Testo Unico Edilizia: riforma necessaria e urgente

La posizione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri in merito alla possibile prossima riforma del d.P.R. n. 380/2001, c.d. Testo Unico Edilizia

di Gianluca Oreto - 21/06/2023

Se dovessi scegliere un settore su cui concentrare l'attenzione per una seria riforma normativa, non avrei alcun dubbio e sceglierei l'edilizia. Non che in altri ambiti il Paese sia messo meglio, ma quando si parla di normativa edilizia si ha come riferimento il d.P.R. n. 380 del 2001 che si pregia del titolo "Testo Unico Edilizia" ma che in realtà di unico ha davvero poco considerati i tanti rimandi a norme risalenti anche al 1913 (v. le sanzioni a carico dei notai all'art. 47).

La riforma del Testo Unico Edilizia

La dura verità da accettare (non con rassegnazione ma con la necessaria determinazione) è che il d.P.R. n. 380/2001 è una norma nata in un contesto storico profondamente diverso da quello attuale (la percentuale di nuove costruzioni era decisamente maggiore agli interventi di manutenzione, recupero e ristrutturazione) e che i territori italiani sono tutto meno che perfettamente legittimi. Utilizzando un termine inserito nel Testo Unico Edilizia solo nel 2020, l'Italia non è certamente uno "Stato legittimo".

Tra scarsa vigilanza della pubblica amministrazione, sovrapposizioni normative, condoni edilizi e difficoltà a reprimere e gestire nel breve tempo eventuali difformità, il patrimonio immobiliare e i territori italiani sono vittima di piccoli e grandi abusi edilizi che il legislatore finge di non vedere e non conoscere (salvo poi vare il mea culpa quando la natura comincia a ribellarsi).

Ecco che dopo anni di pour parler, il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha anticipato che entro la prima metà di luglio potrebbe essere presentata una prima bozza di riforma del Testo Unico Edilizia. Un'anticipazione che fa piacere ma lascia tutti nel dubbio che ancora una volta professionisti e costruttori possano restare ai margini di una riforma che, invece, dovrebbe vederli protagonisti.

La posizione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Sulla riforma del Testo Unico Edilizia si è concentrata la prima riunione del Gruppo di Lavoro del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. L’incontro è avvenuto alla presenza del Consigliere Tesoriere del CNI Irene Sassetti, che coordina il GdL, ed ha visto la partecipazione anche di Giovanni Cardinale, già Vice Presidente del CNI, che nella precedente consiliatura ha seguito l’iter durante il quale è stata prodotta la bozza del testo di legge.

Nell’occasione Cardinale, che è anche componente della commissione relatrice presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ha illustrato il lavoro fatto negli ultimi anni che sarà alla base dell’attività di questo GdL. Al termine dell’incontro, gli ingegneri convenuti e il Consiglio Nazionale presieduto da Domenico Perrini, hanno concordato sulla necessità di modificare l’attuale testo.

La riforma è necessaria e gli ingegneri auspicano che venga finalmente realizzata dopo anni di discussioni e di lavoro portato avanti dagli organi di rappresentanza degli ingegneri assieme a Ance, Anci, Regioni e Province a statuto speciale. Inoltre, si ritiene opportuno che essa sia approvata come legge e non come Dpr, in modo che agisca davvero come testo unico, cancellando la normativa precedente e semplificando l’attività dei fruitori.

Nei prossimi giorni il GdL analizzerà la bozza del testo proponendo possibili integrazioni sui principi e sugli allegati.

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