Energia: Aumento prezzo kWh elettrico imputabile agli incentivi alle fonti rinnovabili?

L'aumento del prezzo dell'energia elettrica (+4,9%) rilevato nel primo trimestre del 2012 è causato dagli incentivi alle fonti rinnovabili e dai connessi cos...

10/01/2012
L'aumento del prezzo dell'energia elettrica (+4,9%) rilevato nel primo trimestre del 2012 è causato dagli incentivi alle fonti rinnovabili e dai connessi costi per adeguare i sistemi a rete al nuovo scenario di produzione decentrata e intermittente. Questo è almeno quanto ha affermato l'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG) in un comunicato del 30 dicembre 2011.

L'AEEG ha rilevato come l'aumento del 4,9% dei prezzi dell'energia elettrica sia determinato da un insieme di elementi fra i quali:
  • i rialzi del prezzo alla produzione influenzati anche dal cambiamento della curva di domanda e offerta nel nuovo scenario dominato dallo sviluppo delle rinnovabili;
  • l'aumento delle tariffe per il trasporto e la distribuzione dell'energia sulle reti;
  • l'incentivazione a sostegno delle stesse rinnovabili.
Nel 2011, secondo i dati di preconsuntivo, gli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate finanziati attraverso le bollette sono stati circa 7,9 miliardi di euro. Di questi, 1,3 sono riferiti alle "assimilate Cip6", 1,3 ai certificati verdi, 4 miliardi al fotovoltaico - che ha visto aumentare del 440% la potenza installata, cresciuta da 2.800 a 12.400 MW nell'anno - e il restante 1,3 agli altri strumenti incentivanti (tariffa fissa onnicomprensiva, Cip6 per le fonti rinnovabili, scambio sul posto).

Secondo l'Authority dell'energia la rapida e intensa realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili, in particolare da fotovoltaico, è destinata ad avere ripercussioni sui prezzi dell'energia elettrica anche nel 2012. Inoltre, per garantire la sostenibilità dello sviluppo di queste fonti caratterizzate da elevata intermittenza ed il loro il pieno sfruttamento, si renderanno necessari interventi - con conseguenti oneri sulle bollette - per sviluppare le infrastrutture di rete così da continuare ad assicurare il mantenimento in sicurezza ed in efficienza del sistema.

L'analisi di ANIE/GIFI
Non si è fatta attendere la risposta di ANIE-GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, costituito nel 1999 all'interno della Federazione ANIE - Confindustria, che attraverso una sua analisi ha dimostrato che l'aumento é da ricondurre principalmente alla variazione del costo dei combustibili fossili.
In particolare, secondo il Presidente di GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, l'aumento del prezzo medio dell'energia elettrica è imputabile al fotovoltaico solo per una minima parte. "Dall'1 gennaio 2012, il prezzo di riferimento dell'energia elettrica sarà 17,305 centesimi di euro per kilowattora, tasse incluse. La spesa media annua della famiglia tipo sarà pari a 467 euro dei quali 32 euro saranno impegnati per incentivare il fotovoltaico".

"Le previsioni di aumento di spesa non sono mai notizie piacevoli - continua Natalizia - Recenti indagini e sondaggi condotti da istituti indipendenti hanno però dimostrato che le famiglie italiane sono positivamente disposte a dare il loro contributo, circa 2.7 euro al mese, per sostenere un industria che fino ad oggi ha creato oltre 100.000 posti di lavoro diretti e indotti occupati per lo più da giovani, fatto affluire circa 4 miliardi di euro di tasse nelle casse dello Stato nonché posizionato l'Italia come il primo mercato al mondo nel 2011. Tutto questo senza dimenticare le enormi ricadute ambientali in termini di riduzione di emissioni nocive grazie all'utilizzo di una fonte di energia pulita come il solare fotovoltaico".

Secondo i calcoli effettuati da ANIE/GIFI l'aumento stabilito del 4,9% del kilowattora, rispetto all'ultimo trimestre del 2011, è imputabile al fotovoltaico per meno del 30%, a fronte di circa 70% imputabile alla variazione del costo dei combustibili fossili.

"Ci appare pertanto strumentale - continua Natalizia - attribuire al solo fotovoltaico la responsabilità degli aumenti del costo dell'elettricità intervenuti a gennaio. Parimenti strumentale ci appare il tentativo di demonizzare le installazioni su terreni agricoli visto che ad oggi, secondo un'analisi di ANIE/GIFI, la superficie occupata dagli impianti fotovoltaici ammonta allo 0.12% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) stimata dall'Istat nel 2011. Inoltre il Decreto Rinnovabili di marzo 2011 ha introdotto sensibili limitazioni alla realizzazione di grandi impianti in tali aree".

"Ricordo infine che l'utilizzo della tecnologia fotovoltaica - conclude Natalizia - ha contribuito nel 2011 alla copertura del 3% circa della domanda nazionale di energia elettrica, evitando i costi per l'importazione dall'estero e rendendo il nostro paese meno dipendente dai precari equilibri geopolitici mondiali".

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