Emergenza Covid-19 e ripartenza: stiamo tornando alla normalità...

Proposte e riflessioni di sburocratizzazione per fronteggiare l'emergenza Covid-19

di Gianluca Oreto - 10/04/2020

Con il Paese chiuso da un mese, tutti quanti siamo costantemente alla ricerca di sprazzi di normalità che al momento per gran parte di noi si riduce in un'uscita per andare a fare la spesa o poco altro ancora.

Non nascondo che nelle mie pochissime uscite sono rimasto particolarmente impressionato del vuoto per le strade ma anche di un'aria tornata respirabile e mentre osservavo una piccola parte di mondo in stand by mi sono soffermato sulla qualità (scarsissima) dei marciapiedi e delle strade a ridosso della mia abitazione. Osservazione che mi ha fatto ragionare su un possibile intervento urgente sul decoro e sulla sicurezza delle infrastrutture che negli ultimi anni hanno rappresentato un vero problema per il nostro Paese, sempre più vecchio e sempre più bisognoso di attenzioni.

Non sapevo ancora che di lì a pochi giorni sarebbe crollato l'ennesimo ponte, quello sul fiume Magra, lungo la ex Strada Provinciale 70 ora Strada Statale 330 tra le province di Massa Carrara e La Spezia. Lo sprazzo di normalità di un Paese in cui il crollo di un ponte o un dissesto stradale non sono più eventi di natura eccezionale ma solo l'ennesima lacerazione di un Paese alla continua ricerca di soluzioni senza che nessuno sia mai riuscito nell'intento di stilare una road map verosimile che ci porti ad uscire da un pantano di burocrazia, sperperi e false illusioni.

Oggi più di ieri è necessario un cambiamento di rotta, sfruttando al meglio il momento di crisi per trasformarlo in qualcosa che potrebbe ritornarci utile per i prossimi anni. Le strade sono vuote e gli spostamenti ridotti al minimo, quale momento potrebbe essere più propizio per intervenire sui territori per curarli dal male più grande che li ha oppressi negli ultimi 20 anni (l'inerzia burocratica)? Domanda retorica se si pensa alla farraginosità delle procedure di affidamento delle gare di lavori e servizi.

Sull'argomento è intervenuta Fondazione Inarcassa che in un comunicato stampa ha chiesto "un'ampia operazione di alleggerimento della burocrazia e risorse adeguate alle attività di capillare manutenzione delle infrastrutture del Paese, sia ordinarie che straordinarie".

"Ora bisogna superare l'emergenza sanitaria - afferma Fondazione Inarcassa - ma quando si apriranno le fasi post emergenziali sarà inevitabile imboccare la via della massima prevenzione per mettere al sicuro quei segmenti infrastrutturali vitali per l'Italia. Ma per farlo bisogna prima ridurre l'impatto della burocrazia su tutto il processo produttivo. In situazioni di emergenza servono misure straordinarie, altrimenti non ne usciamo”.

Sulle possibili misure straordinarie Fondazione Inarcassa ha preso come riferimento la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova. "Saremmo arrivati al punto in cui sono ora i lavori se fossero state seguite tutte le procedure previste dal codice degli appalti? Evidentemente no. Il codice degli appalti è un grosso tappo alla condotta che porta risorse alle opere pubbliche, ma soprattutto impedisce al paese di modernizzare le proprie infrastrutture e di avere altre opere pubbliche di cui abbiamo tanto bisogno”.

I prossimi anni - conclude Fondazione Inarcassa - saranno determinanti per il futuro del nostro Paese. Il territorio, con tutte le sue componenti, può essere il volano di nuove economie che possono essere in grado di contrastare e superare questa difficile fase. Non si può più rimandarne un efficace processo di snellimento delle procedure, pena il blocco di un Paese che si accinge ad affrontare la ripresa economica, che sarà difficile e lunga. Per il 'giorno dopo' ci aspettiamo quindi che si torni a parlare di investimenti e risorse per le infrastrutture, strategiche per l'Italia, di fatto un asset significativo anche dal punto di vista occupazionale, uno sforzo importante che preveda la messa in essere sistematica di tutte quelle attività di manutenzione che sono assolutamente irrinunciabili, senza le quali il Paese intero ne pagherebbe pesantemente le conseguenze, come dimostrato dal crollo del ponte Morandi prima ed ora del ponte in Toscana”.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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