STOP AL TERZO DECRETO CORRETTIVO

Si blocca il terzo Decreto correttivo del Codice dei contratti, annunciato, alcuni giorni orsono, dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Il Go...

22/02/2008
Si blocca il terzo Decreto correttivo del Codice dei contratti, annunciato, alcuni giorni orsono, dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
Il Governo in due riunioni di pre-consiglio dei Ministri, con una decisone lunga e contrastata, ha deciso di non andare oltre l’ordinaria amministrazione.
In verità, in un primo momento la decisione era quella di rendere il provvedimento più leggero facendo sparire alcune delle norme nello stesso previste; ma ragioni di opportunità politica, anche su indicazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno definitivamente fatto accantonare il provvedimento che contenendo alcune norme relative a:
  • Promotore nella Finanza di Progetto
  • Riconoscimento a favore dei creditori
  • Criteri di individuazione delle offerte anormalmente basse
  • Stazione unica appaltante
non rientrava, ovviamente nell’ordinaria amministrazione.

Con l’occasione ricordiamo che i due anni previsti nell’articolo 25, comma 3 della legge delega n. 62/2005 per poter apportare correzioni con il sistema dei decreti legislativi e, quindi, senza dover utilizzare la via ordinaria con l’approvazione di nuove leggi, scade alla fine del mese di giugno.
Riteniamo, pertanto, che difficilmente si potrà più operare con lo strumento del decreto legislativo e che bisognerà ricorre agli strumenti di legislazione ordinaria in quanto il nuovo Governo non dovrebbe avere nei mesi di maggio e giugno il tempo tecnico per nuovi aggiustamenti del codice stesso anche in considerazione del fatto che la definitiva approvazione di una variazione con lo strumento del decreto legislativo (sempre entro la fine del mese di giugno) potrebbe essere effettuata soltanto dopo l’acquisizione dei parere delle competenti commissioni di Camera e Senato, del Consiglio di Stato e della Conferenza delle Regioni.

A cura di Paolo Oreto
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