Colosseo: Diritto allo Sciopero vs Diritto alla Cultura

Ciò che sta accadendo negli ultimi giorni in merito attorno al Colosseo e all’Assemblea sindacale convocata e autorizzata per discutere dei salari accessori ...

21/09/2015
Ciò che sta accadendo negli ultimi giorni in merito attorno al Colosseo e all’Assemblea sindacale convocata e autorizzata per discutere dei salari accessori non pagati e sul rinnovo del contratto nazionale del lavoro, non potrà certamente passare inosservato.

Lo scorso 18 settembre, infatti, alcuni tra i più importanti siti archeologici di Roma tra i quali il Colosseo, il Foro Romano e Palatino, le Terme di Diocleziano e Ostia Antica, hanno ritardato l’apertura alle 11.30 per un’assemblea sindacale “convocata e autorizzata” (diritto allo sciopero). Pronta era arrivata la replica del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini che aveva affermato ”Il buonsenso nell'applicare regole e nell'esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il Presidente Renzi che al Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i Musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali” (diritto alla cultura).

Dopo l’assemblea sindacale di venerdì 18 settembre che ha ritardato l’apertura dei siti più importanti della Capitale: Colosseo, Fori, Terme di Diocleziano e Ostia Antica, il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro dei beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini, il decreto legge contenente misure urgenti per il patrimonio storico-artistico della Nazione.
Il testo è composto da un unico articolo e chiarisce che l’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura rientra tra i servizi pubblici disciplinati dalla legge 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Nel comunicato di fine seduta del Governo si legge che “L’intervento legislativo si è reso necessario ed urgente alla luce del ripetuto verificarsi di episodi che hanno impedito la continuità del servizio pubblico di fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione.”.

Lo stesso soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti aveva affermato di essere ”dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l'assemblea. Tutto si è svolto regolarmente, l'assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è il Mibact".

Su quest’ultimo punto è arrivata la replica del Ministro Franceschini.
”Basta dietrologie. Ecco le comunicazioni ufficiali che, meglio di ogni altra cosa, tolgono via ogni dubbio sui tempi e i modi di emanazione del decreto legge per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione”.Queste le parole del Ministro che in una nota del MiBACT ha riepilogato le date significative dell’interlocuzione tra la direzione generale bilancio e le parti sociali:
  • 11 settembre è stata inviata una lettera alle organizzazioni sindacali che riassumeva lo stato dei pagamenti e rendeva noto di aver sbloccato lo “Straordinario 2015”, di aver avviato la procedura per il pagamento dei “Progetti locali 2015” e informava sullo stato di pagamento del Fondo unico di amministrazione del 2015’, pari a 49,8 milioni di euro;
  • 14 settembre è stata inviata una lettera alle organizzazioni sindacali che comunicava lo sblocco del pagamento dei ‘Progetti locali 2015’ (pari a 12,8 milioni di euro);
  • 17 settembre, ossia il giorno prima dell’assemblea al Colosseo, è stata inviata una lettera alle organizzazioni sindacali per comunicare l’autorizzazione del Mef al pagamento dei 49,8 milioni di euro del “Fondo unico di amministrazione del 2015’ e che il decreto di ripartizione sarebbe stato emanato il 21 settembre;
  • 21 settembre, coerentemente con quanto annunciato, è stato firmato dal direttore generale Bilancio il decreto che chiude la questione degli arretrati 2015.

“Il problema del pagamento degli arretrati 2015 è dunque un problema risolto - aggiunge Franceschini - e il decreto di ripartizione di oggi chiude una questione su cui stavamo lavorando da mesi. Abbiamo risolto per il passato - conclude il ministro - e stiamo lavorando per evitare che nel futuro si possano ripetere questi ritardi. Proprio in queste ore è infatti in corso un’interlocuzione con il Mef per rendere più semplici e snelle le modalità di pagamento di tutte le componenti accessorie dello stipendio del personale del Mibact”.

A cura di Ilenia Cicirello
     
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