I nuovi quaderni tecnici INAIL: Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto

L’Inail ha predisposto l’edizione 2018 dei “Quaderni tecnici per i cantieri temporanei o mobili” che aggiorna la precedente uscita del settembre 2014. Costit...

26/10/2018

L’Inail ha predisposto l’edizione 2018 dei “Quaderni tecnici per i cantieri temporanei o mobili” che aggiorna la precedente uscita del settembre 2014. Costituita da otto opuscoli la pubblicazione è stata realizzata dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail, al fine di accrescere il livello di sicurezza in questo tipo di cantieri.

Si tratta di otto opuscoli tematici per prevenire il rischio infortuni nei cantieri. Suddivisi in otto monografie dedicate a vari ambiti della sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, i testi approfondiscono specifici argomenti: “Ancoraggi”, “Parapetti provvisori”, “Ponteggi fissi”, “Reti di sicurezza”, “Scale portatili”, “Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto”, “Sistemi di protezione individuale delle cadute”, “Trabattelli”.

Oggi parliamo di Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto.

I sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto sono dispositivi di protezione collettiva che proteggono il lavoratore, che lavora all’interno dello scavo, dal rischio di seppellimento.

I sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto vengono utilizzati nei cantieri temporanei o mobili come, ad esempio, quelli relativi alla costruzione o manutenzione delle reti infrastrutturali, di fondazioni e, più in generale, di manufatti interrati. Tali sistemi di protezione sono realizzati in cantiere o prodotti in fabbrica.

Le principali attenzioni da porre nell’utilizzo dei sistemi prefabbricati sono relative al rispetto delle indicazioni contenute nel libretto di uso e manutenzione del fabbricante.

I sistemi realizzati in cantiere sono apparentemente di minore complessità. È opportuno che, anche questi, siano soggetti a regolare manutenzione e controllo visivo, prima della messa in opera, in maniera tale da conservare nel tempo le caratteristiche prestazionali iniziali.

I sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto possono essere distinti nel modo che segue:

  1. Sistemi realizzati in cantiere:
  •  Sistemi realizzati totalmente in legno.
  • Sistemi realizzati con puntoni in metallo

2. Sistemi realizzati con componenti prefabbricati:

  • Sistemi realizzati mediante blindaggi.
  • Sistemi realizzati mediante palancole.

Il quaderno contiene i seguenti 9 paragrafi:

  1. Denominazione
  2. Documenti di riferimento
  3. Cosa sono
  4. Destinazione d’uso
  5. Tipologia
  6. Marcatura
  7. Indicazioni essenziali per la scelta, il montaggio, l’uso e lo smontaggio
  8. Indicazioni essenziali di manutenzione
  9. FAQ (Frequently asked questions).

Interessanti le FAQ (Frequently asked questions) contenute nell’ultimo paragrafo che, qui di seguito, riportiamo.

  • D. Un sistema di protezione degli scavi a cielo aperto completamente in legno, realizzato in cantiere, può essere utilizzato come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio di seppellimento? R. Sì, purchè idoneo.
  • D. Cosa si intende per idoneo? R. Che deve possedere le caratteristiche di resistenza adeguate per impedire il franamento delle pareti dello scavo.
  • D. In che modo può essere dimostrata l’idoneità del sistema di protezione degli scavi? R. Dimostrando che esso resiste alle sollecitazioni del terreno in cui si effettua lo scavo.
  • D. Oltre che alle caratteristiche di resistenza a cosa bisogna prestare la massima attenzione prima di installare un sistema di protezione degli scavi? R. Alle caratteristiche del terreno.
  • D. Un sistema di protezione degli scavi a cielo aperto in acciaio può essere utilizzato come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio di seppellimento? R. Sì.
  • D. I n che modo può essere dimostrata l’idoneità del sistema di protezione degli scavi? R. Dimostrando, ad esempio, che esso resiste alle sollecitazioni previste dalle norme tecniche specifiche (UNI EN 10248-1: 1997, UNI EN 10248-2: 1997, UNI EN 13331-1: 2004, UNI EN 13331-2: 2004, UNI EN 1993-5: 2007).
  • D. Un sistema di protezione degli scavi prefabbricato deve essere marcato CE? R. No, in quanto non esiste una direttiva di prodotto.
  • D. In assenza della direttiva di prodotto il fabbricante a cosa deve fare riferimento? R. Per i prodotti non coperti da direttiva di prodotto si applica il d.lgs. 206/05 (Codice del consumo) parte IV, titolo I - Sicurezza dei prodotti.
  • D. Secondo il d.lgs. 81/08 qual è la profondità oltre la quale deve essere valutato l’utilizzo di un sistema di protezione degli scavi? R. Il limite è 1,5 m (art.119, comma 1).
  • D. Come può un fabbricante di sistemi di protezione degli scavi prefabbricati dimostrare che i suoi prodotti soddisfano i requisiti essenziali di sicurezza previsti dal d.lgs. 206/05? R. In molti modi, ad esempio redigendo una propria specifica tecnica di prodotto a cui far riferimento. In questo caso il fabbricante dovrà dimostrare il soddisfacimento dei requisiti essenziali. Il modo più rapido tuttavia è quello di realizzare il sistema di protezione degli scavi secondo quanto previsto da una norma tecnica condivisa (UNI EN 10248-1: 1997, UNI EN 10248-2: 1997, UNI EN 13331-1: 2004, UNI EN 13331-2: 2004, UNI EN 1993-5: 2007).
  • D. Il lavoratore che installa un sistema di protezione degli scavi deve avere particolari requisiti? R. I sistemi di protezione degli scavi vengono utilizzati come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio di seppellimento. In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che la loro installazione sia riservata ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto informazione, formazione ed addestramento adeguati.
  • D. Il lavoratore che effettua la manutenzione di un sistema di protezione degli scavi deve avere particolari requisiti? R. I sistemi di protezione degli scavi vengono utilizzati come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio di seppellimento. In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che la loro manutenzione sia riservata ai lavoratori allo scopo qualificati in maniera specifica. Le indicazioni relative alla manutenzione del prodotto sono indicate dal fabbricante nel libretto di uso e manutenzione.
  • D. Cosa significa che il lavoratore deve essere qualificato? R. Che il lavoratore: - sia in possesso della necessaria idoneità tecnico professionale (art. 26 d.lgs. 81/08); - abbia partecipato a tutti gli addestramenti obbligatori (come previsti, ad esempio, per i DPI contro le cadute dall’alto, i lavori su fune, l’utilizzo di PLE ecc.); - prima di procedere nell’attività sia stato affiancato da persona esperta; - sia in possesso della documentazione attestante quanto sopra. Il processo di qualifica è interno all’azienda, visto che il datore di lavoro stabilisce le necessarie competenze.

I precedenti articoli riguardano gli ancoraggi (leggi articolo), i parapetti provvisori (leggi articolo), i ponteggi fissi (leggi articolo), le reti di sicurezza (leggi articolo), e le Scale portatili (leggi articolo).

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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