Istat e Indici prezzi al consumo giugno 2019: +0,1% rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le fam...

17/07/2019

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di giugno 2019 ha registrato un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% su base annua (era +0,8% a maggio) facendo passare l’indice da 103,0 a 103,1.

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Giugno 2019 ed il 14 Luglio 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,190744.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di giugno 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% su base annua (era +0,8% a maggio); la stima preliminare era +0,8%.

La lieve decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’inversione di tendenza dei Beni energetici non regolamentati (che passano da +2,4% a -0,6%) e all’ampliarsi della flessione di quella dei Beni durevoli (da -1,2% a -1,9%). Questi andamenti sono stati in parte mitigati dalla crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%) e dall’attenuazione della flessione di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -7,2% a -5,9%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici rimangono entrambe stabili, rispettivamente a +0,4% e a +0,5%.

Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,1%), su cui incidono fattori stagionali, e che prevale sul calo dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,1%), dei Beni durevoli (-0,8%) e dei Beni energetici non regolamentati (-0,7%).

L’inflazione decelera per i beni (da +0,8% a +0,5%) e accelera per i servizi (da +0,8% a +1,0%); pertanto rispetto a maggio il differenziale inflazionistico è positivo e pari a +0,5 (era zero nel mese precedente).

L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,7% per l’indice generale e +0,5% per la componente di fondo.

Rallenta la crescita dei prezzi dei prodotti di largo consumo: per i Beni alimentari, per la cura della casa e della persona l’inflazione passa da +0,3% a +0,2%, per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +1,0% a +0,5%, portandosi anch’essa al di sotto di quella riferita all’intero paniere.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% in termini tendenziali (da +0,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Nell’approfondimento viene analizzato l’impatto che l’inflazione, misurata dall’IPCA, ha avuto nell’ultimo semestre sulle famiglie distinte per livelli di consumo e in particolare su quelle con minore capacità di spesa e su quelle con capacità di spesa più elevata.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un aumento dello 0,5% rispetto a giugno 2018.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,375% e l'indice biennale al +1,275%
L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2019, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione, acqua, energia  (+3,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+2,1%), Altri beni e servizi (+1,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,4%), Trasporti, (+0,8%), Salute (+0,5%), Alimentari e bevande analcoliche (+0,3%), Abbigliameno e calzature (+0,3%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione.

 Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, (-9,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Beni energetici (+2,6%), Servizi relativi ai trasporti (+1,5%), Servizi vari (+1,5%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%), Servizi relativi all'abitazione (+0,6%), Beni alimentari (+0,3%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-5,9%), Altri beni (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bari (+1,7%), Verona (+1,5%), Bolzano (+1,4%), Genova (+1,3%), Modena (+1,2%), Trieste (+1,1%), Brescia e Messina (+1,0% per tutte e due), Parma (+0,9%), Catania e Venezia (+0,8% per tutte e due), Catanzaro, Firenze, Milano, Reggio Emilia e Trento (+0,7 per tutte e cinque), Napoli, Roma e Torino (+0,6% per tutte e tre), Aosta e Reggio Calabria (0,5% per tutte e due), Bologna, Padova, Palermo e Ravenna e (+0,4% per tutte e quattro), Cagliari, Livorno e Potena (+0,2% per tutte e tre), Ancona (+0,1%), Perugia (-0,1%),

I prossimi indici saranno pubblicati il 10 agosto 2019.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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