Riforma Codice dei contratti: 10/20 minuti di audizione per un provvedimento blindato

Si avvia alla conclusione l'esame delle Commissioni competenti per la definizione del parere sullo schema di D.Lgs. di riforma del Codice dei contratti pubblici

di Gianluca Oreto - 24/01/2023

Chi ha avuto il piacere (se così può essere definito) di seguire l'attività parlamentare precedente la messa a punto del Decreto Legislativo n. 50/2016 (l'attuale Codice dei contratti pubblici), non dimenticherà quanto poco siano servite le consultazioni dei soggetti interessati, improntate soprattutto sulla costruzione di una sorta di "alibi" che alla condivisione di argomentazioni tecniche volte a migliorare un testo blindato fuori dal Parlamento.

Riforma Codice dei contratti: le audizioni

Sulla medesima traccia, sono state avviate ieri le audizioni informali nell'ambito dell'analisi dello schema di Decreto Legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, predisposto dal Consiglio di Stato e approvato dal Consiglio dei Ministri.

Questo il programma del primo "giro" di audizioni:

  • ore 13.30: ANA - Associazione nazionale archeologi
  • ore 13.40: Legambiente
  • ore 13.50: WWF
  • ore 14: Confida
  • ore 14.10: Prof. Pierluigi Portaluri, ordinario di diritto amministrativo presso l'Università del Salento
  • ore 14.20: ASSOAMBIENTE
  • ore 14.30: Alleanza delle Cooperative
  • ore 14.40: UNIRIMA
  • ore 14.50: Collegio dei Geologi
  • ore 15: Associazione Valore D
  • ore 15.10: ANGEM - Associazione nazionale della ristorazione collettiva e servizi e ORICON - Osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione
  • ore 15.20: AIP2 Associazione italiana per la partecipazione pubblica
  • ore 15.30: CIA - Confederazione Italiana Archeologi
  • ore 15.40: ACCREDIA
  • ore 15.50: Conforma
  • ore 16.00: Unionsoa
  • ore 16.10: General SOA
  • ore 16.20: Anceferr

A cui seguirà il 26 gennaio 2023, dalle ore 14 alle ore 14.20, l'audizione dei rappresentanti dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).

10/20 minuti di audizioni che serviranno (probabilmente) a depositare solo una memoria ma che (certamente) non potranno essere effettivamente incisive per migliorare un testo che, secondo la critica, buone intenzioni a parte è ancora fallace in moltissimi aspetti.

Il parere della Conferenza unificata

Intanto, il 26 gennaio 2023 è stata convocata la Conferenza Unificata per rendere il parere previsto dalla legge delega n. 78/2022, che sarebbe dovuto arrivare prima della trasmissione dello schema alla Commissioni parlamentari competenti.

Resta, invece, fissato (come previsto) il termine dei 30 giorni (che scade l'8 febbraio) per ottenere l’espressione del parere da parte delle Commissioni competenti che evidentemente dovranno lavorare più che alacremente affinché possano produrre delle considerazioni utili alla predisposizione del testo del Decreto Legislativo che, ricordiamo, dovrà approdare sulla Gazzetta Ufficiale entro il 31 marzo 2023.

La sensazione è che, formalismi approvativi a parte, il testo del futuro decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti si stia decidendo nuovamente fuori dalle stanze del Parlamento e che il tempo utilizzato dalle Commissioni potrebbe essere impiegato in altra maniera (problemi da risolvere ne abbiamo tantissimi).

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