Superbonus 110% e cessione del credito: i 3 regimi temporali

Le modifiche normative apportate nel 2022 all'art. 121 del Decreto Rilancio hanno creato 3 diversi regimi temporali per l'utilizzo dei bonus edilizi con sconto o cessione

di Gianluca Oreto - 26/07/2022

Provare ad analizzare il momento di crisi che vive il comparto dell'edilizia non è certamente semplice. Per farlo occorre conoscere (bene) la storia delle modifiche del Decreto Rilancio e qualche numero che riguarda costi, numero di asseverazioni, edifici interessati, ricavi, dati occupazionali e possibili frodi fiscali individuate.

I numeri del Superbonus

Dopo avere messo insieme tutti questi dati occorre rispondere con onestà intellettuale a due domande:

  • quando è andato in crisi il sistema?
  • prima di questo momento, il sistema aveva delle problematiche?

Domande non semplicissime da affrontare soprattutto se si cominciano a mischiare argomenti di natura fiscale, sociale e tecnica. Guardando i dati pubblicati da Enea sull'utilizzo del superbonus relativamente alla parte energetica, verrebbe da rispondere che il superbonus 110% va a gonfie vele. I dati aggiornati a giugno 2022 hanno, addirittura, evidenziato un boom di asseverazioni, dovuto principalmente alla scadenza del 30 giugno 2022 per gli edifici unifamiliari ma che in realtà ha coinvolto tutti i soggetti beneficiari principali.

Da maggio a giugno 2022, il numero di asseverazioni è passato:

  • per le unifamiliari da 91.444 a 107.143 (+17%), per un totale di investimenti passato da euro 10.345.473.045,55 a euro 11.999.794.559,34 (+16%).
  • per i condomini da 26.663 a 30.167 (+13%), per un totale di investimenti passato da euro 14.987.673.920,83 a euro 17.267.471.298,32 (+15%).
  • per le unità immobiliari indipendenti da 54.338 a 61.809 (+13,7%), per un totale di investimenti passato da euro 5.313.195.927,07 a euro 5.943.002.099,84 (+12%).

Numeri che dovrebbero far riflettere non tanto sulle procedure, i requisiti da rispettare e gli adempimenti che riguardano il superbonus 110%, quanto sulle possibilità che un intervento che utilizza queste detrazioni determini valore aggiunto e utilità a tutti gli attori coinvolti, ovvero:

  • soggetti beneficiari;
  • professionisti;
  • imprese.

Il completamento di un intervento di superbonus 110% da valore aggiunto ai soggetti beneficiari, ma non porta alcuna utilità a professionisti e imprese nel caso in cui, dopo aver applicato lo sconto in fattura, non si riesca a convertire in liquidità il credito indiretto.

E questa possibilità è stato il principale motivo che ha determinato l'anno nero dell'edilizia (almeno per i primi sette mesi del 2022), in cui imprese e professionisti si trovano nella paradossale situazione di avere completato o stare per completare gli interventi pattuiti, esponendosi economicamente in termini di formazione, manodopera, materiali e tasse, senza avere nessuno che voglia acquistare i loro crediti indiretti.

Quando è andato in crisi il sistema?

Volendo rispondere alla prima domanda, non vi è alcun dubbio che la situazione di crisi ha cominciato a palesarsi con il Decreto Legge n. 4/2020 (Decreto Sostegni-ter) con il quale è stata operata per la prima volta una modifica significativa al meccanismo di cessione del credito. A questa modifica ne sono seguite altre attraverso altri provvedimenti normativi:

Interventi che ad oggi hanno determinato 3 diversi regimi temporali, riassumibili nel seguente grafico.

Regimi temporali - Cessione del credito

Sostanzialmente:

  • dal 27 gennaio al 25 febbraio 2022, il periodo di vigenza del D.L. n. 4/2022;
  • dal 26 febbraio al 30 aprile 2022, il periodo di vigenza del D.L. n. 13/2022 e della legge di conversione del decreto Sostegni-ter;
  • dall'1 maggio 2022, data di entrata in vigore delle disposizioni previste dalla legge di conversione del Decreto Aiuti (arrivata il 16 luglio 2022 ma con effetti retroattivi).

Differenze temporali che, necessariamente, hanno destabilizzato il settore, determinando dubbi e incertezze che i principali attori protagonisti (le Banche) non potevano accogliere diversamente al blocco degli acquisti.

Il sistema è, dunque, andato in crisi nel 2022 con le prime modifiche all'art. 121 del Decreto Rilancio.

Prima di questo momento, il sistema aveva delle problematiche?

Si può adesso passare alla seconda risposta, rilevando che il sistema della cessione dei crediti edilizi, almeno prima il D.L. n. 157/2021 (Decreto antifrode) e la Legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022) è stato il principale artefice delle frodi fiscali scovate dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

Aver esteso senza logica questo meccanismo ai bonus edilizi senza controllo ha determinato le più classiche delle truffe con interventi mai realizzati e importi dei lavori raddoppiati.

Come detto, però il sistema era stato già corretto con il D.L. n. 157/2021. Inseriti i meccanismi di controllo e previsto il codice identificativo unico della detrazione, sarebbe stato un ottimo modo, unitamente ad una attenta due diligence dei cessionari, per eliminare ogni possibilità di frodare lo Stato.

Le scelte, com'è noto, sono state altre con effetti devastanti cui il comparto delle costruzioni chiede soluzioni immediate.

© Riproduzione riservata