LA GENIALITA’ DELL’ARCHITETTO NELL’INDUSTRIAL DESIGNER

A poche ore dall’arrivo del 2008 si è spento, all’età di 90 anni, Ettore Sottsass, architetto innanzitutto ma anche industrial designer tra i più geniali del...

09/01/2008
A poche ore dall’arrivo del 2008 si è spento, all’età di 90 anni, Ettore Sottsass, architetto innanzitutto ma anche industrial designer tra i più geniali della storia.
Nel 1958 iniziò la sua collaborazione con la Olivetti che durò circa trent’anni e che rappresentò l’apice della sua carriera: fu infatti chiamato da Adriano Olivetti che lo mise alla guida del nuovo reparto di elettronica, successivamente lavorò con Roberto Olivetti e con l’ingegner Mario Tchou con cui realizzò alcune tra le più famose novità in campo tecnologico e del design.
L’influenza che maggiormente subì in questi anni fu quella della prima moglie, Fernanda Pivano, che lo spinse verso la Pop art e la Beat culture e con cui condivise un viaggio a New York che lo trasformò dentro e fuori. Durante questo viaggio, nel 1956, lavorò anche nello studio del designer George Nelson, esperienza che lo portò a lasciare l’architettura per alcuni anni.

Ettore Sottsass junior, figlio di Ettore Sottsass senior che progettò nel 1938 la Colonia marina XXVIII ottobre a Marina di Massa, nacque ad Innsbruck nel 1917 e si laureò al Politecnico di Torino nel 1939. Aprì, successivamente, uno studio a Milano progettando complessi abitativi quali quelli dell’Ina-Casa a Meina nel 1952 e a Carmagnola nel 1954, e iniziò la sua collaborazione con la Triennale. Ad influire nelle scelte progettuali sul colore furono anche la pittura cubista, l’astrattismo e il surrealismo oltre alle esperienze maturate durante i viaggi negli Stati Uniti ed in India.
Subito dopo, quindi, cominciò il lavoro alla Olivetti che nel 1959 lo portò a vincere il premio Compasso d’oro per il Computer Elea 9003, il primo calcolatore italiano. Tra le sue creazioni si ricordano, inoltre, la macchina da scrivere Tekne, la calcolatrice Logos 27 del 1963, la macchina da scrivere Praxis 48 (1964), la più famosa macchina da scrivere Valentie ed il sistema per ufficio Synthesys del 1973.

Poltronova, fondata nel 1957, che lo volle sin dai suoi inizi come art director. Per quest’azienda Sottsass progettò i Superboxes, armadi con grandi basi, rivestiti in laminato Print a righe. Nel 1965 disegnò anche mensole, mobili-bar, credenze e scrittoi utilizzando colori nuovi e materiali nuovi sfruttati poi nei Superboxes. Quando, poi, viene a contatto con i gruppi radicali Archizoom e Superstudio nasce il divano Superonda, il primo in poliuretano espanso e privo di scheletro.
Lavorò anche con il gruppo Alchimia verso la fine degli anni ’70, insieme ad Alessandro Mendini e ad Andrea Branzi con i quali realizzò un’esposizione alla fiera di Milano nel 1978.
Insieme a Mendini, negli anni ottanta, fonda il collettivo Memphis di cui facevano parte pure Arata Isozaki, Michele de Lucchi, George Sowden, Matteo Thun e Nathalie du Pasquier e torna ad utilizzare colori forti e materiali semplici come quelli già utilizzati per i Superboxes.
Nel 1980 nasce anche lo studio Sottsass e associati che spazia in tutti i campi della progettazione considerando sempre come fulcro centrale l’uomo; le opere più importanti realizzate in questo periodo sono la casa del designer David Kelley in California e numerosi edifici pubblici tra cui Malpensa 2000 senza considerare le collaborazioni con Apple, NTT, Philips e Siemens.
Tutta l’opera di Sottsass è esposta, fino al 2 marzo 2008, al Salone degli incanti dell’ex Pescheria a Trieste ed ha per titolo “Vorrei sapere perché”.

A cura di Paola Bivona
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