Superbonus 110%, bonus edilizi e cessione del credito: nuove regole all'esame

Il Consiglio dei Ministri di oggi vaglierà una proposta di decreto legge per modificare il meccanismo di cessione del credito da superbonus e altri bonus edilizi

di Redazione tecnica - 18/02/2022

Più cessioni ma solo tra banche, no alla frammentazione del credito, un codice di tracciabilità ma soprattutto l'inasprimento delle sanzioni penali per chi froda.

Superbonus 110% e bonus edilizi: le novità al vaglio del Consiglio dei Ministri

È in calendario per oggi al Consiglio dei Ministri l'esame di un nuovo provvedimento d'urgenza (un decreto legge) per scongiurare gli effetti disastrosi dovuti alle recenti modifiche al meccanismo di cessione dei crediti edilizi.

L'ultimo correttivo al Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), eliminando il meccanismo delle cessioni multiple, ha di fatto bloccato l'acquisto dei crediti da parte di numerosi soggetti molto attivi nell'ultimo anno (Cassa Depositi e Presiti e Poste Italiane) e limitato quello di altri.

Le necessarie conseguenze di una modifica entrata ufficialmente in vigore il 17 febbraio 2022 sono state:

  • da una parte la corsa alla prima cessione entro questa data, in modo da consentire sempre una cessione jolly e rendere il credito più spendibile dal primo cessionario;
  • dall'altra un vero e proprio blocco dei nuovi lavori, in attesa di modifiche che le forze politiche di tutti i colori hanno preannunciato.

3 cessioni "qualificate" e codice di tracciabilità univoco

Restando sempre sul piano delle ipotesi ed in attesa della conferma ultima che arriva sempre dalla Gazzetta Ufficiale, il nuovo Decreto Legge sbloccherà ulteriormente il sistema delle cessioni multiple ma limitandole a 3: una da parte dell'impresa o del professionista che ha fatto il primo sconto e le altre due solo tra soggetti qualificati e sottoposti a vigilanza (le banche).

A seguito del primo sconto e della prima cessione, al credito verrà attribuito un codice di identificazione univoco in modo da evitare la frammentazione e una più precisa tracciabilità. Fino al 17 febbraio, infatti, i detentori del credito potevano utilizzarlo in compensazione di imposte e contributi, secondo le medesime regole previste per il beneficiario originario, oppure cederlo (in tutto o in parte) a terzi. Situazione che aveva creato una frammentazione del credito fiscale, creando notevoli difficoltà.

Eliminando le cessioni parziali, il credito seguirà sempre una linea retta senza alcuna ramificazione.

Inasprite le sanzioni

L'attuale comma 14, art. 119 del Decreto Rilancio, oltre all'applicazione delle sanzioni penali, prevede per il superbonus, per soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli, una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 15.000 euro per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa.

All'esame del Consiglio dei Ministri un inasprimento delle sanzioni penali a carico di tutti i soggetti coinvolti e responsabili di eventuali frodi a danno dello Stato.

© Riproduzione riservata