Superbonus: non esistono gli esodati vittima dello Stato?

Risposta all'articolo "Non esistono esodati superbonus truffati dallo Stato" scritto dall'ex Viceministro dell’Economia e delle Finanze Enrico Zanetti

di Gianluca Oreto - 18/07/2023

Avendo seguito ogni puntata della serie "Il superbonus 110%" andata in onda nel nostro Paese dal 19 maggio 2020, mi ha molto colpito un approfondimento scritto recentemente da Enrico Zanetti (Viceministro dell’Economia e delle Finanze dal 2014 al 2016, Dottore commercialista e revisore legale e Consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze) intitolato "Non esistono esodati superbonus truffati dallo Stato".

Gli esodati del Superbonus

Un articolo in cui l'autore non si trova d'accordo con la definizione "esodati del superbonus" (come se fosse questa il problema), sentendosi in dovere di evidenziare la necessità di chiamare questi soggetti "contribuenti truffati dalla cattiva politica" e mettendo dei paletti temporali perentori (comunque sbagliati).

Secondo l'estensore dell'articolo, infatti, le norme dello Stato non avrebbero mai garantito l'acquisto del credito fiscale maturato, la cui circolazione sarebbe stata rimessa unicamente all'autoregolazione del mercato. L'unica possibilità di cedere un credito fiscale si sarebbe dovuta scontrare con la presenza di un soggetto interessato ad acquistarlo.

Presenza che dal Decreto-Legge 27 gennaio 2022, n. 4 (Decreto Sostegni-ter) si è andata sempre più assottigliando fino ad annullarsi quasi completamente ed è da questo provvedimento che secondo l'autore dell'articolo non si dovrebbe parlare più di truffati ma di soggetti che consapevolmente hanno utilizzato un strumento molto rischioso (considerazione vera in parte).

Zanetti riconosce la presenza di soggetti truffati, come i condomini, che hanno approvato e deliberato l'approvazione dei lavori in un contesto completamente diverso da quello che ne è venuto fuori dopo il Decreto Sostegni-ter (consiglio all'autore la correzione della data, 27 gennaio 2022 e non 16 febbraio 2022 come erroneamente scritto).

Secondo l'ex Viceministro dell’Economia, i truffati sarebbero solo quei contribuenti che avrebbero deliberato o avviato i lavori entro questa data. Tutti gli altri avrebbero avuto la colpa di non predire le evoluzioni normative e del mercato seguite a partire dal Decreto Sostegni-ter.

Come si dice in gergo "dura lex sed lex".

Dunque, sarebbe colpa dei contribuenti, dei professionisti e delle imprese se dopo il Decreto Sostegni-ter non hanno compreso i rischi di un'operazione in cui l'assenza di capacità economica e/o capienza fiscale avrebbe compromesso la propria casa e i propri risparmi/investimenti.

Considerazione, anche questa, in linea di massima condivisibile ma solo se tutti gli italiani seguissero assiduamente l'attività normativa (arrivata spesso a colpi di Decreti Legge e Leggi di conversione) come me o il dott. Zanetti. È facile comprendere l'evoluzione di una norma quando non si fa altro o quasi!

Chi sono gli esodati

Torniamo adesso alla parola "esodato del superbonus". Tralasciando i sofismi letterari e le definizioni dell'enciclopedia, gli esodati del Superbonus sono quei soggetti che hanno avviato un intervento agevolabile ai sensi dell'art. 119 del D.L. n. 34/2020 (Rilancio), contando sulle possibilità di cui al successivo art. 121 ma si sono ritrovati senza nessuno che acquistasse più il credito maturato.

Che possa piacere o meno questa auto-definizione, gli esodati del Superbonus oggi sono stati traditi da uno Stato che prima li ha invitati ad aprire le loro case (per i contribuenti) o lavorare con lo sconto in fattura (per le imprese e i professionisti) e poi ha cominciato a spogliarli (lentamente) di tutti gli strumenti necessari.

Il tradimento di Stato non si è, però, fermato qui perché dopo 14 correttivi dal Decreto Sostegni-ter, sembra che Governo e Parlamento abbiano adottato la tecnica del silenzio, lasciando la soluzione del problema ad un mercato sempre più senza regole.

Utilizzando una metafora, gli esodati sono come quegli alpinisti invitati ad iscriversi ad una gara per scalare un'immensa montagna e arrivati a metà gli si tolgono corde, moschettoni, sistemi di sicurezza, scarpe... Arrivati a metà non è più possibile continuare la salita né scendere in sicurezza.

Le dichiarazioni del Governo Conte II

Le motivazioni che sottendono alla truffa di Stato sono tante e vanno analizzate con estrema cura prima di parlare a sproposito.

Correva l'anno 2020, eravamo a metà maggio e l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro, commentando una delle ultime bozze del Decreto Rilancio parlava di una rivoluzione per l'economia e l'ambiente e affermava:

  • "Il superbonus al 110% consentirà di realizzare i lavori di miglioramento della classe energetica e di messa in sicurezza delle abitazioni a costo zero per i cittadini".
  • "I cittadini che effettuano questi lavori otterranno una detrazione fiscale pari al 110% della somma spesa o lo sconto totale in fattura cedendo il credito di imposta all'azienda che ha effettuato i lavori. L'impresa a suo volta potrà cedere illimitatamente il credito a fornitori e anche istituti bancari ottenendo immediata liquidità".

Secondo Fraccaro, lo scopo era "creare un virtuoso meccanismo di mercato in cui i cittadini effettueranno lavori di ristrutturazione senza alcun esborso, le Pmi lavoreranno di più grazie ai maggiori incentivi, gli istituti di credito o le grandi imprese pagheranno meno tasse e lo Stato vedrà aumentare l'occupazione e il Pil".

Molti ricorderanno le famose FAQ sul Superbonus 110% (con tanto di logo del Ministero dell'Economia) del Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze Alessio Villarosa. 3 edizioni di queste FAQ in cui il sottosegretario ha raccolto e risposto a 136 domande che riguardano le detrazioni fiscali del 110%, suddividendole in 19 sezioni.

In alcune è stato spiegato come un incapiente (soggetto senza capienza fiscale) avrebbe potuto avviare un intervento di superbonus optando per la cessione del credito o lo sconto in fattura. Strumenti fiscali presentati non come mere "possibilità" ma come certezze a disposizione del contribuente.

Chi dimentica le conferenze stampa iniziali in cui si diceva di aprire le case perché 110 euro di credito sarebbero stati acquistati a 102/103 euro? io certamente no.

Frodi nel Superbonus o truffa di Stato?

Zanetti nel suo approfondimento afferma che le limitazioni al meccanismo di cessione siano arrivate per arginare il fenomeno delle truffe. Niente di più falso!
Affermazioni che sono un condensato di pressappochismo che non prendono in considerazione la differenza tra presupposto per la fruizione del credito e meccanismo alternativo alla detrazione.

Chi ha avviato la campagna mediatica contro le truffe del Superbonus (che poi si è scoperto non sono mai esistite) è lo stesso Governo (Draghi) che ha emanato il Decreto Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) che con la CILAS e la deroga all'art. 49 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) ha letteralmente fatto esplodere la domanda di superbonus.

Il problema (lo hanno capito praticamente tutti dopo 3 anni) non è stato il meccanismo di cessione (che nella sua prima formulazione presentava comunque dei difetti) ma la sua estensione ai bonus senza controllo (bonus facciate su tutti) che ha consentito la creazione di crediti inesistenti poi ceduti senza le necessarie verifiche.

Continuare a parlare di frodi nel superbonus per giustificare le limitazioni al meccanismo di cessione del credito è ciò di più intellettualmente disonesto e sbagliato ci possa essere.

Conclusioni

Lo Stato avrebbe dovuto arginare la domanda di superbonus prevedendo delle limitazioni (prima casa), dei paletti (in prima battuta solo gli immobili in classe G o vulnerabili dal punto di vista strutturale). Si sarebbe potuto evitare la deroga all'art. 49 del Testo Unico Edilizia. Si sarebbero dovuto prevedere da subito gli stessi controlli previsti per il superbonus anche agli altri bonus edilizi (a prescindere dall'utilizzo diretto o con cessione delle detrazioni maturate).

Tanto si sarebbe potuto fare e tantissimo non si è fatto a parte puntare il dito contro una misura che ha certamente funzionato e che necessitava solo di maggiore esperienza.

La decisione, invece, è stata eliminare la cessione del credito, dimenticarsi dell'esistenza di chi è rimasto vittima di un sistema perverso e sperare che prima o poi la bolla possa sgonfiarsi da sola.

Ma la bolla potrà mai sgonfiarsi? Oppure è lecito attendersi che qualsiasi nuova misura non potrà mai funzionare senza la fiducia di chi la deve utilizzare?

Come si suole dire, ai posteri l'ardua sentenza!

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