Terremoto centro Italia e Ricostruzione, Sciapichetti (Marche): 'Per l’Italia centrale non un condono tombale, ma buonsenso per le piccole difformità edilizie'

“Apprezziamo lo sforzo fatto dai parlamentari Terzoni (M5S) e Patassini (Lega) di presentare un emendamento nel cosiddetto Decreto Genova che, di fatto, ripr...

23/10/2018

Apprezziamo lo sforzo fatto dai parlamentari Terzoni (M5S) e Patassini (Lega) di presentare un emendamento nel cosiddetto Decreto Genova che, di fatto, riprende le proposte avanzate, nei mesi scorsi, dalla Regione Marche, dagli Ordini professionali, dalle Organizzazioni sindacali, da Legambiente, ANCI e Symbola riguardanti le piccole difformità edilizie che hanno rallentato e, nella stragrande maggioranza dei casi, impedito, fino a oggi, la ricostruzione leggera dei privati

Queste le parole dell’assessore alla Protezione civile della Regione Marche, Angelo Sciapichetti, intervenuto in merito ai contenuti del Decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109 recante “Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze” (c.d. Decreto Genova).

Così come abbiamo sempre sostenuto, in ogni sede (da un anno e mezzo a questa parte, non ultimo nell’audizione congiunta alla Camera delle Commissioni Ambiente e Infrastrutture della settimana scorsa) - afferma l'assessore Angelo Sciapichetti - è necessario, per il terremoto del centro Italia, non un condono tombale, come quello che scandalosamente la maggioranza di governo ha previsto per Ischia, ma l’applicazione di una buona dose di buonsenso per fare in modo che chi ha aperto, senza permesso, magari qualche decennio fa, una porta, una finestra, un divisorio per necessità familiari, non venga considerato alla pari di chi ha costruito una casa abusiva o di chi ha trasformato un capanno attrezzi in un appartamento. Non si tratta, quindi, di condono, ma di una piccola sanatoria. Se l’emendamento venisse approvato, entro pochi mesi potrebbero partire i lavori in molti edifici e consentire il rientro nelle proprie abitazioni di migliaia di cittadini. Sempre nell’ottica di una collaborazione costruttiva, non possiamo però esimerci dallo stigmatizzare la gravità della decisione di estromettere i presidenti delle Regioni e in parte i sindaci che portavano la voce del territorio su tutte le scelte relative alle opere da realizzare e al loro finanziamento. Riteniamo questo sia un provvedimento inutile, dannoso e neocentralista che va nella direzione opposta di quella sempre sbandierata dalla maggioranza di Governo”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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