Codice dei contratti: Torna la manina?

È tornata la famosa manina? In una diretta Facebook di ieri, a proposito del Codice dei contratti, il Vice Premier Luigi di Maio aveva fatto intendere che...

13/12/2018

È tornata la famosa manina?

In una diretta Facebook di ieri, a proposito del Codice dei contratti, il Vice Premier Luigi di Maio aveva fatto intendere che nel decreto legge semplificazioni non si parlava più di modifiche al codice dei contratti che invece sarebbero state trattate nel disegno di legge delega. Di Maio ha dichiarato: “Il Codice degli appalti sta bloccando gli investimenti, dobbiamo eliminare un terzo delle norme. Il Governo si fa dare una delega e poi taglia tutto quello che non serve delle norme del Codice degli appalti”.

In assenza del testo ufficiale del decreto-legge sembrava, quindi, che le norme correttive del Codice dei contratti previste in una prima versione del decreto-legge fossero state cancellate e tutte le notizie delle agenzie di stampa riportavano il fatto che, a sorpresa, le modifiche al codice dei contratti erano state stralciate dal decreto-legge semplificazioni ed avrebbero trovato spazio in uno o più decreti legislativi che il Governo avrebbe predisposto in riferimento al disegno di legge delega semplificazioni, approvato sempre dal CdM di ieri.

Alcune agenzie di stampa riportavano, anche, che il testo del decreto-legge semplificazioni era stato approvato “Salvo intese” e, quindi, si lasciava spazio a possibili novità anche perché sembrerebbe che ieri pomeriggio la Lega, spinta soprattutto dall’associazione nazionale dei comuni favorevole a smantellare il codice appalti, avrebbe insistito per inserire la norma nel decreto.

Nel comunicato stampa relativo al Consiglio dei Ministri di ieri tornava l’ormai famosa manina? Potrebbe essere perché, in riferimento al decreto-legge semplificazioni veniva affermato testualmente:

Il decreto ha l’obiettivo di fronteggiare con misure d’emergenza l’attuale situazione di sovraccarico e moltiplicazione degli adempimenti burocratico-amministrativi a carico dei cittadini, delle imprese e della stessa pubblica amministrazione, in modo da agevolare, tra l’altro, la libera iniziativa economica, nonché di assicurare un sostegno alle piccole e medie realtà imprenditoriali che vivono un momento di difficoltà. Gli interventi di semplificazione riguardano, tra l’altro: sanità, ambiente, agricoltura, giustizia, istruzione e formazione artistica e musicale, università e ricerca. Tra le principali misure, si prevede:

  • il rinvio fino al 30 giugno 2019 della scadenza per la restituzione del “prestito-ponte” ad Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.a. in amministrazione straordinaria, per consentire l’utile prosecuzione della gestione commissariale in essere nelle more della cessione dei complessi aziendali;
  • l’introduzione di una norma che consentirà, attraverso la creazione di un fondo di garanzia con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro, la tutela delle piccole e medie imprese creditrici nei confronti della pubblica amministrazione;
  • la modifica di alcuni profili dell’esecuzione forzata, a tutela degli esecutati che siano contestualmente creditori della pubblica amministrazione, con possibilità di evitare la perdita dei propri beni pignorati qualora i crediti verso la PA siano superiori ai debiti fatti valere nella procedura esecutiva.
  • la soppressione dell’attuale “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” (SISTRI). Dal 1° gennaio 2019 resta la tracciabilità dei rifiuti con il sistema cartaceo, in attesa della realizzazione di un nuovo sistema di tracciabilità coerente con l’assetto normativo vigente, anche di derivazione comunitaria;
  • in materia di diritto alla salute, disposizioni temporanee e urgenti per far fronte alla carenza contingente di medici;
  • l’immissione a ruolo dei nuovi dirigenti della scuola: per accelerare l’assunzione di dirigenti si prevede il superamento delle criticità connesse alla vigente normativa e al corso-concorso;
  • misure per assicurare la capillare diffusione del sistema di pagamento elettronico, anche attraverso il credito telefonico, in tutta la pubblica amministrazione;
  • l’abrogazione dell’entrata in vigore del libro unico del lavoro telematico, che risultava prevista per il prossimo 1° gennaio;
  • la previsione di misure urgenti dirette ad assicurare l’attuazione degli obiettivi di cui all’Agenda Digitale Italiana;
  • l’introduzione, in ragione dell’attuale situazione di sovraffollamento delle carceri, di disposizioni urgenti per consentire la celere attuazione del piano di edilizia penitenziaria;
  • lo stanziamento dei fondi necessari all’adeguamento del trattamento economico accessorio del personale dipendente della p.a.;
  • disposizioni in materia di contratti pubblici volte ad assicurare la piena coerenza delle norme interne in tema di partecipazione alle gare con il contesto europeo, garantendo la piena tutela delle stazioni appaltanti in caso di gravi illeciti professionali o carenze nell’esecuzione di precedenti contratti”.

Nell’ultimo punto del predente elenco sembra che si tratti di non meglio identificate modifiche al Codice dei contratti. Si tratta di un refuso? Di una intesa successiva al Consiglio dei Ministri di ieri mattina? O del ritorno della ormai famosa manina?

Lo potremo scoprire dopo che potremo leggere il testo ufficiale del decreto-legge che, forse, dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di oggi.

A cura di arch. Paolo Oreto

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