PIL secondo trimestre 2022, valori in crescita

Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo cresce dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto all’omologo del 2021

di Redazione tecnica - 05/09/2022

I numeri diffusi da ISTAT sull'andamento del PIL nel secondo trimestre 2022 lasciano intravedere, nonostante tutto, una ripresa dell’economia nazionale. Come specificato nel report relativo ai conti economici dei mesi da aprile a giugno, il Pil registra una crescita dell’1,1% in termini congiunturali e del 4,7% in termini tendenziali. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +3,5%.

PIL secondo trimestre 2022, il report ISTAT

Come spiega l’Istituto Nazionale di Statistica, si tratta di stime lievemente al rialzo rispetto a quella preliminare dello scorso 29 luglio, quando il rilascio mostrava un aumento congiunturale dell’1% e tendenziale del 4,6%. Inoltre rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in ripresa, con tassi di crescita uguali per il totale degli investimenti e dei consumi finali nazionali (+1,7%), mentre la domanda estera netta ha contribuito negativamente alla crescita del Pil.

Analizzando i settori, si conferma, rispetto alla stima preliminare, una crescita del valore aggiunto dell’industria e dei servizi all’1,4% e all’1%, mentre l’agricoltura registra una diminuzione dell’1,1%.

Cresce il settore delle costruzioni

Nel dettaglio, il secondo trimestre registra andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto dell’industria in senso stretto (1,3%), delle costruzioni (1,8%) del commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione (3,3%), dei servizi di informazione e comunicazioni (0,6%), delle attività finanziarie e assicurative (0,8%), delle attività immobiliari (0,8%), dell’amministrazione pubblica, difesa, istruzione e sanità (0,2%) delle attività artistiche, di intrattenimento e degli altri servizi (4,2%).

Diminuiscono agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,1%) e attività professionali del (-3,5%).  

Occupazione e redditi da lavoro: i dati del II trimestre 2022

In buona ripresa anche le ore lavorate e unità di lavoro, come anche i redditi pro capite e le posizioni lavorative. Questo risultato è dovuto a una ripresa del 2,7% dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, del 2,3% delle costruzioni, dell’1,4% dei servizi, mentre l’industria in senso stretto è risultata stazionaria.

Le unità di lavoro sono aumentate nel complesso dell’1,2% per effetto di un aumento di agricoltura, silvicoltura e pesca pari al 2,9%, delle costruzioni cresciute del 2,4% e dei servizi dell’1,2%, mentre l’industria in senso stretto ha registrato un calo dello 0,1%. Infine, riguardo ai redditi da lavoro dipendente pro-capite, l’aumento per il totale economia è risultato pari all’1,5% per effetto della ripresa dell’1,4% nell’agricoltura, dello 0,8% nell’industria in senso stretto, dello 0,2% nelle costruzioni e del 2% nei servizi.

Il PIL e le componenti della domanda

Dal lato della domanda, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate in termini congiunturali del 2,5% e sia gli investimenti fissi lordi, sia i consumi finali nazionali dell’1,7%. Le importazioni sono aumentate del 3,3%.

Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti e delle ISP è cresciuta del 2,6% e quella delle Pubbliche Amministrazioni è diminuita dell’1,1%. La ripresa degli investimenti è stata determinata dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti, la cui crescita è risultata pari all’1,8% a fronte di una diminuzione della componente di mezzi di trasporto dello 0,4%, dalla crescita della spesa in abitazioni e fabbricati non residenziali e altre opere risultate rispettivamente pari al 2% e all’1,6%, dagli investimenti in prodotti di proprietà intellettuale, cresciuti dell’1,3%, mentre le risorse biologiche coltivate sono risultate stazionarie.

La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato un aumento in termini congiunturali del 2,9%. In particolare gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 3,7%, quelli di servizi del 5,3%, e quelli dei beni semidurevoli del 4,1%. Invece, gli acquisti di beni non durevoli si sono ridotti dell’1,3%.

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