Rischio sismico ed edilizia scolastica: prevenzione totalmente ignorata

L'allarme di ISI - Ingegneria Sismica Italiana: chiudere le scuole non è una strategia di messa in sicurezza ma semplice improvvisazione

di Redazione tecnica - 15/03/2023

“Chiudere una scuola dopo una scossa non implica una attenzione alla sicurezza da parte delle Istituzioni, ma un modo improvvisato di fare prevenzione”. Ad affermarlo è l’Ing. Silvia Bonetti, Consigliere di ISI- Ingegneria Sismica Italiana, commentando le “soluzioni” messe in atto dalle amministrazioni all’indomani dei due eventi sismici, classificati come “moderate scosse di terremoto” che hanno interessato l’Umbria il 9 marzo 2023.

Edilizia scolastica e terremoto: occorre piano di prevenzione

A stupire sono proprio i provvedimenti presi dopo le scosse, tra cui la chiusura delle scuole. Una prassi consolidata: come sottolinea Bonetti, si tratta di procedure che nulla hanno a che fare con la prevenzione, considerato che il rischio sismico nel nostro paese rappresenta una certezza e non una fatalità, "aspetto che continua a essere totalmente ignorato".

Sulla sicurezza degli edifici scolastici il giudizio è assolutamente netto: “Le scuole dovrebbero essere edifici sicuri. Più sicuri delle nostre case. A dirlo è una normativa: esiste a monte, a partire dal 2003 anche un’altra norma che prevedeva che tutte le scuole venissero valutate in termini di sicurezza. Inutile dire sia la norma più disattesa della storia, perché ad oggi il lavoro non è finito.  È vero che tale norma non prevedeva l’obbligo della messa in sicurezza, ma è anche vero che edifici con particolare fragilità, secondo precise circolari di protezione civile, dovevano essere inseriti in un piano di messa in sicurezza o declassati”.

Chiudere una scuola dopo una scossa non implica attenzione alla sicurezza da parte delle Istituzioni, ma un modo improvvisato per fare prevenzione. Una scossa di terremoto forte può avvenire senza alcun preavviso come è accaduto in Turchia. Può succedere al mattino durante lo svolgimento delle lezioni con le scuole aperte. “Un terremoto non suona la campanella, non manda un fax di preavviso. Può anche avvenire dopo uno sciame con eventi moderati o strumentali. E vale il viceversa, una scossa di magnitudo moderata non sempre (è raro) evolve in eventi importanti. Potrebbe accadere, ma anche no. E non si fa prevenzione giocando a dadi”.

L'ing. Bonetti conclude spiegando che ci sono soltanto due alternative: o le scuole sono sicure e quindi inutile chiuderle, oppure non sono sicure, quindi occorre metterle in sicurezza velocemente. “Tertium non datur. In conclusione, abbattere il rischio chiudendo a caso un paio di giorni le scuole non porta a nulla.”

 

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