Riforma Codice dei contratti: delega promossa con riserva

Le dichiarazioni del Presidente OICE Gabriele Scicolone sui contenuti della legge che delegherà il Governo a riformare la normativa sui lavori pubblici

di Redazione tecnica - 16/06/2022

Dopo il via libera del Senato manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di delega al Governo in materia di contratti pubblici che completa il secondo step della road map messa a punto dal Governo.

Riforma codice dei contratti: le 31 direttive

A far discutere sarà l'art. 1, comma 2 della delega che definisce principi e criteri direttivi che dovranno ispirare il Governo (o chi per lui) nella riforma della normativa sui contratti pubblici che dopo il D.Lgs. n. 50/2016 non è ancora riuscita a trovare un assetto definitivo.

Tra le varie direttive, alcune rivedono completamente i principi ispiratori della riforma del 2016. Tra queste:

  • la centralità del progetto;
  • l'appalto integrato.

Temi su cui quali abbiamo interpellato il Presidente OICE Gabriele Scicolone.

Centralità del progetto e prestazioni gratuite

L'art. 1, comma 2, lettera l) della delega chiede al Governo di prevedere espressamente un divieto di prestazione gratuita delle attività professionali, "salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione". Apertura, quest'ultima, che lascia ampi margini di movimento in un contesto in continua e piena emergenza che potrebbe essere interpretato a piacimento come "caso eccezionale".

"Siamo soddisfatti dell’affermazione del principio generale del divieto di prestazioni gratuite - afferma il Presidente Scicolone - anche se è un po’ triste dovere, in un paese moderno, ancora affermare per legge concetti che dovrebbero essere scontati. Un velo di frustrazione lo si rileva nell’inciso del comma proposto che, dopo aver vietato la gratuità, la ammette in deroga in virtù di non meglio definiti “casi eccezionali”, da motivare adeguatamente".

"Ci chiediamo - continua Scicolone - come si possa ammettere una cosa simile e chiedere poi qualità e professionalità? I progettisti nel nostro Paese continuano a subire queste vessazioni che ne frustrano il lavoro e poi ci lamentiamo che i giovani non vogliono più fare gli ingegneri e gli architetti, e non si trovano tecnici. Questo, peraltro, proprio ora che con il PNRR ce ne è un bisogno drammatico. Senza contare che, ammettere, in casi eccezionali e previa adeguata motivazione, che si possano chiedere progetti gratis è un’aberrazione che viola espressamente una legge che lo stesso Parlamento ha votato sei anni fa, quella sull’equo compenso a tutela della dignità del progettista e di tutti i professionisti".

"Anche soltanto pensare che un progetto o una direzione lavori possano essere svolte gratis - incalza il Presidente OICE - significa violare principi costituzionali e civilistici elementari; già gli affidamenti al prezzo più basso sono una follia; averne previsto la possibilità significa avere messo in opera una follia giuridica. Proprio non si vuole capire, in Italia, come è importante valorizzare l’ingegneria. E dire che solo la settimana scorsa un ingegnere italiano ha vinto il Premio come miglior giovane talento d’Europa, conferito dall’Associazione EFCA".

Appalto integrato

Altro argomento di discussione è l'art. 1, comma 2, lettera ee) che chiede al Governo individuare le "ipotesi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori (appalto integrato, fermi restando il possesso della necessaria qualificazione per la redazione dei progetti nonché l’obbligo di indicare nei documenti di gara o negli inviti le modalità per la corresponsione diretta al progettista, da parte delle medesime stazioni appaltanti, della quota del compenso corrispondente agli oneri di progettazione indicati espressamente in sede di offerta dall’operatore economico, al netto del ribasso d’asta".

"Sul criterio di delega concernente l’appalto integrato - rileva il Presindente Scicolone - abbiamo apprezzato molto che sia stata accolta la nostra proposta tesa a ribadire sia la necessità della qualificazione del progettista, sia l’obbligo di indicare negli atti di gara come pagare direttamente il progettista".

"In termini generali - continua Scicolone - crediamo che il principio generale della centralità del progetto esecutivo e della tendenziale separazione dei ruoli fra progettista e costruttore, anche nella formulazione della delega sia stato  accettato dal legislatore e preservato, nel momento in cui incarica il Governo di  definire le ipotesi di ricorso all’appalto integrato, evidentemente derogatorie rispetto al principio generale dell’affidamento dei lavori sulla base del progetto esecutivo".

"Siamo dell’avviso - propone il Presidente Scicolone - che si debba ricondurre l’istituto dell’appalto integrato alla sua fisiologica utilizzazione: serve quando appare evidente, per ragioni tecnologiche e impiantistiche, che l’impresa possa apportare la sua esperienza nella fase progettuale esecutiva. Rimaniamo convinti che la centralità del progetto esecutivo e della tendenziale separazione fra progettista e impresa di costruzioni  rappresentino valori positivi per il sistema, oltre che elementi di assoluta trasparenza, a garanzia e nell’interesse di tutti gli operatori del settore e soprattutto della qualità del progetto e del rispetto dei tempi e dei costi. In passato la scelta di demandare gli esecutivi alle imprese non ha significato nient’altro che costringere nuovamente il progettista ad operare sotto l’egida dell’impresa, a minor prezzo, quindi a discapito della qualità, con una forte limitazione – come detto - della propria “terzietà” a garanzia del committente e della comunità".

"Non è vero poi che con l’appalto integrato si evita il contenzioso - conclude il Presidente OICE - perché l'impresa avrà tutto l'interesse ad inserire elementi per fare riserve che, poi, la stazione appaltante accetterà necessariamente per non ammettere che il progetto definitivo che ha predisposto, approvato e validato non andava bene. Anche i presunti snellimenti della fase approvativa non hanno trovato alcun riscontro nella realtà per due principali ragioni: la modifica (a volte radicale) nelle scelte/decisioni della stazione appaltante; le forti differenze di importo opere tra base di gara e progetto sviluppato dall'appaltatore. Queste ragioni portano a lunghi ed accesi confronti per la validazione ed approvazione del progetto esecutivo. Infine sul fronte della presunta riduzione delle riserve, l’esperienza di anni di applicazione dell’appalto integrato ha dimostrato che le motivazioni per presentare riserve permangono, a cominciare dal livello del progetto posto a base di gara, per sua natura meno definito e quindi passibile di recriminazione per mancanze o inesattezze".

Ringraziamo il Presidente OICE Scicolone per il contributo e lasciamo come sempre a voi ogni commento.

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