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Istat e Indici prezzi al consumo aprile 2021: variazione positiva dello 0,4% rispetto mese precedente

di Redazione tecnica - 21/05/2021

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Aprile 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di aprile 2021 ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e dello 1,1% su base annua (da +0,8% di marzo) confermando la stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Aprile 2021 ed il 14 Maggio 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +1,526393%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,4% su base mensile e diminuzione dello 1,1% su base annua      

Nel mese di aprile, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +0,8% di marzo), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +0,4% di marzo a +9,8% a causa sia dei prezzi della componente regolamentata (che invertono la tendenza da -2,2% a +16,8%) sia di quelli della componente non regolamentata (che accelerano da +1,7% a +6,6%); tale dinamica è solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +1,0% a -0,3%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a -0,7%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano e si portano entrambe a +0,3% (da +0,8% di marzo).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+3,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4%), degli Energetici non regolamentati e degli Alimentari non lavorati (+1,0% per entrambi), solo in parte compensata dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione (da -0,1% a -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +0,7% a +1,0%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e dell’1,0% su base annua (da +0,6% di marzo), confermando la stima preliminare. L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi stagionali prolungatisi anche a marzo e di cui il NIC non tiene conto; i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano infatti un aumento congiunturale pari a +5,1% e una flessione meno marcata su base annua (da -0,7% a -0,2%).

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,2% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime nel mese di aprile e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 18, 19 e 20.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,900% e l'indice biennale al +0,825%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di aprile 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%)Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,1%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,7%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,2%), Altri beni e servizi (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli  Istruzione, Abbigliameno e calzature.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-0,6%). Trasporti (-0,3%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,2%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di aprile 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+5,0%), Traporti (+2,9%), Altri beni e servizi (+1,2%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,9%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,8%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%), Abbigliameno e calzature (+0,2%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nel capitolo Bevande alcoliche e tabacchi.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,7%), Comunicazione (-3,6%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,5%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+2,1%), Potenza e Trento (+1,8% per entrambe), Catania e Catanzaro (+1,7% per entrambe), Reggio Emilia (+1,6%), Napoli, Perugia e Ravenna (+1,5 per tutte e tre), Cagliari, Modena e e Reggio Calabria (+1,4% per tutte e tre), Ancona, Bari, Livorno e Messina (+1,2% per tutte e quattro), Bologna, Padova e Trieste (+1,1% per tutte e tre), Genova e Parma (+1,0% per tutte e due), Aosta, Campobasso e Torino (+0,9%per tutte e tre), Palermo (+0,8%), Venezia e Verona (+0,7% per tutte e due), Firenze (+0,6%), Brescia, Milano e Roma (+0,5% per tutte e tre).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 Giugno 2021

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