Esperto del giudice e CTU: Inarsind contro la norma sui compensi

Dopo la presa di posizione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e mentre siamo in attesa che il Consiglio Nazionale Architetti PPC si esprima, registriamo...

30/09/2015
Dopo la presa di posizione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e mentre siamo in attesa che il Consiglio Nazionale Architetti PPC si esprima, registriamo la presa di posizione di Inarsind (Sindacato Nazionale di Architetti ed Ingegneri liberi professionisti) in merito alla norma contenuta nel decreto legge 27 giugno 2015, n. 83 che ha modificato le disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile, prevedendo che i compensi dei CTU siano calcolati sulla base del valore di vendita e non su quello stimato (leggi articolo 1, articolo 2, articolo 3, articolo 4).

In una lettera aperta inviata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, Inarsind ha puntato il dito contro una norma definita "iniqua" che prevede che il compenso dell'esperto o dello stimatore nominato dal giudice o dall'ufficiale giudiziario sia calcolato sulla base del prezzo ricavato dalla vendita e saldato solo dopo l'effettiva vendita dell'immobile oggetto della procedura.

Secondo il Presidente Inarsind Salvo Garofalo, la modifica apportata dal decreto legge n. 83/2015 minerebbe uno dei fondamenti della giurisprudenza italiana sull'attività dei professionisti che deve essere in ogni caso correttamente remunerata trattandosi di un'obbligazione di mezzi. "Il tempo e l'energia richiesti per la formazione, l'aggiornamento professionale e culturale necessari per svolgere correttamente le funzioni a cui il CTU è chiamato - ha affermato il Presidente Garofalo - non possono essere comprese in un onorario umiliante, avvilente e mortificante come quello attuale o come quello che scaturirà dal solo dall'aggiornamento ISTAT, che sembra di prossima pubblicazione, chiedendo invece una revisione che porti ad un onorario di 45,00 l'ora lordi".

"Un ipotetico Consulente che prestasse la sua opera esclusivamente per la Giustizia - ha continuato Salvo Garofalo - guadagnerebbe, anche dopo l'aggiornamento ISTAT, delle vacazioni circa 460 euro al mese nette cioè meno del salario percepito dai "raccoglitori di pomodori" in netto contrasto con la Costituzione Italiana che all'art. 36 testualmente recita "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa"".

Da qui la richiesta di un incontro con il Ministro al fine di approfondire e chiarire "l'insostenibile situazione in cui versano i CTU, anche per quanto attiene gli attuali ritardi dei pagamenti, e per esporre le idee di INARSIND sulla riorganizzazione territoriale degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, sulla revisione del DPR 169/2005, sul tirocinio, sulla revisione della formazione continua e sull'adeguamento dell'obbligo di assicurazione dei professionisti che ormai ad avviso del Sindacato risultano indifferibili".

A cura di Ing. Gianluca Oreto
     
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