Costruzioni: nel 2016 è boom per l'industria italiana all'estero

In un mercato nostrano che stenta a trovare soluzioni determinanti che possano cambiare nettamente un crollo durato un decennio, le imprese italiane sono riu...

09/10/2017

In un mercato nostrano che stenta a trovare soluzioni determinanti che possano cambiare nettamente un crollo durato un decennio, le imprese italiane sono riuscite a crescere e rafforzarsi oltreconfine.

A dimostrarlo è il Rapporto 2017 sulla presenza delle imprese di costruzione italiane nel mondo realizzato dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) che ha registrato per il 2016 un valore complessivo di oltre 20 miliardi di euro con 244 nuovi lavori aggiudicati, che rappresenta il dodicesimo anno consecutivo di crescita per il sistema italiano all'estero.

Dal 2004 al 2016, la crescita media annua del fatturato oltreconfine è stata del 13,5%, un valore sensibilmente maggiore della crescita del fatturato globale (+5,8% medio annuo). Questa dinamica ha portato le imprese italiane a realizzare oltreconfine oltre il 72% del produzione totale. Una situazione diametralmente opposta rispetto al 2004, primo anno di analisi, quando la produzione estera rappresentava poco più del 31%.

Il 2016 ha visto anche un forte aumento nelle acquisizioni di nuove commesse: i nuovi lavori sono stati 244 per un controvalore complessivo di 20,8 miliardi, +20,7% rispetto al 2015. Complessivamente, le imprese italiane sono presenti in 90 Paesi con 686 cantieri, per un valore totale di oltre 90 miliardi e un portafoglio lavori in netta crescita (da 46,5 a 52 miliardi, +13%). Cresce la presenza nell’Area Ocse (il 46,3% delle nuove commesse è localizzato nei 22 Paesi di quest’Area) e in 16 Paesi del G-20. I contratti di concessione sono 21 per un valore complessivo di 37,5 miliardi.

Il tasso di crescita medio annuo dell’estero (+13,5%) è stato più che doppio rispetto a quello del fatturato complessivo (5,8%): dal 2004 al 2017, il giro d’affari globale è passato dai 9,9 miliardi del 2004, ai circa 19,4 miliardi del 2016. L’unica componente che, in questi anni, non è crescita ma, anzi, diminuita è quella dei lavori in Italia ed è la conseguenza di un decennio di mancati investimenti in infrastrutture: complessivamente, il fatturato prodotto nel nostro Paese dal campione delle Top 35 imprese italiane con commesse all’estero è diminuito del 22,3%, vale a dire del 2,1% medio annuo.

Durante la presentazione del Rapporto il Ministro Alfano ha sottolineato quanto “il mondo delle costruzioni sia tra gli assi portanti della diplomazia economica italiana” e confermato l’impegno della Farnesina al fianco dell’Associazione costruttori anche nel futuro: “Per l’anno a venire l’accento sarà soprattutto sui Balcani e sul Mediterraneo, che sono tradizionalmente i bacini più importanti per la nostra crescita e per la nostra stessa sicurezza, senza tralasciare i mercati emergenti, perché costruire un’infrastruttura significa anche costruire speranza, pace e prosperità”.

"I successi ottenuti dalle nostre imprese all’estero sono motivo di orgoglio per il Paese”, ha dichiarato il presidente ANCE Giuliano Campana, sottolineando l’indispensabile collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e il ministero dello Sviluppo Economico e l’efficace azione di filiera con l’Agenzia Ice, la Sace, la Simest e le banche. “Una collaborazione sempre più strategica che garantisce un supporto costante anche alle piccole e medie imprese”.

Il vicepresidente Giandomenico Ghella, Presidente Comitato Lavori all'Estero, illustrando nel dettaglio i dati del Rapporto, ha sottolineato che le imprese di costruzione italiane stanno dimostrando di avere le qualità e le competenze per affermarsi anche in mercati fortemente complessi e competitivi. “Lo dimostra il trend in aumento della presenza delle nostre imprese nei paesi del G20 e in quelli Ocse nei quali fino a pochi anni fa avevamo una scarsa capacità di penetrazione. Una crescita che appare ancora più significativa se consideriamo che è in netta controtendenza rispetto al fatturato a livello mondiale delle aziende di costruzione all’estero, che è in continuo calo e ha registrato una diminuzione del 6% solo nell’ultimo anno”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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