Istat: Prezzi al consumo marzo 2021

Istat e Indici prezzi al consumo marzo 2021: variazione positiva dello 0,2% rispetto mese precedente

di Redazione tecnica - 16/04/2021

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2021; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di marzo 2021 ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% di febbraio) confermando la stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Marzo 2021 ed il 14 Aprile 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +1,108138%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,3% su base mensile e diminuzione dello 0,8% su base annua      

Nel mese di marzo, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% di febbraio), confermando la stima preliminare.

La lieve accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che passano da -3,6% a +1,7%) e, in misura minore, all’accelerazione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +2,2%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano lievemente portandosi entrambe a +0,8%, da +0,9% di febbraio.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (+1,3%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’inversione di tendenza da +0,2% a -0,1%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +0,1% a +0,7%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dell’1,8%, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,6% su base annua (da +1,0% di febbraio), confermando la stima preliminare.

Il protrarsi, in alcuni casi, dei saldi stagionali (ascrivibile anche a loro avvio temporalmente diversificato tra le regioni) fa sì che l’aumento, rispetto a febbraio, dei prezzi di Abbigliamento e calzature, sia pari a +23,0%, molto meno ampio, quindi, di quello di marzo 2020, quando fu pari a +31,1%. La differenza tra le due variazioni si riflette sulla dinamica su base annua sia dei prezzi di Abbigliamento e calzature, che invertono la tendenza da +5,8% a -0,7%, sia dell’indice generale, la cui crescita, per l’IPCA, rallenta e risulta più contenuta del NIC.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,7% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime di marzo e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 18, 19 e 20.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,525% e l'indice biennale al +0,600%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+2,0%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,2%), Abbigliameno e calzature (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli, Servizi ricettivi e di ristorazione, Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Servizi sanitari e spese per la salute

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,2%), Altri beni e servizi (-0,2%), Comunicazioni (-0,5%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Traporti (+2,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,2%), Altri beni e servizi (+1,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,9%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,7%), Abbigliameno e calzature (+0,5%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%)

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,7%), Comunicazioni (-2,8%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,1%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,5%), Cagliari, Napoli e Trento (+1,3% per tutte e tre), Modena, Potenza, Reggio Emilia e (+1,2% per tutte e tre), Catania, Catanzaro e Perugia (+1,1% per tutte e tre), Livorno e Ravenna (+1,0%per entrambe), Messina e Reggio Calabria (+0,9% per entrambe), Firenze, Palermo, Parma e Trieste (+0,8% per tutte e quattro), Bologna, Torino e Venezia (+0,7% per tutte e tre),  Bari, Genova e Padova (0,6% per tutte e tre), Ancona e Brescia (+0,4% per entrambe), Milano e Roma, (+0,3% per entrambe), Aosta e Verona (0,2% per tutte e due), Campobasso (+0,1%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 17 Maggio 2021.        

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