e la promozione, infine, di azioni diffuse di riduzione dell’esposizione al radon nelle abitazioni. Una Azione prevede l’istituzione dell’Osservatorio nazionale radon che, attraverso un monitoraggio dell’attuazione delle Azioni del Piano, supporta e integra le attività previste.

Obiettivi del piano

Gli obiettivi specifici di riduzione dell’esposizione al radon da realizzarsi nei prossimi 10 anni di durata del Piano sono:

  • a. la riduzione della concentrazione di radon nei luoghi di lavoro con concentrazione di radon superiore ai 300 Bq/m3 , nel rispetto delle previsioni normative;
  • b. la riduzione della concentrazione di radon almeno nel 50% delle abitazioni, ricadenti nelle aree prioritarie nelle quali sia stata riscontrata una concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3, dando priorità a quelle con concentrazione superiore a 300 Bq/m3;
  • c. la riduzione della concentrazione di radon almeno nel 50% delle abitazioni del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ricadenti nelle aree prioritarie, con concentrazione di radon superiore ai 200 Bq/m3, dando priorità a quelle con concentrazione superiore a 300 Bq/m3 ;
  • d. la verifica che il livello di concentrazione di radon sia inferiore ai 200 Bq/m3 nelle abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.

Le valutazioni della situazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi specifici sono effettuate periodicamente dall’Osservatorio nazionale radon tramite appositi indicatori, tenuto conto del documento del WHO “Development of environment and health indicators for european union countries” [46] che sono:

  • la stima, tramite adeguate indagini campionarie, del numero di abitazioni e luoghi di lavoro in cui vengono superati i livelli di riferimento;
  • il numero di abitazioni e luoghi di lavoro in cui è stata misurata la concentrazione di radon;
  • il numero di abitazioni e luoghi di lavoro in cui la concentrazione di radon misurata risulta superiore ai livelli di riferimento;
  • la stima del numero di abitazioni e luoghi di lavoro, con concentrazioni di attività di radon misurate superiori ai livelli di riferimento, che siano state risanate con conseguente riduzione della concentrazione di radon.
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