Inarcassa: riforma 2012 da rivedere

La Riforma Inarcassa del 2012 dovrà essere profondamente rivista. Nonostante dalla sua pubblicazione sia stata definita dai vertici della cassa Ingegneri e A...

28/01/2015
La Riforma Inarcassa del 2012 dovrà essere profondamente rivista. Nonostante dalla sua pubblicazione sia stata definita dai vertici della cassa Ingegneri e Architetti come la migliore possibile, nel corso di un interessante dibattito tenutosi a Roma lo scorso 26 gennaio dal titolo "Inarcassa e la sostenibilità sociale del sistema contributivo. Riformare la Riforma del 2012: un obiettivo possibile?", sembra che le pecche della Riforma del regolamento di previdenza siano venute tutte fuori.

Al dibattito hanno partecipato tra gli altri il Presidente uscente Paola Muratorio, Marco Lombardini per Inarcassa Insostenibile, Enrico Oriella per SalvaInarcassa, Paola Ricciardi consigliere dell'Ordine degli Architetti di Roma, sotto la supervisione del Prof. Massimo Angrisani, uno tra i massimi esperti di Previdenza in Italia nonché Ordinario dei corsi di Matematica finanziaria e Tecnica attuariale per la previdenza, dell'università di Roma "Sapienza", docente di spessore internazionale e grande esperto in termini dei sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici privati e pubblici.

Ricevo e pubblico un documento di sintesi del dibattito realizzato da Gianluigi D'Angelo del Coordinamento nazionale Inarcassa Insostenibile e candidato delegato per gli Architetti della Provincia di Pescara.

"Ormai un dato è certo: questa riforma del 2012 è da rivedere profondamente. La relazione del prof. Angrisani ha messo in evidenza le forti criticità di Inarcassa e come le azioni attuate con la riforma per essere efficaci devono essere applicate ad un sistema stabile definito "steady state" in cui il rapporto iscritti pensionati è stabile. Diversamente in Inarcassa abbiamo un'enorme onda demografica costituita da un'altissima crescita del numero di iscritti alla cassa che negli ultimi 25 anni sono passati da 40.000 associati ad oltre 160.000.

Dai recenti dati, il picco di quella curva è stato superato e la situazione sembra stia planando su un numero di iscritti che probabilmente si assesterà. Per questo motivo questo enorme tsunami di iscritti che tra trent'anni arriverà in pensione dovrà necessariamente essere sostenuto con le contribuzioni di un numero di iscritti inferiore a quello attuale.

Alla luce di questa particolare condizione l'attuale sistema di gestione finanziaria a ripartizione, per funzionare, dovrà essere supportato con una parziale capitalizzazione che insieme all'attuale patrimonio possa sostenere il duro impatto di quell'onda di iscritti alla maturazione delle pensioni. Il prof. Angrisani ha individuato 4 azioni:
  1. la rimodulazione dei contributi minimi
  2. maggiore equità intergenerazionale
  3. una pensione minima garantita che possa essere dignitosa
  4. interventi strutturali per poter aumentare il tasso di capitalizzazione e di conseguenza il rendimento del nostro montante contributivo

Paola Ricciardi consigliere dell'Ordine degli Architetti di Roma ha sottolineato l'importanza di questo contributo ringraziando in particolar Inarcassa Insostenibile che ha fortemente voluto questo approccio promuovendo la partecipazione di un attuario di alto profilo.

Marco Lombardini di Inarcassa Insostenibile ha sottolineato l'iniquità di questa Riforma che colpisce i più deboli, i giovani ed in generale chi contribuisce meno. Ha sottolineato l'importanza dell'equità intergenerazionale come una delle problematiche più urgenti da affrontare. Il programma di Inarcassa Insostenibile condiviso dalla coalizione affronta molti altri temi che non sono stati toccati durante l'incontro.

Noi di inarcassa insostenibile avremmo potuto tranquillamente attaccare sulla disastrosa Gestione del patrimonio, dai 13 milioni ed 800.000 euro bruciati in azioni tossiche alle elargizioni all'Opus Dei oppure ad Arpinge, come ha ricordato l'ing. Belardi, la società inattiva che paga un manager ben 400'000€ l'anno. Abbiamo preferito non parlare di tutto questo per tenere la discussione nei binari e capire come avrebbe risposto Paola Muratorio.

Di fronte a questo la stessa Presidente Muratorio ha ammesso per la prima volta i limiti di questa riforma, una dichiarazione in netto contrasto con quelle fatte nei comunicati stampa ufficiali, nelle interviste video e nei suoi tour in cui aveva sempre affermato che la riforma del 2012 era la migliore delle riforme possibili. Di fronte ad un attuario di fama internazionale la Presidente non ha potuto negare l'evidenza.

Ma tutto questo non è sufficiente. lo ha ribadito Enrico Oriella di SalvaInarcassa che in modo incisivo ha affermato che per cambiare veramente in favore degli iscritti non è sufficiente mettere mano a questa brutta riforma ma bisogna ripartire da ZERO. Inarcassa può e deve garantire un ritorno pensionistico ai propri iscritti certo e dignitoso. Certo perché le fasce deboli degli iscritti devono poter avere una pensione sganciata da qualsiasi elemento esterno che nulla ha a che fare con la previdenza, come ad esempio l'ISEE, l'indicatore della situazione economica di tutta la famiglia del l'iscritto. Dignitoso attraverso una gestione competitiva del patrimonio e dei tanti contributi versati annualmente. Solo così l'iscritto riacquisterà quella fiducia verso il proprio ente previdenziale che si è ridotto notevolmente in questi ultimi anni.
Straordinaria e trascinante la relazione di Paola Ricciardi che ha conquistato tutta la platea inanellando una serie di punti fondamentali per il cambiamento e che nessuna sintesi scritta ne renderebbe merito per cui invito tutti a vedere quando il video sarà disponibile.

Le ultime battute della Muratorio ci hanno riportato invece alle relazioni dei vecchi metodi della politica, cercando di salvare il salvabile puntando il dito su un distrattore/capro espiatorio contro il quale tutti essere d'accordo: la crisi e sulle scelte infelici del Governo che hanno penalizzato la professione. Ma in pochi sono caduti in questo giochetto di individuare un nemico esterno su cui scaricare il male per sentirsi riabilitati quando in quel sistema la nostra Presidente ci ha ampiamente convissuto senza mai sollevare nessuna problematica.

Le ultime dichiarazioni sulla sua non candidatura ci fanno comprendere bene con chi abbiamo a che fare, Paola Muratorio ha pubblicamente affermato che non si è ricandidata perché le recenti delibere del CND prevedono un limite di tre mandati consecutivi ma mentendo platealmente in quanto la norma votata gli avrebbe comunque permesso di ricandidarsi in quanto ancora non approvata dai Ministeri vigilanti, norma per altro non retroattiva, clausola richiesta in diversi emendamenti presentati da SalvaInarcassa in sede di CND e puntualmente bocciati. Possiamo fidarci di chi ci mente?

In conclusione si è capito che comunque vadano le elezioni si metterà mano sulla Riforma. La posizione della Muratorio, e quindi del suo gruppo che si sta ripresentando, è in una soluzione soft, di semplici correttivi, quella invece della coalizione Inarcassa Insostenibile, SalvaInarcassa, Inarcassa 2.0 e tavolo degli Ordini degli architetti promosso dall'Ordine di Roma è quella di un radicale cambiamento riscrivendo da zero una nuova Riforma più equa e meno dolorosa in questo momento di particolare contingenza. il prof. Angisani ieri ci ha detto che e possibile, ora tocca agli architetti ed ingegneri italiani decidere".

Ringrazio l'arch. Gianluigi D'Angelo e lascio come sempre a voi il compito di farvi un'idea della situazione e di commentare qui sotto nel caso voleste aprire un dibattito.

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